Natale, un giorno

natale, un giorno
Le luci sfavillanti delle vetrine ci ricordano gli aspetti consumistici del Natale, con una “preparazione” che comincia ormai con molte settimane di anticipo e prosegue anche dopo con il “rito” dei saldi.
Certo, fa piacere fare e ricevere regali natalizi, ma il Natale non è solo questo: è anche ricordo dell’infanzia, è condivisione famigliare e degli affetti, è il calore umano, è anche un momento di solidarietà nei confronti di chi ha meno e di chi soffre.
C’è una grande energia in tutto ciò.
Ma il Natale non è solo questo. Ḗ archetipica simbologia della Vita: il Solstizio d’Inverno “consuma” l’espandersi della Notte ed apre la via al ritorno della Luce, che è qualcosa fuori ma anche dentro di noi.
Ḗ profondo significato religioso, in cui c’è modo, ad esempio, di comprendere il significato cristiano della venuta di Gesù, ma anche di quella del Cristo, rendendo possibile la comprensione del ponte che esiste fra le vicende umane e quelle del divino (=luminoso) e, in ultima analisi, della profonda interconnessione fra spirito e materia, nel segno della Vita Una.
Ma il Natale non è solo questo. Ḗ anche la possibilità di silenzio e di meditazione; di osservazione e consapevolezza. Nel “ciclone” degli accadimenti, c’è un “occhio” di pace ed armonia in cui, con un totale disincanto, l’essere umano ha la possibilità semplicemente di “essere” e, proprio per questo, di sorridere alla vita, superando ogni dualismo, anche quello fra osservatore ed osservato.
Allora il presepe si trasforma in una allegoria dell’esistenza; l’albero di Natale in un simbolo di luce e di possibilità; la relazione nella forza dell’amore.
Sullo sfondo, la consapevolezza che il Natale è soprattutto uno stato di coscienza, come aveva ben compreso Hirokazu Ogura nella sua poesia, “Natale, un giorno”:

“Perché
dappertutto ci sono così tanti recinti?
In fondo tutto il mondo è un grande recinto.
Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.
Perché
il colore della pelle non è indifferente?
In fondo siamo tutti diversi.
Perché
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.
Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.
A Natale - un giorno - gli uomini andranno d’accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta.
Allora tutti si diranno "Buon Natale!" a Natale, un giorno”.

(Editoriale di dicembre del direttore della Rivista Italiana di Teosofia, Antonio Girardi)