Testi per l’intuizione [XL]

Krishnamurti
Ci sono brani di poesie, di libri, di memoriali, atti a suscitare l’intuizione del lettore. Il loro significato va oltre le parole e le immagini evocate. È così per questo brano tratto da "La Vita Liberata" di Jiddu Krishnamurti, opuscolo edito dalla sede di Genova della Società Teosofica Italiana negli Anni Settanta, su iniziativa di Bruno Giolo, pagg. 5-7: “Mentre le ombre si destavano e la brezza portava il profumo del mattino, vidi un’aquila calarsi dalla vetta della montagna. Senza un battito d’ali venne giù nella vallata e colà sparve tra le ombre delle montagne nere. Alla fine del giorno la vidi tornare alla sua dimora fra le cime montane, lungi dalla discordia, dalla lotta e dal trambusto del mondo. Così è l’uomo che ha avuto la visione della verità, l’uomo che durante la sua lotta nel mondo ha stabilito in se stesso l’eterna meta. Benché egli possa vagare fra le cose transitorie e smarrirsi tra le ombre, pure tutta la sua vita sarà diretta da quella meta. Come l’aquila s’innalza verso la sua dimora, così egli s’innalzerà al di là di tutti i dolori, al di là di tutti i piaceri passeggeri e delle gioie effimere. Stabilire questa meta eterna è d’importanza essenziale per chi desideri districarsi da tutte le complicazioni della vita – non la meta altrui, non la visione altrui, ma la meta sorta dalla propria esperienza, dal proprio dolore, dalla propria sofferenza e comprensione. Una simile meta, non appena stabilita, getterà luce sulla confusione del pensiero e renderà quindi chiaro lo scopo della vita. Come una nave senza bussola è perduta in mare, così l’uomo che non ha la percezione della meta costante ed eterna, è perduto in questo mondo di confusione. Come il capitano d’una nave ne stabilisce la destinazione e, mediante la bussola, sa dirigerne la rotta attraverso notti procellose e acque oscure, così l’uomo, che conosce la propria meta, può dirigere la sua vita mediante la bussola della comprensione. Poiché l’individuo non conosce il suo scopo, si trova in uno stato d’incertezza e di caos. Poiché l’individuo non ha risolto il suo problema, il problema del mondo non è stato risolto. Il problema individuale è il problema del mondo. Se l’individuo è infelice, scontento, insoddisfatto, allora intorno a lui il mondo è immerso nel dolore, nello scontento, nell’ignoranza. Se l’individuo non ha trovato la sua meta, neppure il mondo troverà la sua. Non potete separare l’individuo dal mondo. Il mondo e l’individuo sono uno. Se il problema individuale può essere risolto con la comprensione, allo stesso modo può essere risolto anche il problema del mondo. Prima di poter diffondere la comprensione fra gli altri, dovete aver compreso voi stessi. Quando la verità sarà stabilita nel vostro cuore e nella vostra mente, vi dimorerà in eterno”.

Articolo tratto dal numero di gennaio 2019 della Rivista Italiana di Teosofia.