Luce e colore nell’opera di James Turrel

James Turrel
La dottoressa Roberta Reali, attenta studiosa della realtà artistica contemporanea, ci ha segnalato un importante artista americano, James Turrel (1943) e ne ha collegato l’opera con quella del musicista britannico Brian Eno (1948).
Riportiamo di seguito le sue riflessioni, non senza rilevare la un collegamento fra la pittura di Turrel e quella di Nicolas Roerich, quasi che la prima rappresenti una geometrizzazione (probabilmente non consapevole) della seconda.

La poetica di Turrel (nato sotto il segno zodiacale del Toro) affronta l'idea dell'esperienza dello spazio in quanto materia/colore/luce in trasformazione (analogamente all'assunto dei Mahatma che diceva: “La materia è luce cristallizzata e lo spirito è materia sublimata”).
Quindi Turrel conduce il fruitore ad esperire l'essenza del colore in quanto manifestazione luminosa (frequenza elettromagnetica) che “diventa” materia cromatica (quanto): perciò, considerandone gli effetti psichici, viene esplorato anche il dominio dell’emozione, del feedback e delle sensazioni interiori che si esperiscono una volta immersi in uno spazio “astratto” rispetto ai comuni parametri dell’esperienza quotidiana.
“Cerca la luce”, “Incontra la luce”, “Accogli la luce” sono anche gli assunti fondamentali della pratica mistico-religiosa degli Shaker, cui la famiglia originaria di Turrel apparteneva.
Interessante è il fatto che Turrel, figlio di un pilota aeronautico, pilota egli stesso e studioso di fisica e psicologia, abbia potuto esperire e studiare gli effetti dell'immersione visiva nello spazio atmosferico e quelli della sua mutevolezza cromatico-luminosa. L'immersione del fruitore negli ambienti di Turrel vuole ricreare “artatamente” l'esperienza mistica e sublime dell'interazione tra i colori primari blu e magenta (e successivamente anche di quelli secondari), rappresentando l'”Urphainomen” goethiano, la manifestazione cosmica originaria che genera l'esperienza del colore, rendendo manifesto all'uomo l'intero universo cromatico. Pensando alla teoria quantistica, si potrebbe dire che il colore rivela la manifestazione e ne costituisce materialmente il velo, i veli, attraverso cui l'uomo vede l'intera realtà (in continuo movimento). A questo proposito si può notare che spesso l'opera di Turrel si presenta attraverso un “trompe l'oeil”, un inganno visivo, che viene “svelato” solo attraverso l'esperienza stessa del dipinto: uno schermo luminoso in realtà è solo la “soglia” che bisogna attraversare per esperire la realtà del colore-luce, così come un “oggetto” tridimensionale e luminoso si rivela in realtà prodotto dell'interazione della luce e di uno spazio cavo.
Anche Eno dipinge o scolpisce con il suono, la luce (e le sue quasi impercettibili, affascinanti, trasformazioni cromatiche) creando esperienze ambientali. Spesso il riferimento è buddhista.
Ecco un esempio: https://www.youtube.com/watch?v=1RNt-7mkS4Q
Di seguito qualche link che può dare un'idea dell'opera e degli esperimenti di James Turrel: https://www.google.it/search?tbm=isch&sa=1&ei=WrXTW_OaIJK-af_0uPAN&q=james+turrell&oq=james+turrell&gs_l=img.3..0i67k1j0l2j0i67k1j0l6.95735.96980.0.97910.7.7.0.0.0.0.96.536.7.7.0....0...1c.1.64.img..0.5.390...0i19k1j0i8i30i19k1j0i30k1.0.4HqTSbFDqK4
https://www.youtube.com/watch?v=v2GsgfXStCQ
https://www.youtube.com/watch?v=udlzm3Ea3RE
https://www.youtube.com/watch?v=kUtf7KkKRmM