139^ Convenzione internazionale della Società Teosofica

Boyd ad Adyar
Quella che si è svolta dal 26 al 31 dicembre 2014 ad Adyar è stata la 139^ Convenzione internazionale della Società Teosofica. Da tutto il mondo si sono dati appuntamento nella sede storica della S.T. oltre 1200 delegati fortemente motivati e ispirati dal principio della Fratellanza Universale senza distinzioni. Il tema della Convenzione è stato: “Theosophy in a Changing World” (la Teosofia in un mondo che cambia) ed i principali relatori che lo hanno trattato sono stati: Tim Boyd, Linda Oliveira, Tran-Thi-Kim Dieu, Michael Gomes e Manoj Das.
Particolarmente significativa è stata, come di consueto, la cerimonia d’apertura, con la Preghiera delle Religioni, recitate da un rappresentante per ciascuna delle principali correnti religiose, da quella Induista a quella Cristiana, dalla Buddhista a quella Islamica, da quella dei Parsi a quella Ebraica. E’ stato ancora una volta emozionante vedere susseguirsi nel saluto i rappresentanti delle tante Sezioni Teosofiche sparse per il mondo.
La Convenzione di quest’anno è stata caratterizzata da una forte connotazione tecnologica, voluta dal Presidente Internazionale Tim Boyd e finalizzata al dare anche a coloro che ad Adyar non potevano esserci la possibilità di seguire in diretta streaming, via internet, i lavori della Convenzione.
Adyar è un luogo suggestivo che racchiude l’intera parabola della storia della S.T.: è qui che i pionieri H.S. Olcott ed H.P. Blavatsky hanno sviluppato un prezioso lavoro basato sul concetto di Unità della Vita. È qui che è stata raccolta un imponente numero di testi e di documentazioni, che hanno dato vita alla Theosophical Library. E’ qui che Annie Besant ha fondato l’Ordine Teosofico di Servizio e sempre ad Adyar è stato riconosciuto ed amorevolmente educato Jiddu Krishnamurti. Adyar è pure caratterizzata dalla presenza di templi di tutte le principali religioni. C’è forse un altro posto così al mondo, in grado di vedere pregare fianco a fianco ed in armonia indù e buddisti, cristiani ed islamici, parsi, ebrei e sikh e questo senza discriminare massoni ed atei, agnostici e menti religiose senza religione?
Forse è anche per questo che la natura ad Adyar pare come godere di una sorta di benedizione, direttamente percepibile quando si percorrono i lunghi viali. Adyar: un luogo dell’anima.