Glossario

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U

 
La ventesima lettera dell'alfabeto italiano che non ha equivalente in quelli precedenti. Ha la stessa origine delle lettere v, w, y, da un'unica lettera dell'alfabeto fenicio. Nell'alfabeto latino la V valeva la U e così è rimasto nell'alfabeto italiano fino al tardo medioevo quando la u comparve per la prima volta in forma minuscola. La sua ufficializzazione, con regolare inserimento nell'alfabeto, si ebbe solo nel XVI secolo. L'equivalente di questa vocale italiana, l'ultima, era in greco il dittongo oy (omega-ypsilon), uso che fu seguito dai francesi. Essa, ancor oggi, in molte lingue ha un doppio uso, sia come vocale che come consonante. La sua corrispondenza numerica, comunque, è considerata un valore molto mistico sia dai Pitagorici che dai Cabalisti, poiché è il prodotto di 3 x 7. Questi ultimi lo considerano il più sacro dei numeri dispari, poiché 21 è la somma del valore numerico del Nome Divino aeie, anche eiea - (letto al contrario, aheihe): he i he a 5 + 10 + 5 + 1 = 21 In Alchimia, simbolizza i ventuno giorni necessari alla trasmutazione dei metalli più vili in argento. Questa lettera non ha un grande impiego nelle abbreviazioni; in chimica, essa sta ad indicare l'uranio, in matematica una coordinata curvilinea, in fisica indica un potenziale di campo di forza oppure l'energia interna di un sistema. Nella liturgia indù, la lettera U è la seconda "misura" della giaculatoria OM, simbolo della condizione di sonno con sogni (taijasa).

UASAR

 
(Eg.) - Uguale ad Osiride, essendo quest'ultimo un nome Greco: Uasar è descritto come il "Nato dall'Uovo", simile a Brahma. "Egli è l'Eros sprigionato dall'uovo, di Aristofane, la cui energia creativa porta tutte le cose in esistenza, il demiurgo che creò e che anima il mondo, un essere che è una sorta di personificazione di Amen, il dio invisibile, così come Dionisio è un legame tra l'umanità e Zeus Hypsistos. (The Great Dionysiak Myth, di Brown). Iside è chiamata Uasi, poiché ella è la Shakti di Osiride, il suo aspetto femminile, in quanto entrambi simbolizzano le forze creative, energizzanti e vitali della natura nel suo aspetto di divinità maschile e femminile.

UATHAC

 
(Sca.) - Nella mitologia scandinava, è il nome di una profetessa, figlia di Scathach, considerata terribile.

UAXACTUN

 
(Maya) - Località del Guatemala dove si trovano importanti rovine di un'antica città Maya, risalente al primo periodo del Regno Antico. Qui è il più antico edificio di fattura Maya, di cui rimane un basamento a forma di piramide, quasi certamente piattaforma per un tempio di legno. Tutto attorno alla piramide si possono osservare alcune maschere, che hanno tratti animaleschi tra la fiera ed il serpente, demoni che molto probabilmente sono la rappresentazione della divinità della pioggia. Importanti sono anche le stele, sulle quali sono incise informazioni preziose per la ricostruzione del calendario Maya.

UAYEB

 
(Maya) - Nel calendario Maya, questo è il nome del glifo che rappresenta il 19^ giorno del calendario solare.

UBASOKU

 
(Gia.) - Termine giapponese con il quale si indicarono quelle figure religiose dello scintoismo popolare che nello VIII secolo accolsero senza precisazione dogmatica alcuni aspetti elementari del Buddhismo, realizzando così le prime forme spontanee di sincretismo scinto-buddhistico, dalle quali sarebbero nate in seguito le vere e proprie scuole sincretistiche. Probabilmente il termine deriva dal sanscrito "upasaka" (ascesi senza ordine) e designa quella categoria di uomini di religione permanentemente a contatto con il sacro, più o meno indipendenti dalla gerarchia del culto ufficiale.

UBIQUITÀ

 
(Rel.) - L'essere contemporaneamente in ogni luogo con riferimento a Dio e ad alcuni santi che da Dio ricevettero questa facoltà. È anche il nome di un'eresia.

UCCELLO

 
(Eso.) - L'uccello, come simbolo, è antichissimo e tutte le religioni lo hanno usato per affidargli significati sempre molti elevati. Fra gli Indù, la Causa Prima inizialmente non aveva alcun nome; più tardi venne rappresentata con un misterioso uccello, sempre invisibile, che lasciava cadere nel Caos un Uovo, che diventava poi l'universo. Questa operazione è affidata a Brahma, il Kalahansa (Cigno nello Spazio e nel Tempo), che all'inizio di ogni Manvantara depone un Uovo d'Oro (il Grande Circolo), dal quale nasce l'Universo. La specie di uccello non è molto importante, ma si deve pur sempre trattare di un uccello acquatico, che vola e si muove sulle acque, a guisa dello Spirito Biblico. Esso esce dalle acque per dar vita ad altri esseri. Per questo motivo Mosè vietava di mangiare il pellicano ed il cigno. I Rosacroce adottarono il pellicano come simbolo del XVIII grado; nel Libro dei Numeri, Ain Soph è chiamato "l'Anima Ardente del Pellicano". Nella letteratura zoroastriana, l'uccello simbolizzava Kar-shipta "colui che dimora in cielo"; il suo canto veniva interpretato come "l'espressione di un Dio". Gli antichi Magi rappresentavano la divinità interiore dell'uomo come un uccello, mentre i Greci la rappresentavano con una farfalla. Nell'Albero della Conoscenza "gli uccelli dimorano e fanno i loro nidi", ovvero le Anime e gli Angeli vi hanno la loro sede. L'uccello presente già come simbolo fra i Caldei e gli Ebrei, fu ripreso dai cristiani per indicare gli Angeli; per entrambi il "Nido di Uccello" era il cielo, mentre per lo Zohar è il seno di Dio. Lo stesso nome viene dato a quel luogo dell'Eden dove entra il Messia perfetto. L'anima che lascia il corpo è "un uccello che prende il volo". Hamsa, l'Uccello della Sapienza, è l'Uccello Eterno dal cui battito di ali nasce la Vita, lo Spazio illimitato. La Fenice, il Simorgh, la Sfinge, il Singh, sono uccelli, talvolta mostruosi, legati alla cosmogonia, ma anche all'astronomia ed alla Terra. Il loro eterno ritorno è una chiara allusione all'evoluzione ciclica del nostro pianeta. Allegoricamente essi vagano nell'oceano, sostengono il cielo con la testa, si nascondono nella terra, ecc. Due uccelli, l'uno contro l'altro con il becco aperto, sono il simbolo del dubbio; un uomo che tiene un serpente in una mano ed un uccello nell'altra, è simbolo di un uomo di ingegno mirabile; con gli uccelli talvolta si indica l'autunno perchè è la stagione in cui essi ricevono regale accoglienza dai cacciatori; Mennone, ucciso da Achille sotto le porte di Troia, fu trasformato in uccello da Giove per intercessione di Aurora.

UCHCHAIH

 
-SRAVAS (San.) - Il cavallo-modello; una delle quattordici cose preziose, o gioielli, prodotte dagli dei Sbattendo l'Oceano. Il cavallo bianco di Indra, chiamato il Raja dei cavalli.

UCHNICHA

 
- (San.) - Anche Buddhochnicha. Spiegato come una "protuberanza sul cranio di Buddha, che forma una ciocca di capelli". Questa curiosa descrizione è fornita dagli Orientalisti, variata poi da un'altra descrizione che afferma che Uchnicha era "originariamente una ciocca di capelli conica, o a forma di fiamma, sulla sommità della testa di un Buddha, in età successive rappresentata come un'escrescenza di carne sul cranio stesso". Ciò andrebbe letto proprio all'incontrario; poiché la filosofia esoterica direbbe: All'origine una sfera contenente il terzo occhio, che in seguito degenerò nella razza umana, in una protuberanza di carne, per sparire gradatamente lasciando al suo posto soltanto un'aura occasionale colorata di fiamma, percepita solo con la chiaroveggenza e quando l'esuberanza dell'energia spirituale causa il "terzo occhio" (ora nascosto), per irradiare il suo potere magnetico superfluo. A questo punto della nostra evoluzione razziale, è naturale che solo i "Buddha" e gli Iniziati godano della piena facoltà del "terzo occhio", poiché esso è, più o meno, atrofizzato in chiunque altro.
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