Glossario

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O

 
- La quindicesima lettera, e quarta vocale, dell'alfabeto inglese., 14^ del latino e 13^ dell'italiano. Non ha equivalente in Ebraico il cui alfabeto, tranne un'eccezione, non ha vocali; corrisponde al fenicio ayn, che significa "occhio". I Greci, per primi, lo usarono come fonema vocalico, aggiungendo alla omicron la omega, avendo la prima suono breve, la seconda suono lungo. In altri alfabeti si presenta con segni circolari, circolari doppi, losanghe, ecc. Questa vocale è l'esempio tipico di rotondità. Il valore numerico di questa lettera presso i Latini era 11, con un trattino sopra, 11.000. Per i Greci, la omicron con accento valeva 70, quella preceduta da virgola 70.000; la omega con accento valeva 80, preceduta da virgola 80.000. Parecchi popoli dell'antichità la ritenevano molto sacra. Nel Devanagari, i caratteri degli Dei, il suo significato varia, ma non possiamo qui dare degli esempi. Questa lettera era molto usata nelle abbreviazioni e nella epigrafia, con svariati significati. Nella logica formale indica la proposizione negativa di un sillogismo, secondo la formula : asserit I, negat O, sed particulariter ambo. In musica indicava il tempo perfetto, in geografia sta per Ovest, in chimica è il simbolo dell'ossigeno e dell'ozono, in marina sta per "uomo in mare", in medicina designa gli agglutinogeni, in algebra sta per zero mentre in geometria indica un punto di riferimento, nell'Algebra di Boole è uno degli operatori fondamentali. Questa vocale si trova spesso davanti ai cognomi irlandesi quasi sempre con il significato antroponimico di "discendente". In esoterismo, con un punto al centro, indica il sole, la cui forma circolare rappresenta la rotazione rapida ed il moto mai interrotto. Dovunque si trovino cerchi, ruote, dischi, essi sono simbolo del moto centrale, della vita dell'universo. Jhon Dee, nella sua Monade Geroglifica, dice che "il Sole possiede la dignità suprema (per eccellenza), noi lo contrassegniamo con un cerchio completo e con un centro visibile". I talismani delle Chiavi di Salomone sono tutti racchiusi in un doppio cerchio; i talismani circolari sono formati da cerchi (da uno a nove) ed anche le lettere sacre vengono talvolta presentate circoscritte da cerchi, all'interno dei quali si trovano simboli magici. Questa vocale la troviamo anche nell'Apocalisse con il significato simbolico di "termine, scopo finale delle cose". Essa si opponeva alla A, che era il principio, per cui quando si dovevano indicare i limiti della realtà si diceva "dalla alfa alla omega". I primi cristiani adoperarono molto queste lettere, sia nelle iscrizioni lapidarie che negli atti pubblici, quasi a significare "nel nome ed alla presenza di Dio". Lo si trova anche nelle sculture sacre, nei mosaici, negli affreschi delle catacombe. Per loro la formula era sacra ed inviolabile e valeva come il più solenne e tremendo giuramento. Ò BRIEN (Irl.) - Citato nella Dottrina Segreta quale autore dell'opera "Round Towers of Ireland".

O

 
-MI-TO (Gia.) - Nome di un filosofo giapponese, che fu detto Maestro di Foè. I Buddhisti lo adorano sotto il nome di Xaca, Amida e Fodoke.

OANNES

 
(Bab.) - Musarus Oannes, l'Annedotus, noto attraverso le "leggende" Caldee trasmesse da Beroso e da altri scrittori antichi, come Dag o Dagon, "l'uomo pesce". Era una divinità Babilonese alla quale veniva attribuito il primo incivilimento dell'Assiria e della Babilonia : era un istruttore ed un riformatore. Arrivando dal mare di Eritrea, uscito dall'uovo primitivo sotto forma di mezzo uomo e mezzo pesce, portò loro la civiltà, le lettere e le scienze, il diritto, l'astronomia e la religione, insegnò ad essi l'agricoltura, la geometria e le arti in generale. Dopo di lui vi furono altri cinque Annedoti (poiché la nostra razza è la quinta) - "tutti simili ad Oannes nella forma esteriore, tutti insegnando la stessa cosa". Ma Musarus Oannes fu il primo ad apparire e lo fece durante il regno di Ammenon, il terzo dei dieci Re antidiluviani la cui dinastia terminò con Xisuthrus, il Noè Caldeo. (Vedi "Xisuthrus"). Oannes era "un animale dotato di ragione ... il cui corpo era quello di un pesce, ma che aveva una testa umana sotto quella di pesce, ed anche dei piedi simili a quelli di un uomo, congiunti alla coda del pesce, e la cui voce ed anche il linguaggio erano articolati ed umani. (Polistore e Apollodoro). Questo dà la chiave dell'allegoria. Ci mostra Oannes come un uomo e come un "sacerdote", vale a dire un Iniziato. Layard dimostrò molto tempo fa (Vedi Niniveh) che la testa di pesce era semplicemente un copricapo, la mitra portata dai sacerdoti e dagli dei, tagliato con la forma di una testa di pesce, così come, senza molte modifiche, la vediamo ancor oggi sulla testa dei grandi Lama e dai Vescovi di Roma. Osiride portava una mitra identica. La coda di pesce è semplicemente lo strascico di un lungo rigido mantello, come dipinto in alcune statuette Assire, la cui forma si può vedere riprodotta nell'ornamento di panno dorato portato durante il servizio dai sacerdoti Greci moderni. Questa allegoria di Oannes, l'Annedotus, ci fa pensare al "Drago" ed ai "Re-serpenti"; i Naga che nelle leggende Buddhiste istruiscono il popolo nella saggezza, sui laghi e sui fiumi, e che finiscono per convertirsi alla Buona Legge e diventare degli Arhat. Il significato è evidente. Il "pesce" è un simbolo antico e molto suggestivo nel linguaggio dei Misteri, come d'altronde lo è l'"acqua". Ea o Hea era il dio del mare e della Saggezza ed il serpente di mare è uno dei suoi emblemi, essendo i suoi sacerdoti "serpenti", ossia Iniziati. Si può così comprendere perchè l'Occultismo ponga Oannes e gli altri Annedoti nel gruppo di quegli antichi "adepti" che furono chiamati "draghi marini" o "draghi d'acqua" - Naga. L'acqua tipicizza la loro origine umana (e come tale è un simbolo della terra e della materia, ed anche di purificazione), a differenza dei "Naga del Fuoco" o immateriali, Esseri Spirituali, Bodhisattva o Dhyani Planetari, considerati anche come gli istruttori dell'umanità. Il significato nascosto diventa chiaro all'Occultista una volta che gli vien detto che "quest'essere (Oannes) era solito passare il giorno fra gli uomini, istruendoli, e che quando il Sole era tramontato, si ritirava di nuovo nel mare, trascorrendo la notte negli abissi", perchè egli "era anfibio", cioè apparteneva a due piani: quello spirituale e quello fisico. Difatti la parola Greca amphibios significa semplicemente "vita su due piani", da amphi "su due lati" e bios "vita". La parola era spesso applicata nell'antichità a quegli uomini che , sebbene conservassero ancora una forma umana, si erano resi quasi divini attraverso la conoscenza che possedevano, e che vivevano sia nelle regioni spirituali supersensorie, che sulla terra. Oannes è fievolmente riflesso in Giona ed anche in Giovanni, il Precursore, entrambi collegati al Pesce ed all'Acqua. Il Dio della Saggezza e della Profondità che, secondo Hibbert, si identificava con il Babilonese Ea, colui che insegnò ai Babilonesi l'arte della scrittura. È simile a Matsya, che per gli Indù è il pesce Avatara di Vishnu.

OAXACA

 
(Ame.) - Stato molto importante del Centro America dove avevano sede gli antichi Zopotechi.

OB

 
(Eb.) - La luce astrale - o, piuttosto, le sue correnti perniciose e cattive - personificata dagli Ebrei come uno Spirito - lo Spirito di Ob. Per loro, chiunque aveva a che fare con gli Spiriti o con la negromanzia, era da considerarsi come posseduto dallo Spirito di Ob. L'agente unico universale di ogni forma e della vita, detto anche Od o Aour, è attivo, passivo e neutro, come il giorno e la notte. È la prima luce della creazione, Adamo "maschio-femmina", l'Elettricità e la Vita. Gli antichi lo rappresentavano come un serpente, la Cabala lo indica con la lettera Teth, il suo valore universale è nove. Ob è l'agente magico per eccellenza, l'essenza che compone tutte le cose, lo spirito che determina la loro forma. È la Luce datrice di vita, il nefasto fluido magnetico, il messaggero di morte usato dagli stregoni. Aour è la sintesi delle forze positive e negative di Ob, ed è la Luce Astrale vera e propria.

OBBEDIENZA

 
(Rel.) - È una virtù necessaria a chi fa parte di un ordine o di una gerarchia. È simbolizzata in vario modo : l'agnello (di indole docile), il cane con la testa rivolta verso la coda (pronto ad obbedire al padrone), il toro legato per il ginocchio destro (si lasciava condurre a piacimento), la benda (obbedienza cieca). Nel Levitico, Mosè, dopo aver scannato il montone della consacrazione, con il sangue tocca l'orecchia destra di Aronne e dei suoi figli : il gesto è inteso come segno di obbedienza.

OBEAH

 
(Afr.) - Stregoni e streghe dell'Africa e delle Indie Occidentali. Una setta di maghi neri, incantatori di serpenti, operatori di incantesimi, ecc.

OBELISCO

 
(Eg.) - Antico monumento egizio, fatto a forma di guglia quadrangolare, tutto di un pezzo, con iscrizioni a caratteri geroglifici, innalzato in onore del Sole, ma talvolta anche di altre divinità. Cesare trasportò a Roma quello di Alessandria di Egitto, ed oggi lo si può vedere in Piazza S. Pietro, sormontato da una croce cristiana. Jennings, nella sua opera "Rosacroce", legge la forma degli obelischi alla stessa stregua dei campanili cristiani, dei minareti islamici, delle torri che si trovano in varie parti del mondo : si tratta di simboli fallici.

OBLATI

 
(Rel.) - Nel Medioevo, furono così chiamati coloro che erano consacrati a Dio sin dall'infanzia per offerta dei genitori ad un monastero o ad un convento. La consuetudine risale almeno al IV secolo ed aveva varie norme a seconda delle Regole dell'Ordine monastico. Furono aboliti dal Concilio di Trento. Per estensione, furono detti Oblati anche i Liberi che, per conversione o bisogno, entravano in monasteri o chiese, dedicandosi in servitù.

OBLIO

 
(Mit.) - Secondo il sistema di Pitagora e la religione dei Brahmini dell'India, le anime, dopo aver bevuto le acque del fiume Lete, dimenticavano la vita precedente ed entravano immemori in una nuova esistenza. Altre volte l'oblio era simbolizzato dalla tazza celeste chiamata Bicchiere di Bacco, che gli astronomi ponevano fra il Leone ed il Granchio. I Platonici, infatti, affermavano che le anime che vanno ad incarnarsi scendono dal cielo attraverso la porta del Granchio, bevono nel Bicchiere di Bacco e dimenticano le cose celesti. Quando poi lasciano il corpo, dopo la morte, risalgono in cielo attraverso la porta del Capricorno.
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