Maria Zambrano e il sogno del divino femminile

Segnaliamo l’interessante opera di Giuliana Savelli: “Maria Zambrano e il sogno del divino femminile”, pubblicata da Iacobelli editore.
Si tratta di una sintesi del pensiero della filosofa, per quanto riguarda la sua visione dell’uomo e del destino.
Giuliana Savelli segue la virata che Zambrano impone al pensiero, che scende verso la vita per poi risalire. Si apre infatti con i sogni, la vita nel corpo addormentato di cui non siamo consapevoli; e si chiude con il risveglio della coscienza nella luce dell’Aurora. Un aspetto originale del testo è il lavoro delle connessioni: portare i sogni dentro la filosofia; leggere in chiave transpersonale la psiche; ritrovare un nuovo inizio filosofico; ritrovare un metodo del pensiero fondato sul sentire; riproporre una nuova visione del divino femminile, partoriente sempre vergine come le antiche dee, pensante. Centro delle connessioni è il soggetto, quello che Zambrano chiama chi, l’individuo in carne ed ossa, la singola donna nella pienezza del sentire, che finalmente entra a pieno titolo nella filosofia, per trasformare se stessa e la vita. Zambrano resta una filosofa che ha fiducia nel cambiamento e risveglia la speranza.
Scrive Chiara Zamboni nell’introduzione al libro: “Sebbene il testo di Giuliana Savelli non sia affatto accademico e non segua i criteri tradizionali dei testi filosofici, tuttavia ha un’impronta filosofica che ha una certa tonalità, un suono particolare”.
L’autrice, professoressa di lettere in pensione, si è poi laureata in filosofia a Verona, dove vive e partecipa alle iniziative del Circolo della Rosa e frequenta i seminari della Comunità Filosofica Diotima. Ha scritto una serie di racconti e ha tenuto laboratori di lettura e scrittura femminile presso l’Associazione Le Melusine di Milano, di cui fa parte.