Testi per l’intuizione [XXXIII]

DOTTRINA SEGRETA COSMOGENESI
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. è così per questo brano di H.P.B., tratto da “La Dottrina Segreta” (vol. 1 Cosmogenesi, ETI Edizioni, Vicenza 2010, pag. 268): “L’Akasha dunque è Pradhana sotto un’altra forma e, come tale, non può essere l’Etere, l’agente sempre invisibile, ricercato perfino dalla fisica. E non è nemmeno la Luce Astrale. Essa è, come abbiamo già detto, il noumeno di Prakriti sette volte differenziata – la ‘Madre’ eternamente immacolata del ‘Figlio’ senza Madre, che diventa ‘Padre’ sul piano manifestato inferiore. Poiché Mahat è il primo prodotto di Pradhana o Akasha; e Mahat – l’Intelligenza Universale, ‘la cui proprietà caratteristica è Buddhi’ – non è altro che il Logos, poiché è chiamato Ishvara, Brahma Bhava, ecc. Insomma, esso è il ‘Creatore’ e la Mente divina nella sua funzione creativa, ‘la Causa di tutte le cose’. è il ‘Primogenito’, del quale i Purana ci dicono che ‘La Terra e Mahat sono i confini interni ed esterni dell’Universo’, ossia, nel nostro linguaggio, il polo negativo e positivo della Natura duale (astratta e concreta), poiché i Purana aggiungono: ‘In questo modo – come le sette forme [principi] di Prakriti erano contate da Mahat alla Terra – così alla (l’epoca della) dissoluzione (elementale) (prathyahara) queste sette rientrano successivamente le une nelle altre. L’Uovo di Brahma (Sarva-mandala) è dissolto, con le sue sette zone (dvipa), i suoi sette oceani, le sue sette regioni, ecc.
Queste sono le ragioni per cui gli Occultisti si rifiutano di dare all’Akasha il nome di Luce Astrale o di chiamarla Etere. Si può fare il confronto della frase: ‘Nella casa del Padre vi sono molte dimore’, col detto occulto: ‘Nella casa della nostra Madre vi sono sette dimore’, o piani, il più basso dei quali è al di sopra e attorno a noi – la Luce Astrale”. Gli elementi, che siano semplici o composti, non avrebbero potuto rimanere invariati dal principio dell’evoluzione della nostra Catena. Tutto nell’Universo progredisce costantemente durante il corso del Grande Ciclo, pur passando attraverso fasi ascendenti e discendenti nei Cicli minori. La Natura non è mai stazionaria durante il Manvantara, poiché essa non si limita a essere, ma è in continuo divenire; e la vita minerale, vegetale e umana adatta continuamente i suoi organismi agli Elementi predominanti del momento; perciò quegli Elementi erano idonei a
essi, come lo sono alla vita degli uomini d’oggi. Soltanto nella prossima Ronda, la Quinta, il quinto elemento, l’Etere – il corpo denso dell’Akasha, se così può essere chiamato – diventando per tutti gli uomini un fatto familiare della Natura, come l’Aria ora per noi, cesserà di essere ipotetico e non sarà più considerato “l’agente” di tante cose. E solo durante quella Ronda quei sensi superiori che l’Akasha favorisce nella crescita e nello sviluppo saranno suscettibili di espansione
completa”.

Articolo tratto dal numero di maggio 2018 della Rivista Italiana di Teosofia.

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