Pagine dalla Letteratura Teosofica

OCEANO TEOSOFIA
Tratto da “La teosofia e i maestri - l’oceano della teosofia” di William Q. Judge, pagg. 31-32. (Edizioni Teosofiche Italiane), pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di marzo 2018.
“La Teosofia è come un oceano di sapienza che si spande da una riva all’altra dell’evoluzione degli esseri senzienti; insondabile nelle sue parti più profonde, offre il massimo interesse alle menti più elette, mentre presso le rive è così poco profondo che non oltrepassa la comprensione di un fanciullo. Essa è la sapienza sulla Divinità, per coloro che credono che Dio sia in ogni cosa e in tutto, ed è sapienza della natura per l’uomo che accetta l’affermazione enunciata nella Bibbia cristiana che Dio non può essere misurato né scoperto e che il suo ‘padiglione’ è circondato dall’oscurità.
Benché nel significato della parola ‘Teosofia’ sia contenuto per derivazione il nome Dio, e si potrebbe quindi credere a prima vista che essa abbracci solamente la religione, la Teosofia non trascura la scienza, anzi essa è la ‘scienza delle scienze’ e per questo è stata chiamata la ‘religione della saggezza’.
Infatti nessuna scienza che escluda anche una minima parte della natura, sia visibile che invisibile, può dirsi completa e quella religione che, dipendendo solamente da una presunta rivelazione, si estranei dalle cose e dalle leggi che regolano la natura, non è che una delusione, nemica del progresso umano, e un ostacolo all’avanzamento dell’uomo verso la felicità. Abbracciando quindi tanto la scienza che la religione, la Teosofia è una ‘religione scientifica ed una scienza religiosa’.
Non è una credenza né un dogma formulato o inventato dall’uomo, ma è una conoscenza delle leggi che governano l’evoluzione dei componenti fisici, astrali, psichici e intellettuali della natura e dell’uomo. La religione di oggi non è che una serie di dogmi creati dagli uomini, senza alcun fondamento scientifico per l’etica che vi viene propugnata, mentre la scienza fino a ora non si cura di ciò che non è visibile e, non ammettendo l’esistenza nell’uomo di un intero gruppo di facoltà interiori di percezione, essa viene di conseguenza esclusa dall’immenso e reale campo di esperienza che esiste all’interno delle sfere visibili e tangibili.
Però la Teosofia sa che l’intero è costituito dal visibile e dall’invisibile e, vedendo la transitorietà delle cose e degli oggetti esteriori, essa comprende i fatti della natura tanto dal lato esteriore che da quello interiore. Per questa ragione essa è completa in se stessa e non le è possibile trovare misteri senza soluzione; essa esclude l’espressione ‘caso fortuito’ dal suo vocabolario e proclama il dominio delle leggi in ogni cosa e
in ogni avvenimento”.

http://www.eti-edizioni.it/conoscenza/l-oceano-della-teosofia,2,37

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