Glossario

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LUPERCALIA

 
(Lat.) - Una grandiosa festa popolare celebrata il 15 Febbraio nell'antica Roma in onore del Dio Pan, durante la quale i Luperci, i più anziani e rispettabili fra i funzionari sacerdotali, sacrificavano due capre ed un cane. A questo punto venivano portati due giovani di illustre casato : uno dei due veniva toccato sulla fronte da un Luperco con la punta di una spada intinta nel sangue degli animali sacrificati, mentre un altro Luperco asciugava le macchie con la lana intrisa nel latte. Durante la cerimonia i due giovani prorompevano in scrosci di risa. Terminato il sacrificio, i giovani sedevano ad un pasto durante il quale veniva loro somministrato abbondante vino. Quindi essi tagliavano le pelli dei becchi sacrificati in pezzi, con i quali si coprivano il corpo, ad immagine del loro dio. Gli altri pezzi venivano tagliati a forma di corregge e con queste in mano essi correvano per le strade della città, toccando le donne, che si prestavano al gioco, perchè credevano che ciò le rendesse feconde e procurasse facili parti. Questa corsa e le sue modalità rappresentava una purificazione simbolica della terra, ed il tocco delle persone una purificazione degli esseri umani. Nel 496 Papa Gelasio abolì la Lupercalia, ma la sostituì, nello stesso giorno, con una processione di candele accese.

LUPERCO

 
(Lat.) - Antica divinità italiana, adorata dai pastori come protettore delle loro greggi ed anche come promotore di fecondità delle pecore. Chiamato anche Inuus, era rappresentato simile al Fauno, con una pelle di capra, la stessa che portavano i suoi sacerdoti. Le sue feste si chiamavano Lupercalia e si celebravano nel Lupercale, il posto dove Romolo e Remo erano stati nutriti da una lupa, e dove era stato eretto un altare per il nume sacro.

LUPO

 
(Occ.) - Il lupo, uno degli animali più antichi e più seri, è stato sempre malconsiderato dall'uomo. Ciò rimane un grande mistero, sia per il fatto che il lupo, nell'antichità, dev'essersi accompagnato in qualche modo all'uomo (da esso deriva certamente un ramo dei canidi), sia perchè è stato talvolta simbolo di bontà : una lupa allattò Romolo e Remo, Latona fu mutata in lupa per essere nascosta a Giunone, ecc. Il lupo, tuttavia, rimane un cattivo, e nel migliore dei casi, gli si tagliava la testa, la si appendeva davanti casa, ed in tal modo si tenevano lontani incantesimi e malie. Gli antichi credevano anche che gli uomini potessero essere trasformati in lupi, tenuti per nove anni al di là di una certa palude, e poi, se si fossero astenuti dal mangiare carne, potevano tornare sulla terra invecchiati di dieci anni.

LURIA Jizchaq

 
(Ebr.) - Gerusalemme 1534, Safed 1572. Mistico ebreo, noto anche con il nome di ha-Ari (il leone), dopo alcuni anni di vita eremitica in Egitto, nel 1569 si stabilì a Safed, in Galilea, dove divenne il maggiore esponente di quella scuola cabbalistica. Scrisse alcune poesie mistiche, fra cui tre celebri inni sabbatici in aramaico, entrati nella liturgia sinagogale, ed un parziale commento al Libro dell'Arcano, una delle parti più difficili dello Zohar. Il suo insegnamento cabalistico lo affidò ai suoi discepoli, soprattutto a Vital Calabrese, che lo espose in forma sistematica nell'opera "Albero di Vita". Le dottrine luriane, che esercitarono enorme influenza sulla mistica ebraica successiva, richiamano e sviluppano in modo originale lo Zohar. Celebre la dottrina dello "zimzum", nella quale Luria postula il movimento originale con il quale Dio crea in sè lo spazio per manifestare il mondo. La dottrina dello "shevirath" descrive la "rottura dei vasi", ossia il processo attraverso il quale i Sephirot pervadono in misura decrescente la materia. Nella dottrina del "tiqqun", Luria parla della ricostituzione dell'unità originaria, attraverso un processo redentivo, cui l'uomo partecipa con l'intenzione mistica.

LUSSURIA

 
(Mit.) - Smoderato appetito carnale oppure forma eccessiva di lusso. Considerato da sempre uno dei peccati più gravi, viene simboleggiata con molte figure di animali. Gli antichi chiamavano ippobino (da hippos, cavallo) un uomo eccessivamente libidinoso; quando volevano tacciare qualcuno di estrema lascivia e smisurata lussuria, gli affibbiano il soprannome di ippopornone, ovvero stallone. Esichio Gerosolomitano chiamò stalloni i fornicatori, ed un profeta diede all'uomo la voce di cavallo per indicare in lui la lussuria simile a quella del detto animale. Gli Egiziani ritenevano il coccodrillo molto fecondo per via di una sconfinata libidinosità, e pertanto lo indicavano come simbolo della lussuria. I denti di coccodrillo legati al braccio destro di un uomo, ne facevano un irrefrenabile mandrillo. Il muso ed i piedi del coccodrillo immersi nel vino bianco, che poi veniva bevuto, era considerato un potente afrodisiaco. Semiramide, secondo la leggenda, era stata allevata da una colomba, si era trasformata in colomba, e sotto questo aspetto era stata adorata dagli Assiri. Ma Semiramide era una lussuriosa, ed allora anche lo colomba lo è. Si racconta che la lussuria di questa donna fosse tale che, sebbene si unisse in continuazione con chiunque, aveva provato perfino ad accoppiarsi con un cavallo! Il gallo è un animale che frequenta l'attività sessuale senza alcuna parsimonia, ed allora è naturale che venga associato all'idea di lussuria. Ma fra i Romani lo era anche per un altro motivo. Livia, incinta, per sapere se avesse dato alla luce un maschio, prese un uovo da una covata di gallina e lo scaldò con le mani finchè nacque il pulcino. Questi non solo predisse la nascita di Tiberio, ma anche la sua libidine e disonestà. Il montone è un altro animale che si dà molto da fare. Viene spesso raffigurato in monumenti con il significato della libidine e della lussuria. Davanti alla città di Corinto, sul sepolcro di Laide, una meretrice, troviamo un montone scolpito ai piedi di una leonessa. Ad Elide, nel Tempio di Venere Pandemia (Dea delle cortigiane), Venere è scolpita seduta su un montone. La pernice è un animale così libidinoso che, pur di potersi accoppiare, disturba la femmina mentre sta covando, e rompe in tal modo molte uova. Il porco ispirò i Greci al punto che ne trassero un verbo per indicare la lussuria; tale verbo significa sottomettere il corpo a disonesto ed abominevole guadagno. E con il nome di porco spesso indicavano la natura della donna. Il pirgite italico, un passero molto prolifico, viene inteso quale simbolo della lussuria perchè, l'abbondanza di seme che ingurgita lo rende eccitato e si accoppia fino a sette volte al giorno. Il carro di Venere era trainato da passeri, ed i medici di una certa epoca facevano mangiare agli ammalati di debolezza virile, passeri ed uova di passeri. Stranamente, anche il mare, per gli Egizi, era simbolo di lussuria, per via dell'acqua salata. Aristotele affermava che se i topi rosicchiavano il sale diventavano pregni. Nella Bibbia si racconta che il fiume Giordano ad un certo punto invertì il suo corso, facendo scorrere le acque verso la sorgente. S.Ambrogio legge questo episodio come un pentimento del fiume : accortosi che andando verso il mare si era lasciato andare alla mollezza, decise di tornare indietro, verso la sorgente, verso Dio.

LUTAUD

 
(???) - Autore citato nella Dottrina Segreta.

LUTERANESIMO

 
(Rel.) - Movimento religioso improntato al pensiero ed all'opera di Lutero. La sua organizzazione ecclesiastica è delineata nell'Instructio visitatorum di Melantone, mentre il culto liturgico è regolato dalla Messa tedesca di Lutero. La teologia luterana riconosce la Bibbia come unica norma in materia di fede e di morale, fissa nella fede la via per ottenere la grazia, nega il magistero ecclesiastico in nome del sacerdozio universale dei credenti, stabilisce che la comprensione della Bibbia avviene con l'assistenza diretta dello Spirito Santo. Fondamento della costituzione ecclesiastica è la comunità dei fedeli in cui i pastori, eletti, ma destituibili, hanno il compito di predicare la parola di Dio, amministrare i sacramenti, conservare la disciplina. La confessione dei peccati può essere fatta ad ogni fratello. Santa Cena e predicazione costituiscono il centro del "servizio divino", mentre la comunione rimane, ma al di fuori della messa. Il luteranesimo si diffuse in Europa con grande rapidità. Nel XVI secolo vi fu un rallentamento a causa della concorrenza del calvinismo ed anche della controriforma cattolica. Si crearono delle scissioni (antinomisti, sinergisti, maioristi, ecc.) che furono in qualche modo portate a fattor comune con il Libro di concordia. Verso la fine del XIX secolo si evidenziò il pietismo cui si contrappose il neoluteranesimo. La teologia dialettica di Barth porta ad una rinascita sia del calvinismo che del luteranesimo, attraverso una rivalutazione fondata sulla reinterpretazione. Il luteranesimo, nella sua diffusione storica, rimase limitato alle nazioni germaniche o scandinave; tale dottrina, nel suo carattere di universalità, fu diffusa nel mondo soprattutto per merito del Calvinismo.

LUTERO Martin

 
(Ger.) - Eisleben 1483, 1546 - Riformatore religioso tedesco, nato da famiglia contadina, frequentò le elementari a Mansfeld e continuò gli studi a Magdeburgo prima, ad Eisenach poi. Nel 1501 iniziò lo studio di arti liberali alla università di Erfurt e nel 1505 conseguì il titolo accademico di magister artium. Subito dopo si iscrisse in giurisprudenza per accontentare il padre; mentre tornava a casa per visitare i genitori, un fulmine gli cadde vicino e lo atterrì tanto da fargli fare il voto a S.Anna di farsi monaco. Due settimane dopo entrò ad Erfurt nel convento degli eremiti di S.Agostino, pronunciò i voti nel 1506 e fu ordinato sacerdote nel 1507. Indirizzato dai superiori allo stadio della teologia, si accostò alla Bibbia, ad Aristotele, ai teologi agostiniani ed a Biel. Quando Lutero divenne baccelliere, nel 1509, era dominante l'orientamento religioso detto "occamismo". L'anno dopo Lutero si recò a Roma per discutere, senza successo, un argomento interno all'ordine. Trasferito al convento di Wittenberg, di cui divenne priore, conseguì il dottorato in teologia nel 1512, cominciando subito ad insegnare esegesi biblica all'università. Lutero si impegnò seriamente al suo lavoro, ma era insoddisfatto; sentiva di non servire Dio nel modo giusto e di non essere sulla strada della salvezza. Deluso dall'occamismo e dall'agostinismo, meditò Bernardo e lesse Gersone. Nel 1514, meditando l'Epistola ai Romani di Paolo, avvertì che la giustizia di Dio non doveva essere intesa come una giustizia remunerativa, ma come volontà salvifica di Dio. Lutero approfondì ulteriormente il concetto, giungendo a quella teologia della croce che faceva cambiare in lui ogni posizione ed ogni prospettiva. Non è possibile surrogare la mancanza di fede con le opere pensava quando scrisse le sue 95 tesi sulle indulgenze, che ebbero grande diffusione e provocarono vivaci polemiche. Nel 1518 ricevette l'ordine di recarsi a Roma per discolparsi, ma subito dopo fu dichiarato eretico e venne chiesta la sua consegna. Federico di Sassonia permise che Lutero si presentasse alla dieta di Augusta, davanti al legato pontificio Caetano. In quella sede egli rifiutò di trattare le opinioni che gli erano state contestate e per aumentare la dose, nella disputa di Lipsia del 1519, negò il primato papale, l'infallibilità dei concili e quanto altro fosse legato alla Chiesa di Roma. L'unica norma di fede erano le Sacre Scritture, affermò. La bolla Exurge Domine gli impose di cancellare 41 delle sue proposizioni, pena la scomunica. Lutero rispose al papa con un opuscolo durissimo, chiamandolo Anticristo, ed il 10 Dicembre del 1520 bruciò la bolla e la Summa Teologica di Tommaso d'Aquino in pubblico. Nello stesso anno scrisse le tre opere che determinarono il suo definitivo distacco da Roma. Nella prima "Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca per la riforma del ceto cristiano", Lutero propugna l'annullamento della distinzione fra preti e laici, la cancellazione del diritto della gerarchia di interpretare le Sacre Scritture, e toglie al papa la prerogativa di convocare il concilio. Con la seconda "De captivitate Babylonica", Lutero denuncia come schiavitù della chiesa il rifiuto del calice ai laici, il carattere di sacrificio della messa, la transustanziazione, la dottrina dei sette sacramenti. Con la terza opera "De libertate christiana", egli propugna la fede come liberazione del peccato e riconosce nel cristiano colui che serve tutti per amore. Nel 1521 Lutero viene definitivamente scomunicato, con obbligo all'autorità laica di metterla in pratica. Ma la Dieta di Worms si limitò a chiamare Lutero per giustificarsi; questi si rifiutò di ritrattare e l'imperatore lo bandì. Mentre viaggiava verso Wittenberg cadde in una imboscata simulata : erano i cavalieri dell'elettore di Sassonia che lo sottraevano all'arresto per portarlo nel castello della Wartburg. Qui Lutero lavorò alacremente ad altre opere ed alla traduzione del Nuovo Testamento dal testo greco di Erasmo. Nel 1522 dovette correre a Wittenberg per moderare gli eccessi di Carlostadio, che aveva destato false interpretazioni evangeliche, sulla base delle quali si era sollevata una rivolta di contadini. Lutero si adoperò dapprima come paciere, ma davanti alla violenza li condannò come ribelli e li espose all'eccidio da parte dei principi. Nel 1525 la polemica con Erasmo, e la successiva rottura, determinò anche una frattura con il mondo umanistico. La rapida diffusione del suo messaggio lo mise anche davanti a problemi di natura organizzativa. L'organizzazione ecclesiastica fondata sulle comunità e l'organo collegiale di autogoverno, non dava esiti sempre omogenei e si verificavano frequenti casi di anarchia dottrinale. Per tale motivo Lutero fu costretto ad affidare alcuni compiti di controllo alle autorità temporali. Nacquero così chiese territoriali che divennero vere e proprie chiese di stato. Gli ultimi anni di vita Lutero li trascorse fra malattie, disordini che turbavano le comunità, interventi di principi sui fatti di religione, movimenti centrifughi. Rimase sempre saldo sulle proprie idee e nel 1545, in occasione della convocazione del Concilio di Trento, scrisse la sua opera più violenta e sarcastica : Contro il papato di Roma fondato dal diavolo.

LUTTO

 
(Occ.) - Manifestazione di dolore il cui nome deriva da "lugere", piangere. In genere è una mestizia che deriva dalla perdita di una persona cara. Forma, durata, riti, di questa manifestazione sono legati ai luoghi ed ai tempi. Gli Israeliti, alla morte dei genitori e degli amici, si laceravano gli abiti, si coprivano il capo con cenere e polvere, andavano scalzi e con il cilicio ai fianchi, dormivano per terra, si battevano il petto, si radevano il capo, si strappavano i capelli e la barba. Gli Egiziani, in tale occasione, oltre a ripetere i gesti sopra descritti, si strappavano le sopracciglia. Presso i Greci, le donne si radevano i capelli, gli uomini se li facevano crescere. I Romani erano più parchi; essi esternavano il lutto astenendosi dal partecipare ai giuochi ed alle feste, indossando abiti scuri e tenendo la barba incolta. Sotto gli imperatori le donne usavano portare il lutto vestendo di bianco. I più sobri erano i Galli i quali, in occasione di qualsiasi lutto, si limitavano a radersi il capo.

LUXOR

 
(Occ.) - Una parola composta da Lux (luce) ed aur (fuoco), cosicché significa "Luce del Fuoco (divino)".
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