Glossario

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VAIROCHANA

 
(San.) - Letteralmente significa "che tutto illuminano". Un simbolo mistico, o meglio, una personificazione generica di una classe di essere spirituali descritti come l'incarnazione della saggezza essenziale (bodhi) e della purezza assoluta. Essi dimorano nel quarto Arupa Dhatu (mondo senza forma), o Buddhakshetra, e sono la prima gerarchia, cioè la più elevata, dei cinque Dhyani Buddha dell'ortodossia. Vi fu uno Sramana (Arhat) che aveva questo nome (Vedi Dizionario Cinese in Sanscrito di Eitel), nativo del Kashmir, "che introdusse il Buddhismo nel Kustan e operò in Tibet" (nel settimo secolo della nostra era). Fu il miglior traduttore del Canone semiesoterico del Buddhismo Settentrionale, e contemporaneo del grande Samantabhadra.

VAISAKHA

 
(San.) - Una famosa asceta donna, nata a Sravasti, e chiamata Sudatta, "donatrice virtuosa". Era la madre superiore di un Vihara, o convento di Upasika donne, ed è ricordata come la fondatrice di un Vihara per Sakyamuni Buddha. È considerata la patrona di tutte le ascete donne Buddhiste.

VAISALI

 
(Ind.) - Città dell'India antica, famosa specialmente al tempo di Mahavira e del Buddha Gautama. Era allora capitale dei Licchari, un territorio sacro alle tradizioni religiose dei buddhisti ed a quelle dei jaina. Corrisponde all'attuale villaggio di Besarh, nel Bihar.

VAISHESHIKA

 
(San.) - Una delle sei Darshana, o scuole di filosofia, fondata da Kanada. È chiamata la Scuola Atomistica poiché insegna l'esistenza di un universo di atomi di carattere transitorio, un numero infinito di anime e un numero determinato di principi materiali, con la cui correlazione ed interazione hanno luogo periodiche evoluzioni cosmiche senza nessuna Forza dirigente, tranne una specie di legge meccanica inerente agli atomi; una scuola molto materialistica. Questa scuola formula la teoria delle categorie dell'essere ed è associata al Nyaya. Le basi di questo sistema filosofico sono esposte nel Vaishe-sika-Sutra di Kanada, opera che seppur scritta in epoca già moderna, contiene teorie che risalgono a molti secoli prima. Il contenuto di quest'opera sembra opporsi radicalmente al Buddhismo per la sua concezione realistica e sostanzialistica del cosmo e dell'uomo. Le sei categorie fondamentali della sua metafisica sono: sostanza, qualità, azione, universalità, particolarità, inerenza. Le sostanze possono essere visibili ed invisibili, materiali e non materiali, eterne e non eterne. Le sostanze non percepibili (spazio, tempo, etere, anu, manas, atma, ecc.) vengono inferite in base ai loro effetti o alle qualità che esse posseggono. L'atman, che ha come strumento il manas, si avverte in modo autocosciente quando si afferma l'Io o si attuano processi di conoscenza. Le anime sono entità diverse da Ishvara, il Signore. Nella sua forma teistica, il sistema ritiene essenziale la grazia divina per ottenere la salvezza ultima, mentre l'osservanza del dharma è solo rispetto per l'espressione della divina volontà. La conoscenza si realizza mediante la percezione, l'inferenza, il ricordo, l'intuizione (riservata solo ai saggi).

VAISHNAVA

 
(San.) - Un seguace della setta bengalese nata dagli insegnamenti di Caitanya, che riconosce e adora Vishnu quale unico Dio supremo. Gli adoratori di Shiva sono chiamati Saiva. In realtà si tratta di una setta krishnaita, che adora Krishna come forma suprema di Vishnu È anche il nome del settuplice fuoco che arde all'interno del corpo umano.

VAISHVANARA

 
(San.) - Letteralmente significa "che riguarda tutti gli uomini, universale". Nella filosofia Vedanta si applica allo Spirito Supremo. È una ipostasi ed epiteto di Agni terrestre, un nome simbolico di Atman nella condizione di veglia, la denominazione delle fauci del cavallo sacrificale nelle Upanishad, il fuoco vitale comune a tutti i viventi (come tale identificato al Purusha), il nome del prana-Agni-samvatsara, e perfino la denominazione rituale dell'ospite Vaishvanara è il fuoco magnetico vivente che pervade il Sistema Solare manifestato. Esso rappresenta l'aspetto più obiettivo ed onnipresente della Vita Una, perchè è il Principio Vitale. Nel Rig Veda è un nome di Agni, presentato sotto l'aspetto di un Danava, Demone o Gigante, le cui due figlie sono le madri di innumerevoli danava. È lo Spirito dell'Umanità e Nilakanta lo adopera per denotare il Sè. Il Brahmano che cammina sulla via dello yoga, lo indica come settuplice fuoco, la meta dell'asceta.

VAISHYA

 
(San.) - La terza delle caste tradizionali (varna) indù, a partire dall'alto, rappresentata dagli agricoltori, i commercianti, i produttori di ricchezza, gli allevatori, i borghesi. Assieme alle prime due si fregia della denominazione di "dvija" (due volte nati), poiché anch'essi, alla nascita naturale e materiale, possono aggiungere quella spirituale, ottenuta ad una certa età mediante sacra investitura.

VAIVASVATA

 
(San.) - Il nome del Settimo Manu, il Guardiano della Quarta Ronda, l'antenato della razza post-diluviana, o la nostra quinta umanità. Stimato figlio di Surya (il Sole), egli, dopo essere stato messo in salvo in un'arca (costruita per ordine di Vishnu) dal Diluvio, divenne il padre di Ikshwaku, il fondatore della razza solare dei re. (Vedi "Suryavansa"). Fu l'unico essere umano, assieme ai sette Rishi, a salvarsi dal diluvio in una barca (Xisuthrus, Noè, ecc.). Ida, o Ila, era la sua istruttrice, ma viene talora presentata anche come sua moglie, o sua figlia. Ida è la moglie di Budhi, la Sapienza. Vaivasvata Manu salvò la semenza dell'umanità, impedendo in tal modo che la Quinta Razza Madre andasse distrutta. Come progenitore della Quinta Razza, alcuni stimano sia vissuto 18 milioni di anni fa, altri 800.000; qualcuno afferma egli viva ancora nella presente umanità. Vaivasvata Manu è l'avatara di Vishnu: Matsya, o il Pesce. È uno dei sette manu minori che presiedono alle sette razze del nostro pianeta. In qualche caso, Vaivasvata può essere considerato un nome generico, o collettivo, come nome dell'attuale umanità. È considerato il padre di Yima (il primo uomo delle Vendidad) e di Yama, suo fratello gemello.

VAJA

 
-PEYA (San.) - Letteralmente significa "bevuta della vittoria" ed è alla base dello "shrauta", un rito solenne vedico.

VAJIN

 
(San.) - Letteralmente significa "stallone", ed è il nome del cavallo sacrificale (simbolo dell'anno), in quanto veicolo dei Gandharva, e quindi fecondatore del regno.
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