Pagine dalla letteratura teosofica

pagine letteratura
“Il pensiero teosofico nella filosofia antica” di Silvano Demarchi, (Edizioni teosofiche italiane, Vicenza, 2005), pagg. 94-95.
Pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di aprile 2018.
Platone dice nel “Fedro” che l’unica Idea che ha avuto il privilegio di rendersi sensibile è quella del Bello: “Soltanto la bellezza ebbe in sorte la qualità di poter essere vista e amata da noi … Giustizia, temperanza e, in genere, tutte le altre cose che hanno pregio per le anime non serbano nessuno splendore nelle immagini di quaggiù”.
Fra tutte le altre idee il Bello dunque gode di una posizione privilegiata: risaltava per splendore nel mondo intellegibile ed è l’unica che partecipi al sensibile, realizzando un’intima unità. Da un lato è eterna, immutabile, assoluta; dall’altro rivela la sua caratteristica empirica e conseguentemente d’immediata conoscibilità. Spiegare l’unione delle due note, significa intendere come vi sia passaggio dalla realtà fenomenica alle idee. Tale è il discorso che risulta in sintesi dai seguenti passi: “… l’anima, vedendo in terra la bellezza e ricordando l’altra veduta al di là dei cieli, s’impenna e vuol slanciarsi a volo … Senza veli la bellezza ci apparve allora quando nel beato coro fruimmo della beatifica visione e allora fummo iniziati a quei misteri divini, più alti di ogni altro rito terreno … Precipitati in questo mondo noi l’abbiamo riconosciuta (la bellezza) più distintamente di tutte le altre per mezzo del più luminoso dei nostri sensi: la vista … Ma chi serba vivo il ricordo dei sacri misteri, tutto pieno allora delle ineffabili visioni, all’apparire di un volto celestiale o di un corpo che nella sua linea ricordi l’essenza della bellezza, freme e si turba, quasi riprovasse l’antica emozione” (Fedro, 246).
La bellezza allora, attraverso la sua concretizzazione terrena, è l’idea che viene più distintamente percepita e ricordata nella sua essenza ideale, è quella che meglio stimola l’ascesa dal mondo dei fenomeni alle idee in virtù anche di quella componente emotiva che è l’amore, il quale nasce appunto dalla visione della bellezza.
La teoria platonica della reminiscenza non solo serve a spiegare l’apriori della conoscenza ma a dare una conferma dell’immortalità e preesistenza dell’anima alla vita terrena: una prova gnoseologica che, spogliata degli elementi mitici, conserva una sua profonda verità per cui la presenza nella mente di idee pure, assolute, che non possono essere ricavate dall’esperienza, contingente e mutevole, rinvia a un mondo di valori di cui l’anima una volta fu partecipe.

http://www.eti-edizioni.it/conoscenza/il-pensiero-teosofico-nella-filosofia-antica,2,25

Scegli la Società Teosofica Italiana per il tuo 5 x mille:
non costa nulla e aiuti la diffusione dei principi teosofici e lo sviluppo di una nuova coscienza.
Codice Fiscale 80022260329