Recensione di "Arte e Magia - Il fascino dell’esoterismo in Europa"

Recensione Arte e Magia
Questo il tema della mostra, creata da Francesco Parisi, che si è aperta il 29 settembre scorso a Rovigo, nel bel contesto di Palazzo Roverella.
L’esposizione comprende 237 opere, articolate in 10 sezioni, che coincidono con le sale della mostra: 1) Enigma, invito al silenzio; 2) L’architettura esoterica: i templi e gli altari; 3) Rose + Croix; 4) Monte Verità; 5) La notte e i suoi invitati; 6) Diavoli, Streghe e Maghi; 7) Spiritismo; 8) Ex Oriente Lux; 9) Archetipi e Forme Ancestrali; 10) Psyche, Cosmo, Aura.
La rassegna rappresenta un’importante testimonianza di quel movimento naturale, di cui la Società Teosofica è stata una dei protagonisti, che nell’ultimo quarto di secolo dell’Ottocento e nel primo quarto del Novecento ha fatto prepotentemente riemergere l’interesse per l’esoterismo e le dottrine ermetiche, influenzando decisamente il campo artistico, in particolare quello figurativo, la letteratura e l’architettura.
Percorrendo le sale di Palazzo Roverella si coglie appieno l’influenza che la Teosofia ha avuto sulle correnti artistiche legate al Simbolismo, al Futurismo e all’Astrattismo e va dato atto al curatore di aver ben messo in luce questo aspetto, come testimonia anche il ricco catalogo, pubblicato da Silvana Editoriale.
Ma il visitatore e lo studioso dovrebbero anche porsi la domanda: perché la Teosofia, specie attraverso le opere e l’azione di H.P. Blavatsky, di Annie Besant, C.W. Leadbeater e anche di Rudolf Steiner, ha avuto un’influenza tanto importante su artisti del calibro di Kandinskij, Klee, Mondrian, Balla, Delville e tanti altri? La risposta, probabilmente, si trova considerando due aspetti: innanzitutto il contributo che gli autori teosofici, in primis H.P. Blavatsky, hanno dato al forte allargamento del campo d’indagine riguardante l’essere umano e il suo rapporto con la vita e l’Universo, con la conseguenza che la sola rappresentazione della realtà colta dai sensi appariva insufficiente per raffigurare ciò che è “reale”. Il secondo aspetto ha a che fare con la possibilità di descrivere in termini di luce, colori, simboli la complessità di una manifestazione in cui spirito e materia riflettono, in modo non manicheo, la Vita Una. Ecco la ragione per la quale “La Dottrina Segreta” di H.P. Blavatsky, “Le Forme Pensiero” e “L’uomo visibile e l’uomo invisibile” di Besant e Leadbeater hanno avuto tanta influenza su grandi artisti e letterati.
Tornando alla mostra di Rovigo va rilevato che l’allestimento è a tratti poco luminoso e leggibile per il visitatore, mentre le sezioni 6 e 7 marcano un forte contrasto “vibrazionale” con tutto il resto.
Invitiamo i visitatori a soffermarsi con attenzione (e intuizione) davanti a “Fantasticherie nella notte” di Alphonse Osbert e allo “Studio per Les Kumaras” di Jean Delville e a Lichtgebet di Fidus (Hugo Hoppener). Oltre che, naturalmente, davanti alle magnifiche opere di Kandinskij, Klee, Balla, Mondrian e altri.
A chi volesse approfondire il tema del rapporto tra arte e teosofia suggeriamo di consultare il volume "Arte e Teosofia - atti del Seminario Teosofico tenutosi a Grado (GO) nel settembre 2012": http://www.eti-edizioni.it/orizzonti/arte-e-teosofia,2,483