Glossario

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V

 
- La ventiduesima lettera dell'alfabeto latino ed anche di quello italiano considerando la J e la K. Fino al XVI secolo era una variante della U (di cui ne mantiene il nome fino al XIX secolo), assumendo un proprio posto con Trissino. Proviene dalla sesta lettera dell'alfabeto fenicio ( il wan) e poi passò nell'alfabeto latino quando i Romani accolsero l'alfabeto di Cuma, nel quale la v aveva il suono dell'attuale u italiana. Teoricamente nasce come un triangolo isoscele rovesciato, per poi, arrotondata la base, diventare una U. Dal Fenicio si passò alla v greca. I Romani consideravano U e V equivalenti, anche se la seconda aveva valore numerico ed esoterico. Frequentemente la V è stata considerata come una semiconsonante della U, o una semivocale, se si vuole. Nelle altre lingue troviamo la V, ma con suoni diversi. In tedesco, ad esempio, la V si legge come la F italiano, mentre il suono V è indicato con la W. In russo, il suono V è indicato dalla lettera B. Ciò potrebbe avere fondamento da vecchie usanze quale, ad esempio, quella scoperta dagli archeologi nell'antico digamma degli Eoli, dove V ed F erano intercambiabili. Dalla V maiuscola, i Greci ricavarono certamente la Y, mentre somiglianze difficili sono quelle con la Vau semitica e la Beth ebraica. Numericamente, nel sistema romano, equivale a 5, con una sbarra sopra sta per 5.000. I Cabalisti Occidentali l'hanno collegata con il nome divino ebraico I H V H. L'Ebraico Vau, comunque, essendo il numero 6, solo per il fatto di essere identico al W, è diventato un simbolo appropriato per il maschio-femmina, e spirito-materia. L'equivalente dell'Ebraico Vau è YO, e nei numerali è 6. Nelle abbreviazioni, la v minuscola sta per verbo, vedi, verso, voce, venturo, vocabolo, ecc.; la maiuscola sta per Vergine, Vice, Vostra, ecc. In Aeronautica, la V indica l'angolo di incidenza delle ali del velivolo, , in Chimica il Vanadio, in Fisica il potenziale elettrico (Volt) ed anche la velocità, in Marina (apposto su specifica bandiera) significa "ho bisogno di aiuto", in Matematica indica la variabile.

VAABITI

 
(Ara.) - Con questo termine vengono designati gli appartenenti ad una setta di Maomettani riformati che hanno in Arabia numerosi seguaci.

VACCA

 
(Eso.) - In India, l'adorazione della vacca e del toro si basa sul fatto che la prima personifica la potenza produttiva (Surabhi, la Vacca dell'Abbondanza), ed il secondo il potere generativo della Natura. La Vacca è anche il simbolo animale della Luna e talora aveva come contrassegno la falce di Luna crescente. Ciò è solo una piccola parte del significato di questo simbolo, essendo esso uno dei più grandiosi e filosofici. Esotericamente lo troviamo fra i simboli che circondano Ardhanari, a rappresentare la quinta razza, quella Ariana. Secondo l'Aitareya Brahmana, Vach, la Vacca Melodiosa del Rig Veda dalla quale discende l'umanità, fu inseguita dal padre Brahma, in preda ad incestuosa voluttà. Per sfuggire a tale minaccia, essa fu mutata in cerco. Essa è Iside, Venere, la madre del Logos, che per Egizi ed Indù diventa il Toro. Nella filosofia esoterica, la vacca è la natura creatrice, il toro lo spirito che vivifica. L'idea di un "culto della vacca" è quanto mai errata e ingiusta. Nessun Egiziano adorava la vacca, nè qualche Indù adora oggi questo animale, anche se è vero che la vacca e il toro erano sacri in passato quanto oggigiorno, ma solo come il simbolo fisico di un ideale metafisico; proprio come una chiesa fatta di mattoni e malta è per il Cristiano civilizzato sacra in ragione delle sue associazioni e non per le sue mura. La vacca era sacra a Iside, la Madre Universale, la Natura, e ad Hathor, il principio femminile in Natura, le due dee essendo legate sia al sole che alla luna, come provano il disco e le corna (crescenti) della vacca. (Vedi "Hathor" e "Iside"). Nei Veda, l'Alba della Creazione è rappresentata come una vacca. Questa alba è Hathor, e il giorno che segue, o la Natura già formata, è Iside, poiché entrambe sono una, tranne che riguardo al tempo. La più antica Hathor è la "sacerdotessa delle sette vacche mistiche" e Iside, la "Divina Madre" è la "vacca con le corna", la vacca dell'abbondanza (o Natura, Terra) e, come madre di Horus (il mondo fisico), è la "madre di tutto ciò che vive". L'outa era l'occhio simbolico di Horus, il destro era il sole, e il sinistro la luna. L'occhio "destro" di Horus era chiamato "la vacca di Hator", ed era usato come un potente amuleto, come la colomba in un fascio di raggi, o di gloria, con o senza la croce, è un talismano per i Cristiani, i Latini e i Greci. Il Toro e il Leone che troviamo spesso in compagnia di Luca e Marco nel frontespizio dei loro rispettivi Vangeli nei testi Latini e Greci, sono spiegati come simboli - come è in realtà. Perchè non ammettere la stessa cosa nel caso dei Tori, delle Vacche, dei Montoni e degli Uccelli sacri degli Egiziani?

VACERI

 
(Sca.) - Uno degli ordini sacerdotali che professava, assieme ai Druidi, il culto alle varie divinità dell'antica mitologia gallica.

VACH

 
(San.) - Letteralmente sta a significare la parola, ma definire Vach semplicemente "parola" è mancanza di chiarezza; vach è la Forza Creativa soggettiva che emana dalla Divinità Creatrice e diventa concreta espressione della ideazione; essa è la Parola, il Logos, il Verbo. In senso estensivo può essere accettata come l'organo della parola, l'essenza dell'uomo. Gli elementi sottili del Tejas, assorbiti dall'uomo, diventano "parola-pensiero", l'equivalente del nitrito del cavallo sacrificale. Con essa si accoppia Mitryu-fame, per generare quanto esiste; essa è il Suono, il Brahman, che illumina con la sua Luce il Purusha. Vach è il "dhenu" del cui latte vivono gli Dei, gli Uomini ed i Mani, è il fondamento della mente umana. Vach è la personificazione mistica della parola, e il Logos femminile, essendo uno con Brahma, che la creò da una metà del suo corpo, che egli divise in due porzioni; ella è anche una con Viraj (chiamata la Viraj "femmina") che fu creata in lei da Brahma. In un senso Vach è la "parola", tramite la quale la conoscenza fu insegnata all'uomo; in un altro senso ella è la "mistica parola segreta" che discende sui Rishi primordiali ed entra in essi, come le "lingue di fuoco" che, si dice, si siano "fermate" sugli Apostoli. Per cui, essa è chiamata il "creatore femmina", la "madre dei Veda, etc... Esotericamente, essa è la Forza Creatrice soggettiva che, emanando dalla Divinità Creatrice (l'Universo soggettivo, la sua "privazione" o ideazione) diventa il "mondo della parola" manifestato, cioè l'espressione concreta dell'ideazione, da cui la "Parola" o Logos. Vach è l'Adamo "maschio femmina" del primo capitolo della Genesi ed è quindi chiamata "Vach-Viraj" dai saggi. (Vedi Atharva Veda). Essa è anche "la celestiale Saraswati prodotta dai cieli", una "voce derivata da Brahma senza parola" (Mahabharata); la dea della saggezza e dell'eloquenza. È chiamata Sata-Rupa, la dea dalle "cento forme". Vach, come parte femminile di Brahma, è la dea delle forze attive della Natura, da cui sorge, prima ancora del latte, l'acqua, il principio femminile; è il potere magico del suono occulto della Natura e fa uscire dal Caos i Sette Elementi. Essa equivale alla egizia Iside, alla cinese Kwan-Yin, ecc. Aditi-Vach è il Logos, o Verbo, femminile, ossia la Parola, Sephira. Si suddivide in quattro specie: Para, Pashyanti, Madhyama e Vaikhari; queste quattro forme di Vach corrispondono ai quattro Principi del grande Cosmo. E Vach può essere intesa, a livello cosmico, come la Musica delle Sfere di Pitagora. Prajapati-Vach è l'equivalente di Adam-Kadmon.

VACUUM

 
(Lat.) - Esotericamente il simbolo della Divinità assoluta o Spazio Sconfinato.

VADAM

 
(Ind.) - Uno dei più antichi libri sacri indù, ritenuto equivalente alla Bibbia, contenente i precetti dell'antica religione, commentati e volgarizzati nello Shastah. Questo libro era adorato come simbolo della Divinità.

VAHANA

 
(San.) - Un veicolo, il portatore di qualcosa di immateriale e senza forma. Tutti gli dei e le dee, quindi, vengono rappresentati mentre si servono di vahana per manifestarsi, con veicoli sempre simbolici. Così, ad esempio, Vishnu ha, durante i Pralaya, Ananta, l'"infinito" (Spazio), simbolizzato dal serpente Sesha, e durante i Manvantara - Garuda, il gigantesco essere mezzo aquila e mezzo uomo, simbolo del grande ciclo; Brahma, discendendo nei piani della manifestazione, appare su Kalahamsa, il "cigno del tempo o dell'eternità finita"; Shiva appare come il toro Nandi; Osiride come il toro sacro Apis; Indra viaggia su un elefante; Karttikeya su un pavone maschio; Kamadeva su Makara, altre volte su un pappagallo; Agni, il dio del Fuoco universale (e anche solare) che è, come tutti essi, un "Fuoco che consuma", si manifesta come un montone e un agnello, Aja, il "non-nato"; Varuna, come un pesce, per i Greci, il delfino era il vahana di Nettuno, mentre il coccodrillo lo era di Horus, etc. Il veicolo dell'UOMO è il suo corpo, quello del Manas è il Kama Rupa, Buddhi lo è di Atma. La Terza Razza era il vahana dei Signori della Saggezza.

VAHLALLA

 
(Sca.) - Nell'antica mitologia scandinava, con questo nome si designava il paradiso di Odino, dove venivano accolte le anime degli eroi morti in battaglia, lì condotte dalle Valchirie. (Vedi Wahlalla e Walchirie).

VAIBHACHIKAS

 
(San.) - I seguaci del Vibhacha Shastra, un'antica scuola di materialismo; una filosofia che sostiene che nessun concetto mentale può essere formato, se non attraverso il contatto diretto fra la mente, per mezzo dei sensi, come la vista, il tatto, il gusto, etc., e gli oggetti esterni. Oggi vi sono ancora Vaibhachika in India.
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