Glossario

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I

 
-KING (Cina) - Scritto anche "I-Ching", è il "Libro dei Mutamenti", uno dei cinque classici scritti da Confucio. Si tratta di un manuale di divinazione che espone la dottrina dei trigrammi (pa-kua), la cui invenzione è attribuita al mitico imperatore Fu Hsi. Consiste di un corpo originale, che data probabilmente l'8^ secolo a.C., più varie appendici attribuite a Confucio, ma scritte probabilmente dai confuciani nel 2^ secolo a.C.

I

 
- Nona lettera dell'alfabeto Inglese, di quello latino e delle lingue derivate; decima di quello Ebraico (con il significato di "mano"), corrisponde alla iota greca ed allo yod fenicio. La forma fenicia primitiva aveva la forma di una erre minuscola con due trattini; nello ebraico seriore divenne un grosso punto sovrapposto ad un apice. Nella lingua italiana, il puntino sulla i appare nel XIV secolo, ed al medioevo risale la sua forma allungata j. Solo più tardi le due lettere si differenziarono per ruolo vocalico e consonantico. In italiano ha tre suoni, in altre lingue la si trova come dittongo, o con suono nasale, ecc. In greco, con accento in alto a destra, vale 10, con accento in basso a sinistra vale 10.000. Nella forma maiuscola indica il nono libro dell'Iliade, nella forma minuscola il non libro della Odissea. In ebraico ha valore numerico 10, e corrisponde al nome divino Jah, il lato maschile, o l'aspetto dell'essere ermafrodito, o l'Adamo maschio-femmina di cui hovah (Jah-hovah) è lo aspetto femminile. È simboleggiato da una mano con il dito indice rivolto verso il basso, per mostrare il suo significato fallico. In romano si scriveva l e valeva 1; se associato ad altra cifra, sulla destra si aggiungeva, sulla sinistra si sottraeva. Nelle abbreviazioni aveva vari significati: Idus, Ianuarius, Iunius, Iulius, Iupiter, Iesus, ecc. Nella logica formale (sillogismo) indica la proposizione particolare affermativa, in opposizione alla O, che è la negativa : "asserit I, negat O, sed particulariter ambo". In chimica indica lo Iodio, in fisica l'intensità di corrente, in matematica l'unità immaginaria, in numismatica le zecche di Amburgo e Limoges, nelle sigle internazionali l'Italia. Secondo Platone, questa lettera aveva qualcosa di misterioso in sè, e serviva a meraviglia per la spiegazione di cose delicate.

I.H.S.

 
(Rel.) - Sigla di straordinario valore per i Cristiani : Costantino la vide disegnata in cielo e la lesse "In Hoc Signo vinces", per altri è "In Hoc Salus". In alcune scritture la si legge "Iesus Habemus Socium", oppure "Iesus Hominum Salvator"; i Gesuiti sormontarono questa sigla con una croce e ne fecero il loro stemma. Come al solito, si tratta di un grande plagio e di un immenso falso. Il monogramma di Bacco, in Grecia, si scriveva IKTHYS e significa "pesce". Tolta la K, trasformata la Teta in H, eliminata la Y, rimane IHS ed assume il significato di "Salvatore" della umanità. Tale appellativo, già dato dagli indù a Vishnu, era stato dato dai Greci a Bacco. I Cristiani lo rivendicano come proprio ed originale, riferito a Gesù!

I.N.R.I.

 
(Occ.) - Il significato più noto di questa sigla è "Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum", la scritta che, secondo i Vangeli, Pilato fece mettere per sfregio sulla croce di Gesù. Ma la scritta esisteva già da molto tempo, ed il suo significato era ben diverso : ".........". Ancora un plagio, e perfino fatto male!

IACCO

 
(Gr.) - Un sinonimo di Bacco. La mitologia menziona tre personaggi con questo nome: erano gli ideali Greci più tardi adottati dai Romani. Si afferma che la parola Iacco sia di origine Fenicia e che significhi "un bambino al seno". Molti antichi monumenti rappresentano Cerere e Demetra con Bacco in braccio. Uno di questi Iacco fu chiamato il Tebano ed il Conquistatore, figlio di Giove e di Semele; sua madre morì prima della sua nascita e lui fu custodito per un certo periodo nella coscia di suo padre; fu ucciso dai Titani. Un altro era figlio di Giove, sotto forma di Drago, e di Persefone; solo questo era chiamato Zagreo. Un terzo era Iacco di Eleusi, figlio di Cerere; la sua importanza deriva dal fatto che egli appariva al sesto giorno dei Misteri Eleusini. Alcuni vedono un'analogia fra Bacco e Noè, entrambi coltivatori della vigna e protettori degli eccessi alcoolici. È anche sinonimo di Iao, Geova, Baal, Adone.

IACHUS

 
(Gr.) - Un medico Egiziano la cui memoria, secondo Eliano, fu venerata per molti secoli a causa della sua meravigliosa conoscenza occulta. Iachus fu ritenuto capace di fermare delle epidemie semplicemente con determinati suffimigi, e di guarire le malattie, facendo inalare ai suoi pazienti delle erbe.

IADI

 
(Gr.) - Figlie di Atlante e Pleione (o Etra), sono sette : Ambrosia, Coronide, Dione, Eudora, Feo, Fesile, Polisso. Dette anche Ninfe di Nisa, furono le nutrici di Dioniso fino a quando, per timore di Era, lo affidarono a Ino e fuggirono a Teti dove piansero così a lungo il fratello Iade che Giove le trasportò in cielo e le trasformò in stelle. Astronomicamente sono un gruppo di stelle appartenenti alla costellazione del Toro, di cui formano la fronte, come un V coricato. La stella più brillante è Aldebaran, astrologicamente il loro capo, mentre esse sono considerate sorelle delle Pleiadi. Le Iadi sono le stelle della pioggia, del Diluvio, e Aldebaran (colui che segue, o succede, alle figlie di Atlante) guarda in basso dall'occhio del toro. Il loro nome proviene dal greco Y-ein, che significa "piovere", oppure da Y-ios, che significa "figlio".

IAFET

 
(Eb.) - Figlio di Noè, fratello di Sem e Cam. La benedizione impartitagli dal padre costituì la fortuna della sua stirpe : Cimmeri, Medi e Ioni. I tre fratelli erano dei Titani Architi, secondo Faber, oppure deve trattarsi di una leggenda.

IAGARNAT

 
(Ind.) - Nome di una città sul golfo di Bengala, celebre per il suo tempio monumentale dedicato a Vishnu. Qui, durante le feste al dio, il fanatismo dei devoti arrivava al punto che alcuni si gettavano sotto le ruote del pesantissimo carro sul quale l'effige del dio veniva portata in processione.

IAHO

 
- Sebbene questo nome sia più ampiamente trattato sotto le parole "Yaho" e "Iao", non è inopportuno darne qualche spiegazione. Diodoro riferisce che il Dio di Mosè era Iao; ma siccome questo Iao denota un "dio-mistero", non può dunque essere confuso con Iaho e Yaho. I Samaritani lo pronunciavano Iabe, Yahva e gli Ebrei Yaho fin quando, creata la possibilità di cambiare le vocali Masoteriche, un processo elastico che permette qualsiasi variazione, lo pronunciarono Iehovah. Ma "Jehovah" è un'invenzione ed una invocazione posteriore, poiché originariamente il nome era Jah, o Jacchos (Bacco). Aristotele mostra che gli antichi Arabi rappresentavano Jach (Iacco) con un cavallo, ovvero il cavallo del sole (Dioniso) che seguiva il carro sul quale Ahura Mazda, il dio dei Cieli, andava in giro ogni giorno.
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