Glossario

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F

 
- La sesta lettera dell'alfabeto Inglese per la quale non c'è un equivalente in Ebraico; sesta anche dell'alfabeto latino ed italiano. La doppia F invertita degli Eoli che per qualche misteriosa ragione divenne il Digamma, lettera mancante in alcuni alfabeti antichi come il sanscrito. Può essere fatta derivare dalla E cui sia stato tolto il trattino alla base. Corrisponde al Ph Greco; con il digamma i Greci indicavano il numero 6. Questa lettera viene talvolta indicata con l'apostrofo. Nella lingua italiana ha quattro gradi di intensità. La F rovesciata in latino significa Fili o Femine, mentre in inglese significa fellow (socio). Come numero latino indica il 40, e con una barra sopra la lettera (F), il 400.000. Nel calendario romano era la sesta lettera nundinale, mentre nel calendario ecclesiastico è la sesta lettera domenicale. Nella scala musicale medioevale indicava la nota "fa"; in filosofia, nella logica formale, indica il modo della prima figura del sillogismo Ferio, oltre ad essere mezzo mnemonico per indicare altre figure designate con parole che incominciano per F. Nel sistema penale romano stava per Fugitivus, impressa con ferro rovente sulla fronte dello schiavo sfuggito al padrone. In chimica sta ad indicare il Fluoro, in elettrologia il Faraday. In matematica indica una funzione.

FA

 
-HWA-KING (Cin.) - Un'opera cinese sulla cosmogonia.

FA

 
-MI-TAY (Ind.) - Nome di una divinità indiana, sorta per distruggere la religione di Xaca, e diffonderne una nuova.

FABER George Stanley

 
(Ing.) - È ripetutamente citato nella Dottrina Segreta per aver scritto l'opera "Dissertazione sui Misteri dei Cabiri".

FABRE D'OLIVET Antoine

 
(Fr.) - Ganges 1767, Parigi 1825. Scrittore, mistico, filosofo ed erudito francese, discendente da una famiglia protestante, fece carriera in quella religione e si diede al commercio. Ma durante il suo primo soggiorno a Parigi si accorse di essere portato più per la musica e la poesia che per il commercio. Viaggiò in Germania ed in Svizzera svolgendo una qualche attività politica ed aggiunse al cognome del padre, Fabre, quello della madre, D'Olivet. Scrisse due opere rivoluzionarie per il teatro (Il genio della Nazione, 14 Luglio 1789) che ebbero un buon successo. Per un certo periodo si schierò con i Giacobini, ma nel 1791 rinunciò all'attività politica. Visse a Parigi durante il Terrore e scrisse qualche altra piccola opera. La sua famiglia fu economicamente rovinata dalla catastrofe finanziaria del 1796 e, per vivere, non gli rimase che affidarsi alla sua penna. Tentò per due volte di pubblicare giornali che ebbero breve vita, dopo di che si impiegò al Ministero della Guerra. Pubblicò una novella e collaborò al "Giornale degli Uomini Liberi". Compromesso nello affare della "macchina infernale", ebbe salva la vita per intercessione di Lenoir-Laroche; entrò quindi in un periodo di buona produzione letteraria, durante il quale pubblicò poemi, ma anche pezzi musicali. Fra il 1800 ed il 1805 ebbe una profonda crisi religiosa ed intellettuale, durante la quale scoprì la sua vera vocazione di filologo e si dedicò allo studio di opere mistiche ed occulte. Grande importanza ebbe nella sua crisi un personaggio di cui non si conosce il vero nome, ma che Fabre chiamerà più tardi Egerie Teofania; in questo periodo, forse, si sposò. Fra il 1805 ed il 1810 lavorò alla sua opera più importante : "La lingua ebraica restituita ed il vero significato delle parole ebree dimostrato attraverso la loro analisi radicale", che tentò di far pubblicare a spese dello Stato. Nel 1810 si ritirò dal suo impiego e, avvalendosi di un certo potere magnetico, guarì alcuni sordomuti, finchè il Governo non lo invitò a sospendere tale attività. Nel 1813 pubblicò "I versi d'oro" di Pitagora, ed il ritorno al potere dei Borboni gli permise di pubblicare "La lingua ebraica", in cui egli dimostra che ciascuna lettera dell'alfabeto ebraico rappresenta simbolicamente un'idea. Nel 1816-17 lavorò ad un'opera sulla Lingua d'Oc e poco tempo dopo, dopo tanti anni di matrimonio turbolento, divorziò. Scrisse la "Storia filosofica del genere umano", lo "Stato sociale dell'uomo", la "Interpretazione ermeneutica dell'Origine dello Stato Sociale dell'Uomo". Fece qualche tentativo per reinserirsi in politica, ma tornò ben presto alla sua attività letteraria.

FABRE M.

 
(Abate) (Fr.) - Uomo dotto, professore alla Sorbona, esperto di peleontologia e di archeologia preistorica, è citato nella "Dottrina Segreta" a proposito degli antenati della nostra Razza umana.

FACCE

 
(Cabalistiche) - O, come in Ebraico, Partzupheem. Abitualmente la parola si riferisce ad Areekh Anpeen o Faccia lunga, a Zeir-Anpeen o Faccia corta, ed a Resha Hivrah, la "Testa Bianca", o Faccia.. La Cabala afferma che al momento della loro comparsa (l'ora della differenziazione della materia) tutto il materiale per le forme future era contenuto nelle tre Teste che sono una, e che sono chiamate Atteekah Kadosha (i Santi antichi e le Facce). Quando le Facce si guardano l'un l'altra, allora i "Santi Antichi" nelle tre Teste, o Atteekah Kadosha, sono chiamati Areek Appayem, cioè "Facce Lunghe" (Vedi Zohar, III, 292a). Tutto ciò si riferisce ai tre Principi Superiori, sia cosmici che umani. In forma semplificata, per Facce Cabalistiche talora si intende Nephesh, Ruach e Neshamah, ossia l'Anima animale (vitale) la Spirituale e la Divina nell'uomo , come dire Corpo, Anima e Mente. Le cinque facce = Shiva Le due facce = Giano Le otto facce = Bhadracali Le quattro facce = Brahma. Questo termine viene spesso usato anche con il significato di aspetto, sembianza, apparenza, presenza, e simili.

FACHIRO

 
(Ar.) - In India, un asceta Mussulmano, uno "Yogi" Maomettano, che vive di elemosine e si dedica spesso ad un esagerato ascetismo. Letteralmente significa "povero". Il nome si applica spesso, sebbene erroneamente, agli asceti Indù anche se, rigorosamente parlando, solo gli asceti Mussulmani ne sono autorizzati. Questo modo sbrigativo di definire le cose con nomi generali fu adottato in Iside Svelata, ma ora non è più così.

FAFNIR

 
(Scand.) - Personaggio della mitologia germanica, figlio di Hreidhmar, uccide il padre per impossessarsi dell'oro datogli dagli Dei. Essendosi rifiutato di dividere l'oro con il fratello, il fabbro nano Regin, va a custodirlo, sotto forma di drago, a Guitaheidh. Si istigazione di Regin, l'eroe Sigurdh uccide Fafnir con la spada forgiata da Regin. A sua volta anche Regin, che medita un tradimento ai danni di Sigurdh, cadrà sotto la stessa spada. L'episodio fa parte dell'opera musicale "Sigfrido" di R. Wagner. Allegoricamente è il Dragone della Saggezza.

FAHIAN

 
(Cin.) - Un viaggiatore e scrittore cinese dei primi secoli del Cristianesimo, che scrisse sul Buddhismo.
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