I mosaici di Aquileia di ispirazione gnostica

Mosaici gnostici
Si celebra quest’anno la ricorrenza dei 2200 anni dalla fondazione della città di Aquileia (181 a.C. - 2019 d.C.), non lontana da Grado e oggi in provincia di Udine.
In un luogo dove erano prima insediate delle comunità celtiche i romani finirono per edificare via via un centro di grande importanza sia dal punto di vista militare sia per quanto riguarda gli aspetti commerciali e politici.
La ricchezza portò con sé importanti opere urbanistiche, civili, religiose e artistiche.
Con la decadenza di Roma alterne furono poi le vicende di Aquileia, la cui comunità è oggi ridotta a poco più di tremila abitanti.
Rifulge ancor oggi la celebre Basilica patriarcale, i cui resti più antichi sono del IV secolo e che venne poi edificata nella forma attuale poco dopo il Mille, con due serie di mosaici, di differente datazione e ispirazione. Una serie è di chiara derivazione gnostica (è quella a sinistra della Basilica, con una parte che è ai piedi del campanile) ed è stato, probabilmente, proprio il richiamo allo gnosticismo il motivo per cui venne in parte distrutta.
Il tema della storia e del significato di questi mosaici gnostici è stato affrontato in modo magistrale dallo studioso Renato Iacumin (1941 - 2012), che ha dedicato le sue migliori energie all’identificazione dell’aspetto gnostico dei mosaici e del significato filosofico-religioso di questa presenza.
Di Iacumin vanno ricordati non solo i suoi libri, ma anche lo straordinario intervento, del settembre 2011 quando, in occasione del Seminario di Studio su “Teosofia e Gnosi”. Dell’intervento si trova traccia in un articolo pubblicato dalla Rivista Italiana di Teosofia del maggio 2012.
L’auspicio è che nelle variegate e numerose iniziative che quest’anno ravviveranno Aquileia, ci sia spazio per trattare anche il tema della presenza in questa città di tracce importanti di una cultura filosofico-religiosa diversa da quella ufficiale. Tracce che si possono peraltro riconoscere qua e là anche in alcune delle opere esposte nel magnifico Museo Archeologico Nazionale.