Glossario

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VAM

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava, con questo nome si designa il vorticoso fiume dei vizi.

VAMACARA

 
(San.) - Nella filosofia indù si possono individuare due vie ben distinte: la via di Vishnu e la via di Shiva. La prima è quella dell'aspetto conservatore della divinità e può essere chiamata la via di destra, la seconda è caratterizzata dall'aspetto distruttivo e costituisce la via di sinistra detta appunto Vamacara. Contrariamente a tutte le allarmate e fantasiose interpretazioni dello spiritualismo moraleggiante, la via di destra e quella di sinistra conducono allo stesso punto. Da questa semplice considerazione partendo è facile capire perchè mentre alcuni si macerano sulla via della virtù, altri cercano lo stesso risultano sulla strada della più bieca perdizione. Al brahmino casto e pulito si contrappone il fachiro sporco, e mentre il primo mangia alimenti puri, offrendoli agli dei, il secondo si nutre di escrementi. E non si può pensare di limitare il fenomeno alla misteriosa India, poiché nel Medioevo, in Europa, la Chiesa cristiana permetteva che una volta l'anno, in determinati periodi, allo interno del tempio si scatenassero le orge più dissennate, alle quali partecipavano, summo cum gaudio, anche i preti. È la versione moderna dei Saturnali, dei Baccanali, delle sfrenate Dionisiae, che ancor oggi trovano pallida eco nel Carnevale.

VAMACHARI

 
(Tan.) - Membro di una setta tantrica che pratica alcune discipline che includono il panchatattva.

VAMADEVA

 
(San.) - Altro nome di Shiva, il Distruttore (delle forme esterne). Rinasce come Kumara in ogni Kalpa in quattro giovani per ognuno dei quattro colori (bianco, rosso, giallo, scuro o nero).

VAMANA

 
(San.) - Il quinto Avatar di Vishnu, dal quale deriva il nome di Gnomo, la cui forma fu assunta da quel dio.

VAMPIRI

 
(Occ.) - La credenza dei vampiri è antica e diffusa in tutto il mondo. La credenza individua nel vampiro un essere umano che, dopo essere morto, mantiene incorruttibile il suo corpo alimentandolo con sangue umano; le sue vittime diventano a loro volta vampiri. È dotato di poteri magici (invulnerabilità, metamorfosi, ecc.) che rimangono attivi durante il suo periodo di azione, dal tramonto all'alba; di giorno egli giace nella sua tomba. La sua realtà è di ordine magico e, poiché appartiene al soprannaturale, lo si fa rientrare in qualche modo nei fatti religiosi. Poiché il suo stato è intermedio fra la vita e la morte, esso minaccia gli scopi ultimi della soteriologia, dal momento che imprigiona l'essere nella vita profana a tempo indeterminato, impedendogli di raggiungere la salvezza. E poiché magia e sovranità sono spesso associate, il vampiro è frequentemente un personaggio appartenente a famiglie di rango elevato. Il vampiro, però, può essere disattivato provocandone la morte definitiva. Per ottenere ciò si rende necessario dissotterrare il cadavere, impalarlo, tagliare la testa, strappare il cuore, bruciare tutto. Il termine vampyr appartiene alla lingua tedesca, ma in realtà proviene dalla Serbia, mentre la terra più popolata di vampiri si dice sia la Transilvania.

VAN HELMONT Johannes

 
(Bel.) - Bruxelles 1577, Vilvorden 1644. Medico, acuto osservatore e sperimentatore, fu anche filosofo, seguendo la dottrina naturalistica del suo tempo, permeata di misticismo magico ed astrologico. Si ricollega a Paracelso di cui sviluppa la dottrina dell'Archeo. Per quanto riguarda l'origine delle cose, accetta solo due elementi: aria ed acqua. Crede nella aura vitale, con la quale si possono compiere miracoli. Non crede nell'astrologia.

VANA

 
-PRASTHA (San.) - Letteralmente significa "residenza nelle selve" e sta ad indicare la condizione di eremita, ultimo stadio (ashrama) della vita di un brahmana, o ksatrya ortodosso.

VANAHIM

 
(Gno.) - Con Lamertade rappresenta la settima ed ultima coppia di Eoni (Padre e Madre). Vanahim è la componente maschile.

VANDALI

 
(Ori.) - Nome che indicò dapprima i Germani orientali, di cui facevano parte anche i Burgundi ed i Goti; successivamente si restrinse ad una singola gente. Stabilita inizialmente sulla costa del Baltico e sulla Vistola, sospinti da altre popolazioni, si spostarono verso l'Europa centrale, dove si unirono ai Silingi ed agli Aldingi. Sospinti dai Goti, si spostarono ancora fino ai confini della Dacia da dove, cacciati dagli Unni, si portarono in Rezia. Sconfitti i Goti, si attestarono sulle rive del Reno e dilagarono in Gallia; per un certo tempo conquistarono anche la penisola iberica. Con Genserico alla testa, conquistarono il nord Africa da dove passarono in Italia, mettendo a ferro e fuoco Roma a cavallo fra il IV ed il V secolo. Di religione ariana, si scontrarono duramente con i cristiani, con i quali non vennero mai a patti. Lo scontro finale contro la cristianità e la romanità li vide sconfitti; in parte furono incorporati nella cavalleria imperiale, in parte furono venduti come schiavi. Scomparvero dalla storia verso la metà del sesto secolo.
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