Glossario

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NEIBBAN

 
(Cina) - In cinese è l'equivalente di Nirvana.

NEILOS

 
(Gr.) - Il fiume Nilo, anche un dio.

NEITH

 
(Eg.) - O Neithes. La Regina del Cielo, In Egitto è la dea-luna. È chiamata con diversi nomi - Nout, Nepte o Nur. (Per il simbolismo, vedi "Nout"). Per gli abitanti del basso Egitto, questa divinità rappresentava la Suprema Saggezza. A lei si attribuiva la fondazione della città di Sais, dove le furono innalzati templi ed istituite cerimonie in suo onore. Per certi suoi attributi assomiglia a Pallade Minerva; nella tradizione egizia è posta all'apice delle divinità femminili in qualità di madre del dio sole Ra. Il suo dominio si estende in prevalenza sulle tombe e, come Dea "Tremenda", è signora della guerra. In tempi posteriori venne identificata con Iside. Essa irraggia splendore sul Sole, pur rimanendo la Luna, ed è identica alla Regina del Cielo dei cristiani che veste Cristo-Sole. Si tratta di una divinità demiurgica, visibile ed invisibile, che ha un posto in cielo ed aiuta alla generazione della specie. Come divinità androgina è l'altra metà di Ammone, mentre si manifesta come grande produttrice e genitrice del Sole. Aveva come simbolo due archi legati assieme ed una corona, che poi sarà adottata dal Faraone. Politicamente importante in epoca predinastica, scompare in epoca storica, quando assume un carattere funerario. Fu ripresa dai Greci come dea guerriera ed identificata con Atena.

NEKYA

 
(Gr.) - Con questo termine i Greci chiamavano un sacrificio, o rito, con il quale si evocavano i morti a scopo divinatorio. Lo si trova nell'XI libro dell'Odissea, dove Ulisse evoca Tiresia.

NELUMBIO

 
(Eg.) - Una specie di ninfea, il cui fiore si trova spesso nei monumenti geroglifici, e si pensa sia il lotus egizio, ovvero la fava d'Egitto. Come gli Indù, i Cinesi, i Giapponesi, anche gli Egizi dedicarono ai loro Dei questa pianta di incomparabile bellezza, che spesso si trova raffigurata anche sulle vecchie carte provenienti dalla Cina.

NEMBROD

 
(Cal.) - Altro nome di Nimrod, "grande cacciatore" al cospetto di Dio", fondatore di un impero in Babilonia ed in Assiria. Il nome, forse, deriva da Nimurta, dio della guerra e della caccia. Gli si attribuiva una figura gigantesca e pare sia collegato con la costruzione della Torre di Babele.

NEMESI

 
(Gr.) - Personificazione delle giusta ira degli Dei, Nemesi era severa con i superbi e gli insolenti. Figlia di Oceano e della Notte, madre di Elena per mezzo di Giove, era rappresentata con le ali, un timone a fianco e la ruota sotto i piedi, in mano un freno. Nemesi era la personificazione della giustizia distributiva, punitrice di quanto, eccedendo la giusta misura, turbava lo ordine dell'universo. Aveva centro di culto a Ramnunte dove le sue caratteristiche presentavano punti di contatto con Afrodite e Temi. I panteisti occidentali chiamano Nemesi ciò che gli Indù chiamano Karma, ma ciò è inesatto perchè l'identità non esiste. La ripetizione di determinati eventi, infatti, non avviene mai allo stesso livello, per cui Nemesi può essere assimilata più ai Cicli Karmici che al Karma puro e semplice. Nemesi è senza attributi: assoluta ed immutabile; è la Dea della giustizia, vendicatrice dei delitti impuniti, mentre Karma è la Legge di Ricompensa: è pertanto evidente che le due azioni procedono in modo diverso. Nemesi è una barriera al male ed all'immoralità e si completa con Temi (Ordine ed Armonia universali), riservando la sua collera a coloro che sono resi ciechi dall'orgoglio, dall'egoismo e dall'empietà. Karma non si limita a dare la giusta punizione al colpevole, ma elarge anche il giusto premio al meritevole. E la confusione aumenta quando Karma, oltre che con Nemesi, viene confuso anche con il Fato, il Destino, Moira, ecc. Non possiamo in questa sede fornire tutti i necessari distinguo.

NEMETON

 
(Cel.) - Nella mitologia nordica era così chiamato il luogo sacro per il culto agli Dei. Per i loro sacrifici agli Dei, i Celti sceglievano i boschi, all'interno dei quali, forse, vi erano dei templi costruiti in legno, ragion per cui non ne sono state trovate le tracce. Dai ritrovamenti archeologici si può dedurre che i Celti offrissero agli Dei oggetti di varia natura, non disdegnando sacrifici animali ed anche umani, quasi esclusivamente rappresentati da prigionieri di guerra.

NEMICI INTERNI

 
(Occ.) - Quelli che i cristiani chiamano i sette peccati capitali.

NEMONTEMI

 
(Azt.) - Nel calendario azteco, questo nome designa i cinque giorni infausti che eccedevano alla struttura della suddivisione in mesi.
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