Glossario

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Q

 
- La 17^ lettera dell'alfabeto inglese, 15^ dell'alfabeto italiano (escluse J e K), 16^ di quello latino; deriva dal fenicio qoph (consonante enfatica), dal Qoppa Eolico, (scomparso nel VI sec. a.C.) e dal Koph Ebraico. Non si conosce il corrispondente geroglifico egizio. Per gli Ebrei valeva 100, per i Greci 90, per i Romani 500. Per i Fenici era il simbolo dell'occipite, ossia della parte posteriore della testa, dalle orecchie al collo. Per gli Occultisti Eolici rappresentava il simbolo della differenziazione. Il nome della lettera, secondo alcuni grammatici, significa sia in ebraico che in arabo, il foro della scure, o la scure medesima, la cui figura è abbastanza simile alla nostra q minuscola. Presso i Romani aveva vari significati (Quintus, Questor, ecc.) mentre nelle scritture medioevali e notarili sta per "quondam" (fu). In numismatica indica la zecca di Perpignano, in metrologia sta per quintale, in superficie per quadrato, in fisica per quantità. In astronomia indica una classe spettrale di stelle che hanno spettro variabile, in biochima designa un enzima che è largamente diffuso in natura, in botanica sta per repressore di fluorescenza, in elettrotecnica indica il fattore di qualità. In telecomunicazioni indica un codice per le trasmissioni, mentre in medicina designa la Febbre di Queensland.

Q'LIPPOTH

 
(Eb.) O Klippoth, Kelippah, Kelippot. Sono i "gusci", le bucce, le forze del male, che hanno coperto le 288 scintille di luce spirituale. Secondo la Cabala di Luria, tutti i mondi erano alla origine spirituali, ma in seguito alla "rottura dei vasi", il mondo di asiyyah, disceso dalla posizione precedente, si mescolò alle kelippot (gusci impuri), che in linea di principio dovevano rimanere separate, producendo un mondo di materia cieca che non aveva più nulla di spirituale. Il potere delle kelippot sarà spezzato in un tempo futuro, il mondo di asiyyah ritornerà spirituale e sarà possibile la comunione di ogni creatura con Dio. La redenzione finale si avrà quando neppure una scintilla di santità sarà rimasta nelle kelippot. Essa non avverrà ad opera di un singolo messia, ma si realizzerà nel corso di una lunga catena di attività, il tikkun, che riporterà l'armonia nel mondo. Il Messia deve scendere nel regno delle Kelippah, apparentemente per sottomettersi al loro dominio, in realtà per adempiere l'ultima parte della sia missione, la più difficile, sconfiggere le Kelippah dall'interno. La magia nera consiste, sempre secondo la Cabala, nel trarre lo spirito di impurità dalle Kelippot e mescolarlo con il puro, con una manipolazione di forze che in qualche caso è considerata giustificabile, soprattutto quando si deve combattere la stessa magia nera. Nella dialettica della creazione, le Kelippah, forze del male, hanno le radici in Dio, nella luce non creativa; ne deriva che il dualismo forma e materia, assume un aspetto nuovo : la luce senza pensiero non è malefica di per sè, ma diventa tale per opporsi ad ogni cosa che non è Ein-Sof e tenta di distruggerla. La luce pensante crea, la luce non pensante distrugge; Lilith svolge nel mondo delle Kelippah lo stesso ruolo che Shekhinah svolge nel mondo della santità: la prima è la madre della gente empia, la seconda della Casa di Israele. Demoni o Gusci che popolano il Mondo Aseeyatico chiamato anche Olam Klippoth. Nelle allegorie Cabaliste, è la residenza di Samael, il Principe delle Tenebre. Ma fate attenzione a ciò che si legge nello Zohar (II, 43/a): "Per il servizio del Mondo Angelico, il Santo ... fece Samael e le sue legioni, ovvero il mondo delle azioni, che sono come le nuvole usate (dagli Spiriti superiori o inferiori, i nostri Ego) per cavalcarle discendendo sulla terra, servendo come fossero i loro cavalli". Questo, unitamente al fatto che il Q'lippoth contiene la materia con la quale sono fatte le stelle, i pianeti e perfino gli uomini, mostra che Samael con le sue legioni è semplicemente materia caotica ed incontrollata che, nel suo stato più sottile, è usata dagli spiriti per rivestirsene. Nel Catechismo Occulto, parlando del "vestimento" o forma (rupa) degli Ego che si incarnano, è detto che essi, i Manasa-putra o Figli della Saggezza, usano, per consolidare le loro forme allo scopo di discendere nelle sfere inferiori, le scorie di Swabhavat, cioè quella materia plastica che è dappertutto nello Spazio - in altre parole, l'ilus primordiale. E queste scorie sono ciò che gli Egiziani hanno chiamato Tifone, e gli Europei moderni Satana, Samael, ecc., ecc. Deus est Demon Inversus - Il Demonio è il rivestimento interno di Dio.

QABBALAH

 
(Eb.) - Abbiamo già trattato questo argomento sotto la voce "Cabala", ma cogliamo l'occasione di questo diverso termine, che indica la stessa cosa, per ampliare il significato. La Qabbalah è un sistema occulto tramandato per trasmissione orale ma che, sebbene accetti la tradizione, non è di per sè composto di insegnamenti puramente tradizionali; essa era una volta una scienza fondamentale, ora è travisata dalle aggiunte fatte nei secoli e dalle interpolazioni degli Occultisti Occidentali, specialmente dai mistici Cristiani. Tratta delle interpretazioni finora esoteriche delle Scritture Ebraiche, ed insegna parecchi metodi per interpretare le allegorie Bibliche. Originariamente, dice il Dott. W. Wynn Westcott, le dottrine venivano trasmesse solo "da bocca ad orecchio, in forma orale, dal maestro all'allievo che le riceveva; da qui il nome Kabbala, Qabbalah o Cabala dalla radice Ebraica QBL, "ricevere". Oltre a questa Qabbalah Teorica, fu creato un ramo Pratico che concerne le lettere Ebraiche della stessa specie dei Suoni, dei Numeri e delle Idee". (Vedi "Gematria", "Notaricon", "Temura"). Per il libro originario della Qabbalah - lo Zohar - vedere più avanti. Ma lo Zohar che abbiamo adesso non è lo Zohar lasciato da Simon Ben Jochai a suo figlio, che era anche il suo segretario, come un cimelio di famiglia. L'autore dell'attuale approssimazione dello Zohar fu un certo Moses de Leon, un Ebreo del XIII secolo (Vedi "Kabalah" e "Zohar"). La Qabbalah è il patrimonio degli insegnamenti esoterici del Giudaismo (inteso come filosofia e cultura ebraica dopo la distruzione del tempio ad opera dei Romani), e del misticismo giudaico, con particolare riferimento alle forme che quest'ultimo assunse durante il Medioevo a partire dal XII secolo. In senso più ampio, il termine indica tutti i successivi movimenti esoterici nell'ambito del Giudaismo che si evolvettero dalla fine del periodo del Secondo Tempio e divennero fattori attivi della storia ebraica. È un fenomeno unico che comprende misticismo (pratico), esoterismo e teosofia. È misticismo nel senso di conoscenza che non può essere comunicata direttamente, ma può essere espressa soltanto per mezzo di simboli e metafore; è esoterismo in quanto tramanda la Legge Orale che fu data a Mosè sul Sinai e che non è stata mai scritta; è teosofia perchè si propone di rivelare i misteri della vita occulta di Dio e le relazioni fra la vita divina da una parte e la vita dell'uomo e della creazione dall'altra. La Qabbalah è ispirazione, o rivelazione della Grazia divina, insegnamento segreto che, attraverso una via nascosta, permette ai prescelti di salire al luogo dove "si vede senza veli". Per suo mezzo la vita divina irrompe nell'anima, riempendola e colmandola di Dio. La scienza della combinazione delle lettere è scienza divina che porte al mistero del Nome di Dio: conoscere profondamente la Qabbalah significa conoscere la lingua divina. La Qabbalah è illuminazione, l'iniziato alla Qabbalah è "uno che conosce", un puro gnostico, colui che attraverso la conoscenza del Mistero diventa un vaso che può accogliere la Sacra Scienza, diventa Maestro e Profeta, intende ed è inteso, si identifica con la Luce, è l'Unto di Dio. Essotericamente la Qabbalah si divide in quattro rami principali: Pratica (Magia dei Talismani e delle Cerimonie), Letterale (Gematria, Notariqon, Temura), Non scritta (Conoscenza esoterica), Dogmatica (Sepher Yetzirah, Zohar, Sepher Sephirot e Aseh Metzareph).

QABISI Al

 
(Ara.) - Detto anche Alcabizio, è uno scrittore arabo di astrologia del X secolo d.C.

QADAR

 
(Ara.) - Nel linguaggio teologico musulmano designa il Decreto di Dio, ab aeterno, circa gli avvenimenti del mondo, e quindi la predeterminazione divina degli atti umani.

QADARITI

 
(Ara.) - Seguaci della Scuola Teologica musulmana che pose al centro della sua speculazione il problema della predestinazione divina (qadar), negando il determinismo ed affermando il libero arbitrio dell'uomo.

QADIRIYYA

 
(Ara.) - Regola mistica e confraternita religiosa musulmana fondata da Al Qadir. È ispirata a dottrine di alta morale e pone fra i suoi scopi anche la beneficenza. I suoi seguaci appartengono alle classi più elevate del mondo musulmano sunnita.

QADMON ADAM

 
(Eb.) - O Adam Kadmon. L'Uomo Divino o Celestiale, il Microcosmo. È il Logos manifestato, quello che per l'Occultismo, è il terzo Logos, o il Paradigma dell'Umanità. Adam Kadmon è l'Adamo Divino, Principale ed Universale, detto anche Adamo Archetipale, poiché è Dio in emanazione ontologica. Adam Rischin, invece, è l'Adamo Primordiale, l'Adamo edenico in manifestazione. Adam Kadmon, quale Uomo superiore e celeste, è il mediatore fra En Soph e Kether, poiché, quale macrocosmo, racchiude in sè, in principio, tutte le causazioni della Causa Prima. Come lo Adamo terrestre è abitacolo della Shekinah e del regno santo, così Adam Kadmon è abitacolo dell'Infinito, della sua somma Luce, cui sta vicinissimo e di cui è la vera immagine. Adam Kadmon ha origine nello spazio primordiale del Tzim-tzhum, quale prima configurazione della Luce divina, la più alta forma attraverso la quale En Soph comincia a manifestarsi. Si tratta di uno stadio in cui le forze poste in azione non hanno ancora assunto un'organica distribuzione e configurazione. Con la "rottura dei vasi", anche Adam Kadmon subisce il suo processo e sorge l'Adamo terreno. Dal piano ontologico esso cade sul piano edenico, e come veicolo della manifestazione del Raggio dell'Essenza, esso diventa il Tetragrammaton: lo splendore di En Soph è diventato Kether.

QAI

 
-YIN (Eb.) - Caino, uno dei tre figli di Adamo, equivalente a Gèboorah. Gli altri due sono: Abele-Habel-Hesed e Seth o Ràh-min.

QAIGUS

 
(Ara.) - Figura divina dei Ket (Ienisseniani), che domina nel mondo della foresta ed è signore della fauna che vi dimora, presiedendo alle attività di caccia.
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