Glossario

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KAILEM

 
(Eb.) - Letteralmente, vascelli o veicoli; i vasi per la sorgente delle Acque della Vita; termine usato per i Dieci Sephiroti, considerati come il nucleo primordiale delle Forze Cosmiche. Alcuni Cabalisti pensano che esse si manifestano nello universo attraverso 22 canali rappresentati dalle 22 lettere dell'alfabeto Ebraico, formando in tal modo, con i Dieci Sephirot, i 32 sentieri della saggezza.

KAIMARATH

 
(Pers.) - L'ultimo della razza dei re pre-umani. È identico ad Adam-Kadmon. Un leggendario re Persiano, decimo re dei Peri, la decima generazione antidiluviana dei Re, data da Beroso. Viene identificato con l'ebraico Adamo. Suo figlio Samek fu assassinato dal fratello gigante. Talvolta è scritto Kaimurath.

KAIVALYA

 
(San.) - Stato di emancipazione finale raggiunto da un asceta quando egli realizza l'indifferenza anche riguardo alla conoscenza di tutti i modi di espressione della vita e di tutte le creature nella loro natura essenziale, avendo distrutto gli ultimo germi del desiderio.

KAKODAEMON

 
(Gr.) - Il Serpente Malvagio, il cattivo genio come contrapposto ad Agathodaemon, il Serpente Buono, il genio buono, la divinità. È un termine degli Gnostici Ofiti.

KALÀM

 
(Ara.) - Termine arabo che significa "discorso" e designa, nella civiltà musulmana, la teologia speculativa (contrapposta alla teologia positiva), quella, cioè, che applica la speculazione filosofica ai dati della rivelazione. I teologi di questo indirizzo furono detti mutakallimun, che, in latino medioevale fu tradotto in loquentes (ragionatori). È scritto anche kalam che, letteralmente, significa "parola"; il termine è usato sia per indicare la parola di Allah che la scienza della parola di Allah. Esso designa un preciso indirizzo della teologia speculativa araba che si sviluppò nel primo secolo dell'Islam. Da questo movimento prese l'avvio nell'VIII secolo il movimento teologico dei mùtaziliti, che si spinsero fino a negare la distinzione degli attributi divini affermata dal Corano.

KALA

 
(San.) - Una misura di tempo; quattro ore, un periodo di trenta Kashtha; significa anche "parte" con riferimento ad 1/16 di fase lunare. Tempo, forma di autolimitazione dello Spirito Universale (Brahman); destino; un ciclo ed un nome proprio, un appellativo dato a Yama, Re del mondo degli inferi e Giudice dei Morti. È il tempo incondizionatamente eterno ed universale, quello che i Greci chiamavano Cronos, ma anche una forma di Brahma (Vishnu), sul cui piano sono disposti in croce tutti gli Dei e tutte le creature che muoiono al Mahapralaya. È il serpente che si morde la coda, l'emblema dell'eterna divinità del Tempo.

KALABHANA

 
(San.) - Uguale a Taraka. (Vedi la Dottrina Segreta, vol. II, p.382, nota a piè di pagina).

KALAGNI

 
(San.) - La fiamma del tempo. Un Essere divino creato da Shiva, un mostro dalle mille teste. Appellativo di Shiva che significa "il fuoco del destino".

KALAHANSA

 
(San.) - O Hamsa. Un appellativo mistico dato a Brahma (o Parabrahman); significa "il cigno nel tempo e fuori del tempo". Brahma (maschio) è chiamato Hansa-Vahan, il veicolo del "Cigno". Questo appellativo viene dato perchè Brahma, all'inizio del Mahamanvantara, depone un Uovo d'Oro che simboleggia il grande Circolo, il simbolo dell'Universo e dei suoi corpi sferici. È il Cigno che si pone nello spazio e nel tempo.

KALAVINGKA

 
(San.) - Anche Kuravikaya e Karanda, ecc. "L'uccello dell'immortalità, dalla dolce voce". Eitel lo identifica con il cuculus melanoleicus, benché l'uccello in sè sia allegorico e non esista. La sua voce è udita in un determinato stadio del Dhyana (una delle sei Paramita di Perfezione), nella pratica dello Yoga. Si dice che essa svegliò il Re Bimbisara e così lo salvò dal morso di un cobra. Nel suo significato esoterico, quest'uccello dalla dolce voce è il nostro Ego Superiore.
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