Riapre il Museo di Casa Anatta sul Monte Verità ad Ascona

Museo di Casa Anatta
L’inserto culturale de “La Repubblica” il 31 luglio scorso ha dedicato una delle sue “Storie d’estate – Gli outsider” ad Henri Oedenkoven, il giovane anarchico figlio di uno stimato industriale di Anversa che diede vita ad Ascona alla colonia di Monte Verità, luogo per eccellenza dell’Utopia, ispirato da un pensiero dalle forti connotazioni teosofiche. Un luogo dove, grazie ad un rapporto armonico con la natura, andare oltre alle illusioni dell’io e agli inganni della mente, per costituire una comunità di fratellanza.
L’autore dell’articolo, Edgardo Franzosini, si sofferma soprattutto sulle vicende umane del primo nucleo di fondatori di Monte Verità: Ida Hofmann, i fratelli Graser e Lotte Hattemer e descrive in particolare i momenti iniziali di una sperimentazione che lasciò ampie tracce nella cultura di fine Ottocento e di inizio Novecento.
Una sperimentazione basata sull’essere e non sull’avere, sulla coscienza universale e non sul trionfo del piccolo io personale.
Una sperimentazione basata su spontaneità e purezza e dunque destinata a sfiorire nell’arco di pochi anni.
Segnaliamo che, sul Monte Verità ad Ascona, ha riaperto da poco il Museo di Casa Anatta, tutto dedicato alla storia di questa straordinaria esperienza. Il restauro è rimasto fedele all’impostazione della Mostra curata dal grande Harald Szeemann. Un Museo che merita di essere visitato.
Ricordiamo che sul Monte Verità, non casualmente, ha sede la rappresentanza Svizzera della Società Teosofica e che ogni anno viene realizzato un importante Seminario Internazionale promosso dalla Società Teosofica.