Importante scoperta scientifica sulle onde gravitazionali

onde gravitazionali
Il mondo della fisica e dell’astronomia torna agli onori delle cronache dopo che è stata annunciata a tutta la comunità scientifica ed agli interessati che l’ipotesi di Albert Einstein sull’esistenza delle onde gravitazionali ha larghe possibilità di essere vera.
L’onda gravitazionale è una deformazione della curvatura dello spazio-tempo che si propaga come un’onda. Einstein inserì questa ipotesi nel 1916 all’interno della sua teoria sulla relatività generale.
Le nuove conferme traggono vita dalla ricerca e dalla sperimentazione di due équipe, una statunitense (vedi: Abbott B.P. et al. e Witze Witze, Observation of Gravitational Waves from a Binary Black Hole Merger, in Physical Review Letters, 11 febbraio 2016) e una italiana (vedi Davide Castelvecchi, Witze Witze, Einstein's gravitational waves found at last, in Nature News, 11 febbraio 2016).
Salvatore Capozziello, dell'università Federico II di Napoli, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e presidente delle Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (Sigrav) ha sottolineato come: “Diventa possibile costruire una nuova mappa del cielo: finora avevamo solo quella basata sulla luce visibile, o sui raggi X, o sull'infrarosso, e adesso si può costruire la mappa basata sulle onde gravitazionali. "E' appena l'inizio di una lunga storia", ha rilevato Capozziello, perchè una mappa del genere potrebbe essere fatta di una miriade di oggetti che finora sono stati invisibili. Non solo: finora i buchi neri erano solamente oggetti teorici previsti dalla teoria della relatività generale; adesso sono oggetti reali. Ne sono state appena visti due, distanti 1,3 miliardi di chilometri, fondersi in un nuovo buco nero. E' stato ascoltato il loro suono, ne sono state calcolate dimensioni e distanza. Che cosa significa tutto questo, a che cosa potrebbe servire? Sicuramente sono conoscenze senza precedenti e rivoluzionarie, ma potrebbe esserci altro".
La scoperta dell’esistenza delle onde gravitazionali rivoluziona dunque e amplia il mondo della fisica e della ricerca cosmologica. Per esempio finora lo studio del cosmo è stato realizzato solo attraverso i segnali emessi da stelle e galassie nello spettro elettromagnetico (luce visibile, raggi X e gamma, infrarossi, ultravioletti, onde radio di varia lunghezza d’onda). L’esistenza delle onde gravitazionali apre un mondo nuovo: la possibilità di studiare l’universo (e i misteriosi buchi neri) in modo completamente differente. Oltre che “vederlo”, saremo in grado anche di “sentirlo” nella sua essenza più fondamentale, lo spazio-tempo, due elementi che, secondo Einstein, sono una cosa sola. E capire come e perché l’universo non solo si espanda, ma stia addirittura accelerando la sua velocità di ampliamento. E c’è chi ipotizza scenari che sfiorano la fantascienza: la verifica dell’esistenza di tunnel spazio-temporali (wormhole in inglese) nelle vicinanze dei buchi neri, che potrebbero mettere in relazione parti distanti dell’universo o addirittura universi diversi dal nostro. Infine arrivare alla soluzione dei componenti di base dello spazio-tempo secondo la teoria della meccanica quantistica, ancora divisa tra “stringhe”, “membrane” o “anelli” (loop).
Molti sono ancora gli aspetti dell’universo di cui l’uomo deve prendere coscienza. H.P. Blavatsky, la fondatrice della Società Teosofica, non si stancava di ripetere che per comprendere il particolare l’essere umano deve abituare la sua mente a ragionare in termini di eterno ed infinito, non dimenticando mai che lo spazio e il tempo sono strettamente interconnessi.