Gian Giacomo Porro, un archeologo teosofo e idealista

Gian Giacomo Porro
G.G. Porro al lavoro alla propria scrivania di Cagliari. Foto inviata da Antonio Taramelli a Francesco Porro (su concessione del MiBACT – Soprintendenza ABAP di Cagliari. Rielaborazione grafica C. Buffa).
Il dottor Massimo Casagrande del Segretariato Generale del MiBACT Sardegna, ha pubblicato, nei Quaderni 27/2016 della Sovrintendenza dei Beni Culturali di Cagliari, un interessante articolo titolato “Dalla Sardegna all’infinito. Gian Giacomo Porro, un archeologo e i suoi ideali”.
Porro, nato a Torino nel 1887 e morto in combattimento a 28 anni durante la Prima Guerra Mondiale, è stato un teosofo importante che nella sua giovane vita ha avuto modo di scrivere numerosi articoli nel “Bollettino Ufficiale della Società Teosofica Italiana” e di farsi molto apprezzare per la forza, la simpatia, lo spirito fraterno.
Gian Giacomo Porro è stato una delle maggiori promesse dell’archeologia italiana degli inizi del XX sec.
Allievo di Antonio Taramelli, fu il primo diplomato alla Regia Scuola Italiana di Archeologia di Atene. Partecipò alle campagne di scavo di Creta, fu il primo esploratore di Rodi insieme a Giuseppe Gerola, venne inviato da Lucio Mariani in Libia nella nuova Soprintendenza di Bengasi pochi anni dopo l’istituzione della colonia Italia. Fu anche un esponente attivo della Società Teosofica Italiana.
Dopo un travagliato e lungo percorso concorsuale, arrivò a Cagliari come Ispettore e vi rimase un anno. Poco prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale venne richiamato in servizio nell’esercito, dove prestò servizio nel 111° Reggimento di Fanteria (Brigata Piacenza). Morì sul Carso il 28 agosto 1915, primo caduto della Direzione Generale Archeologia e Belle Arti e come tale venne onorato a Cagliari da Taramelli, a Roma da Luigi Pigorini e Corrado Ricci.
Riposa nel Cimitero degli Eroi di Aquileia, dove venne fatto trasportare da Ugo Ojetti.
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Tomba di G.G. Porro nel Cimitero degli Eroi di Aquileia (foto di Massimo Casagrande).