La serendipità e il pentaquark

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Gli esoteristi ed i teosofi danno molta importanza al concetto di serendipità, coniato da Horace Walpole (1717-1797), con il preciso significato di rappresentare il senso dell'esperienza dei figli del Re di Ceylon che, lasciata la casa paterna alla scoperta del mondo ed ispirati dalla ricerca del bello, del buono e del vero, scoprirono molti tesori, dentro e fuori di loro, in modo apparentemente casuale.
La ricerca dunque, se disinteressata e priva di paradigmi condizionanti, può portare alla scoperta di qualcosa di nuovo e di inaspettato.
Questo avviene molte volte anche in campo scientifico, come testimonia la recente esperienza della straordinaria scoperta al CERN di Ginevra del pentaquark, una particella che i fisici "cercavano" da cinquant'anni. Il coordinatore per la fisica dell'acceleratore "Large Hadron Collider" (LHC) del CERN ha affermato: "Non stavamo cercando proprio il pentaquark, ci siamo un po' inciampati sopra".
L'ipotesi che i protoni ed i neutroni dell'atomo siano composti da due, tre o più quark è stata formulata a metà degli anni Sessanta dal fisico americano Murray Gell-Mann.
Via via la scienza si avvicina ad una maggior comprensione della struttura della materia ed in particolare di quella "forza forte" che tiene unite le particelle del nucleo degli atomi.
L'energia, la forza e l'intelligenza immanente che la materia dispiega testimoniano la profonda unità della manifestazione e l'integrazione fra ciò che viene definito spirito e ciò che è chiamato materia. L'anelito dell'essere umano alla conoscenza e soprattutto alla consapevolezza lega con un filo indissolubile le scoperte scientifiche, l'esplorazione dello spazio (che meravigliose immagini di Plutone ci ha trasmesso la sonda New Horizons!) e la ricerca interiore. Come in alto, così in basso.