Glossario

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ZEIRENE

 
(Gre.) - Presso i Macedoni era il nome di Afrodite, una grande divinità femminile che essi contrapponevano alla Artemis dei Traci.

ZELATOR

 
- Il grado più basso nel sistema exoterico Rosacroce, un tipo di probazionista, o chela inferiore. Il grado lo si ritrova anche nella Golden Dawn, dove rappresenta il primo gradino, corrispondente a Malkuth, il Regno, la Terra.

ZEMOPACIOS

 
(Lit.) - Divinità terrestri del paganesimo lituano, adorate a fianco del sommo Dio Auxtheias Vissagistis. Sono i Signori della Terra, numi collegati a vario titolo con il suolo.

ZEMYNA

 
(Lit.) - Per i Lituani pagani è la Dea della Terra, simile a Zemes mate dei Lettoni ed alla Semele dei Traci. Come Dea della prosperità le spetta la libazione preliminare versata a terra. È una divinità materna, figlia di Sanle e Menules, viene amata in genere come protettrice dei campi.

ZEN

 
(Gia.) - Termine giapponese che letteralmente significa "meditazione" ed è l'equivalente del cinese Ch'an, del pali Jhana, del sanscrito Dhyana. Si tratta di una dottrina buddhista giapponese che riduce la tecnica ascetica alla sola meditazione, non centrata su alcun oggetto. La sua metafisica è essenzialmente quella del sunya (vuoto) di Nagarjuna; il meditante si identifica con il vuoto e la realizzazione soterica si ha con una folgorazione improvvisa (satori). Per la concentrazione si usano i koan, quesiti privi di senso, come i paradossi del tantrismo di Sahajayana. Lo zen non può essere insegnato ed il maestro rappresenta solo un punto di riferimento. Durante la fase di meditazione è molto importante adottare la posizione del loto, stare sui talloni, nella più assoluta immobilità; la respirazione dev'essere corretta e deve spostare l'energia dalla testa al ventre; il pensiero dev'essere proiettato nel vuoto. La tradizione vuole che lo Zen sia nato in Cina ad opera del patriarca Hui-neng, vissuto fra il 638 ed il 713. Importato in Giappone nel 1215 ad opera del monaco Eisai, che aveva imparato in Cina dalla scuola Lin-chi (in giapponese "rinzai"). La vera e propria scuola Zen, tuttavia, fu creata dal monaco Dogen nel 1227 con ispirazione dal Mahayana, limitatamente alla prassi etica ed alla contemplazione "senza oggetto". Non si tratta di una ricerca di sè, o di una forma di isolamento, bensì di una compenetrazione della realtà nella sua integrità. Questa scuola ha oggi due tendenze principali: soto e koan. La prima è fedele alle origini, ed impone la meditazione con il controllo del respiro ed il pensiero vuoto; la seconda è la meditazione per paradossi che porta al vuoto attraverso la mancanza di soluzioni logiche. Lo Zen ha influenzato profondamente la produzione letteraria ed artistica giapponese; esso è l'ideologia dei samurai, nonostante la sua base non violenta.

ZEND

 
(Iran) - Il Libro della Vita, contenente le basi fondamentali dell'antichissima religione dei Magi, nel mito persiano. Lo Zend è una specie di commentario al Pazend ed all'Avesta. Le pratiche liturgiche dei Parsi, o Guebri (i Persiani, gli antichi Adoratori del Fuoco), erano elencate ed illustrate nello Iezisni, nel Vispered e den Vendedall, che possono essere considerati la Bibbia del mito persiano. (Vedi "Zend-Avesta").

ZEND

 
-AVESTA (Iran) - Con questo nome si designano le Scritture Sacre dei Mazdei, i Magi. Zend-Avesta è la denominazione erronea con la quale l'Avesta giunse in occidente; questa forma errata combinava il nome dell'Avesta con quello dello Zend, o Zendo. Zend non è la lingua avestica, ma l'esegesi dell'Avesta, cioè il complesso della letteratura pahlavica diretta a spiegare i testi sacri dello zoroastrismo. Zend-Avesta è il nome generico dato ai libri sacri dei Parsi, adoratori del fuoco, o del sole, come vengono ignorantemente chiamati. Così poco si è capito delle Grandi Dottrine che si trovano ancora nei vari frammenti che compongono ciò che ora rimane di quella raccolta di opere di religione, che lo Zoroastrismo è chiamato indifferentemente culto del Fuoco, Mazdaismo, o Magismo, Dualismo, culto del Sole, e così via. L'Avesta (dal persiano antico "abhashta" che significa "la legge") ha due parti che adesso sono raccolte insieme, la prima parte contenente il Vendidad, il Visperad e lo Yasna; e la seconda parte, chiamata il Korda-Avesta (Piccolo Avesta) che è composta di brevi preghiere dette Gah, Nyayish, etc.. Il traduttore della Vendidad rileva, in una nota a piè di pagina: "Ciò che per consuetudine è chiamato il linguaggio Zend, dovrebbe essere chiamato 'il linguaggio Avesta', perchè lo Zend non è affatto un linguaggio; e se il termine è usato per designarne uno, allora può essere applicato solo al Pahlavi". Ma allora, lo stesso Pahlavi è solo il linguaggio in cui certe parti originali dell'Avesta sono tradotte. Quale nome dovrebbe essere dato al vecchio linguaggio Avesta, e particolarmente allo "speciale dialetto, più antico della lingua, in generale dell'Avesta ), in cui sono scritti i cinque Gatha nello Yasna? A tutt'oggi gli Orientalisti non si pronunciano sull'argomento. Perchè mai lo Zend non dovrebbe appartenere allo stesso ceppo, se non identico con lo Zen-sar, significando anche la parola che spiega il simbolo astratto, o il "linguaggio del mistero", usato dagli Iniziati?

ZENITH

 
(Ast.) - Termine che deriva dall'arabo "samt arrùas" che significa "direzione delle teste" o dei vertici. Relativamente ad un punto P della superficie terrestre, lo zenith è l'intersezione con la sfera celeste della verticale per P. È anche l'antipodo del Nadir e, come questo, giace sul meridiano. In astrologia, un pianeta è allo zenith quando si trova nel Medium Coeli.

ZENONE di Cizio

 
(Gre.) - Cipro 333, Atene 263. Filosofo greco di origine e lingua fenicia, si trasferì ad Atene nel 313 e fu discepolo di Polemone, poi di Diodoro Crono ed infine di Cratete. Nel 300 circa cominciò a tenere proprie lezioni sotto il Portico Dipinto (Stoà Poikile, da cui Stoicismo), fondando una propria scuola. Scrisse molte opere, tutte andate perdute. A lui si debbono gli assunti fondamentali dello stoicismo (esistenza di un ordine razionale e naturale delle cose, nozione di bene come di accordo dell'individuo con tale ordine), ed anche la scansione dottrinale in logica, fisica ed etica. La sua fisica e la sua etica ebbero un accento più naturalistico e biologizzante dei suoi successori; egli concepiva il mondo come permeato in tutti i suoi punti da una vitalità naturale, che si manifesta in fenomeni biologici (riproduzione, nutrizione, crescita, ecc.). L'intero campo dei fenomeni naturali è regolato dalla circolazione di questa forza vitale, che tiene uniti cielo e terra e determina le vicende di ciascuna cosa al loro interno. Poiché nulla garantisce che le convenzioni umane siano in accordo con la natura, l'etica ha un valore del tutto relativo. A Zenone si deve la teoria del linguaggio e quella della conoscenza e fu lui ad introdurre ad Atene il credo della predestinazione, la teoria del Grande Anno, trascorso il quale il mondo si dissolve in una conflagrazione universale per poi rinascere in un nuovo ciclo. Predicò la sua convinzione di poter conoscere il destino individuale attraverso la divinazione. Si dice sia morto suicida.

ZEOMEBUCH

 
(Sca.) - Ed anche Zeevuboch, è il nome che i Vandali davano al Dio Nero, un Genio malefico del quale, con preghiere e sacrifici vari, cercavano di scongiurare la collera.
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