(Fil.) - Questo concetto nasce con la Scolastica e designa il contenuto caratteristico di un atto intellettuale o percettivo. L'oggetto è il modo in cui la realtà qualifica un atto intellettuale o percettivo rivolto ad essa. Essere oggettivo è cosa non realmente esistente, è solo il contenuto di un'attività dell'anima; Essere soggettivo, invece, è cosa che esiste realmente, soggetto di possibili predicati. Così nel Medioevo, ovvero il contrario di ciò che si intende oggi. Cartesio ed Hobbes considerano "oggetto" sinonimo di "corpo esterno", fonte delle sensazioni. Kant parla di oggetto come del possibile contenuto di un qualsiasi pensiero: un costrutto il cui materiale è fornito dall'esperienza. Gli Idealisti affermarono che è il soggetto a costruire l'oggetto; per i filosofi della scienza del Novecento, gli oggetti fisici vengono costruiti a partire da sensazioni elementari, considerate come date e non ulteriormente analizzabili. Per Wittgenstein gli oggetti sono i costituenti ultimi a cui ogni descrizione del mondo deve potersi ridurre, e che non sono descrivibili, ma solo designabili con nomi propri. In psicoanalisi troviamo la differenziazione fra "oggetti buoni" ed "oggetti cattivi"; i primi sono quelli sui quali il bambino proietta le proprie pulsioni libidiche e sono da lui vissuti come gratificanti, i secondi sono quelli sui quali il bambino proietta le proprie pulsioni distruttive che vive in modo frustrante. La scissione fra oggetti buoni e cattivi costituisce, nello sviluppo psichico del bambino, il primo meccanismo di difesa contro l'angoscia.

(Cel.) - Un linguaggio misterioso derivante dalle prime razze Celtiche, ed usato dai Druidi. Una forma di tale linguaggio detta Beth-luis-nion Ogham, consisteva nell'associare le foglie di determinati alberi con le lettere dell'alfabeto; poi, si legavano le foglie ad una corda, in una corretta successione, in modo da formare parole e frasi. Godfrey Higgins pensa che per complicare l'inganno, fra le foglie valide venivano poste foglie che non avevano alcun significato..

(Scand.) - O Hler. Nell'Edda è uno dei capi dei giganti ed un alleato degli dei. Era il più elevato fra gli dei della Acqua, come il dio Oceano dei Greci.

(Sca.) - Nella mitologia scandinava è il nome del figlio della dea Brigit, che la tradizione accomuna ad Ercole. Presso i Celti, Ogma è il Dio dell'eloquenza ed il rappresentante di tutte le funzioni militari.

(Cel.) - Nome celtico di Eracle, riportato da Luciano di Samosata; rispetto ad Eracle ha la testa di un vecchio decrepito. Egli conduce con sè una schiera di esseri umani a lui legati da un fascio di catenelle che, fissate nel nodo iniziale alla sua lingua, sono poi singolarmente attaccate agli orecchi dei componenti la schiera, che non sembrano riluttanti. Il nesso lingua-orecchie pare si riferisca all'eloquenza del Dio che assomiglia ad Ogma della mitologia irlandese, Dio che possiede il duplice aspetto della divinità eraclea ed ermetica.

- Fra i Druidi era il dio della saggezza e dell'eloquenza, in un certo senso uguale ad Hermes.

(Gal.) - Nome di una divinità degli antichi Galli, alla quale si davano molti degli attributi di Ercole; veniva rappresentata come un vecchio dal volto rugoso, calvo e cadente per la tarda età, armato di una clava, di un turcasso e di un arco. Per la sua eloquenza viene spesso associato a Mercurio. Si ha motivo di ritenere che Ogma, Ogmius, Ogmios ed Ognios siano la stessa divinità, differenziata solo dal paese in cui aveva culto.

(Rel.) - Festa religiosa inventata dalla Chiesa cattolica per contrastare la festa pagana di Hallowein. Agli spiriti, ai fantasmi, alle anime erranti dei morti, creduti presenti nei paesi anglosassoni, nella notte del 31 Ottobre, si è voluto contrapporre la schiera dei Santi.

(Afr.) - Nella religione Voodoo, è il nome del Dio della guerra.