La straordinaria Helena Petrovna Blavatsky

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La storia e la cronaca della Società Teosofica nei primi anni di vita sono state caratterizzate dalla straordinaria presenza di Helena Petrovna Blavatsky (1833-1891), che ha saputo non solo restituire in forma moderna, attraverso i suoi scritti (in primis La Dottrina Segreta), alcuni straordinari frammenti dell’Eterna Saggezza (Teosofia), ma ne ha generosamente condiviso i contenuti grazie ad un lavoro maieutico teso non solo ad alimentare la conoscenza ma anche a trasformare la coscienza degli esseri umani che si relazionavano con Lei.
Forte, decisa, generosa, anticonformista, non ha avuto timori ad affermare il principio della Fratellanza e dell’Unità della Vita, subendo spesso attacchi non solo ingenerosi, ma anche mendaci e intellettualmente violenti.
Nemmeno il ritiro (dopo un secolo!) delle accuse dell’Istituto di Ricerche Psichiche di Londra, ha saputo restituire piena serenità alla sua memoria ed il suo nome viene ancora oggi infangato dalla disonestà intellettuale di taluni che, probabilmente, non hanno nemmeno letto le sue opere.
Di contro, un numero sempre maggiore di persone si avvicina oggi alle opere ed al pensiero di H.P.B., traendone beneficio interiore e un allargamento dei propri spazi di ricerca.
Piace qui ricordare che per molti decenni i teosofi e i ricercatori, non solo hanno letto e studiato le principali opere di H.P. Blavatsky, ma ne hanno condiviso i contenuti, scambiandosi manoscritti di testi non ancora pubblicati.
E’ questo il caso di un vecchio ciclostilato riportante i Dialoghi sulla Dottrina Segreta – Dibattiti del Gruppo Blavatsky di Londra (1888-1889).
Proprio da questi vecchi fogli che testimoniano entusiasmo nella ricerca e dedizione al pensiero teosofico originario, riportiamo di seguito un frammento, in cui H.P.B. risponde così alla domanda: “Lo Spazio eterno e la Durata sono gli unici attributi dell’infinito?” con queste parole: “Essendo Eterni, lo Spazio e la Durata non sono attributi, ma aspetti dell’Infinito.
L’infinito, inteso come Principio Assoluto, non può avere attributi, poiché solo ciò che è in sé finito e condizionato può avere un qualsiasi rapporto con qualche altra cosa”.

Helena Petrovna Blavatsky, biografia