Materia, intelligenza e consapevolezza: i campi d’indagine di Federico Faggin

Materia, intelligenza e consapevolezza
Federico Faggin, vicentino di nascita e californiano di residenza, si è segnalato come uno dei più innovativi scienziati del nostro tempo. A lui si devono importanti “invenzioni”, quali i primi microprocessori e i primi touchpad e touchscreen.
Da alcuni anni ha dato inizio a un cammino intellettuale che considera ancora più importante e che lo porta ad indagare in regioni del pensiero dove si fa indistinto il confine fra la fisica, la filosofia e la spiritualità.
Intervistato l’8 ottobre scorso da “Il Giornale di Vicenza” ha sottolineato che c’è “una differenza fondamentale tra intelligenza naturale e intelligenza artificiale”, dato che “la consapevolezza è un fenomeno che non lascia modo di essere verificato, se non all’interno di ciascuno di noi”. Quando l’intervistatore Gianmaria Pitton gli ha chiesto: “Artificiale e naturale sono quindi irriducibili l’uno all’altro?”, Faggin ha risposto: “Sì, perché la natura è fondamentalmente diversa. Il vivente è un sistema aperto, perché scambia energia, informazione, materiale da costruzione. E l’informazione che scambia è completamente diversa da quella di un computer, che deriva dalla teoria dell’informazione di Shannon. L’informazione secondo Shannon è astratta, avulsa da qualsiasi significato. Invece l’informazione degli esseri viventi è connessa in maniera irriducibile con il significato che porta. È un messaggio molto profondo, che scardina alla base le idee dei fisici”.
Quindi Faggin la materia non è qualcosa di astratto (come invece la considera la fisica) e al centro della sua indagine si sono dunque la consapevolezza e la spiritualità intese come “esperienza interiore di una realtà trascendente”.