Glossario

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R

 
- La sedicesima lettera dell'alfabeto latino, diciottesima di quello italiano, proviene dal ro greco e dal resch dei Fenici e degli Ebrei, dove era detta "la canina" perchè il suo suono ricorda quello di un ringhio. Nell'alfabeto Ebraico è la ventesima, ed il suo valore numerico è 200. Per i Greci, la P valeva 17, la ro minuscola con accento era uguale a 100, con la virgola a sinistra, invece, valeva 100.000. Per i Romani, la R valeva 80, con un trattino sopra valeva 80.000. Come Resh è equivalente al nome divino Rahim (la clemenza); i suoi simboli sono una sfera, una testa o un cerchio. Nell'alfabeto fenicio era formata da un triangolo con il vertice in alto ed il lato destro prolungato; il triangolo divenne poi un semicerchio. I Greci rovesciarono la figura: misero lo asse a sinistra ed il semicerchio a destra, ottenendo la P, che chiamarono Ro. Talvolta la lettera veniva scritta con un piccolo peduncolo appeso al semicerchio; i Romani allungarono il peduncolo ed ottennero la figura attuale: R. La gamba che trasforma la P in R la si trova già in Argo, Delfi e Siracusa. La Ro maiuscola designa il XVII libro dell'Iliade, la minuscola il XVII libro dell'Odissea. In chimica la R sta ad indicare due acidi, in fisica indica dei gas perfetti, la costante di Rydberg, il grado Reaumur, il Rontgen, in elettrologia sta per resistenza elettrica. Come abbreviazione la troviamo con i significati di Regio, Reale, Reverendo, Rapido, acc.; in astronomia designa una classe spettrale di stelle, a bassa temperatura, che hanno righe spettrali di carbonio e di cianogeno, in matematica stà per raggio, retta, ring, numeri Reali, in numismatica indica la rarità: più R ci sono, più il pezzo è raro.

RA

 
(Eg.) - Dio Egizio del Sole, venerato ad Eliopoli, avente testa di sparviero, ma anche antropomorfa; con la V Dinastia divenne il Dio principale dell'Impero, ed il Faraone era considerato suo figlio carnale. Attorno a questo Dio si raccolgono speculazioni sincretistiche di numerose divinità egizie primitive, come Ammone, ed al suo culto sembra anche ispirarsi il movimento religioso di Ekhnaton. Dio cosmico e politico, ebbe più tardi anche valore funerario: davanti ad esso si giudicavano i morti. Ad esso è connessa Maat (la Verità), che è considerata sua figlia. Appare spesso su una o due barche, quella del mattino e quella della sera, sulle quali attraversa il cielo, eretto o seduto, dentro un chiosco con un serpente. I suoi santuari hanno forma di cortile con altare solare al centro. Reca in mano la Croce Ansata. A seconda dei momenti della giornata, esso cambiava nome; quando, al mattino, nasceva dal seno della dea Nouit, si chiamava Khopri (colui che diventa). Identificato con Horus, esso faceva, ogni 24 ore, il giro del mondo, da levante a mezzogiorno, e da qui al levante; di notte, invece, si muoveva da ponente a settentrione, e viceversa. Quando entrava in una di queste quattro case del mondo, esso saliva su una barca nuova che un equipaggio di Dei conduceva sul Nilo Celeste. Durante il giorno combatteva il serpente Apophis, che voleva impedirgli di illuminare il mondo. Durante la notte esso moriva; la sua forma morte, la sua carne Afou, attraversava le regioni delle tenebre e si recava ad oriente, da dove poi rinasceva. Nel Libro dei Morti, Ra viene rappresentato come Brahma, in gestazione nell'Uovo dell'Universo, l'Uovo di Seb, mentre "esce da esso sotto forma di un falco". Ra lascia l'uovo quando il dio Shu (l'energia solare) si risveglia e gli dà l'impulso. Nella lotta fra Shu ed i Figli della Ribellione, Ra se ne rimane nel suo uovo. Ra era identificato con la Luce ed era considerato "Dio Uno" ad Eliopoli: Shu era la sua personificazione. Ra viene talvolta citato come Re, era conosciuto a Babilonia come Ri a, mentre in Grecia era Ra, Re ed anche Ri. Esso era il Dio del Cielo. Ra, esotericamente, è l'Anima divina Universale nel suo aspetto manifestato, la luce che arde perpetuamente; il Sole personificato.

RA'HMIN

 
(Eb.) - Un altro nome di Seth, uno dei figli di Adamo. Secondo la Kabbalah , infatti, le "anime scintille" contenute in Adamo Kadmon entrarono in tre sorgenti, a capo delle quali erano i suoi tre figli. Così, mentre l'"Anima scintilla" (o Ego) chiamata Chesed entrò in Abele, Geboorah entrò in Quai-yin (Caino) e Ràhmin entrò in Seth; e questi tre figli furono divisi in sette specie umane, chiamate "le radici principali della razza umana".

RABBI

 
(Eb.) - Titolo onorifico ebraico che significa "mio maestro"; compare più volte nei Vangeli e, dal I secolo d.C., è denominazione ufficiale dei Dottori della Legge in Palestina. Il titolo ha parecchie varianti: rab, rabban, rabbanim (plurale di rabbi), rabbon. Da questo termine deriva rabbino, con il quale oggi si designano i ministri di culto ebraico.

RABBINI

 
(Eb.) - Originariamente erano gli istruttori dei Misteri Segreti, la Qabbalah; in seguito, ogni Levita della casta sacerdotale divenne un istruttore ed un Rabbino. Il titolo di Rabbino si consegue presso l'Università e nei Collegi, o Seminari, rabbinici. Il rabbino è preposto alla vita religiosa della comunità cui è assegnato, per la quale ha diversi compiti: dirigere le funzioni, celebrare i riti della circoncisione, i matrimoni, predicare, istruire, decidere su vertenze dottrinali, ecc.

RABBINISMO

 
(Rel.) - Tendenza che si afferma nel Giudaismo dopo la distruzione del Tempio (70 d.C.) e domina fino a diventare il tratto più caratteristico ed universale del Giudaismo stesso pur non essendo, storicamente, l'unica direzione di sviluppo. Esso si basa principalmente sulla normatività attribuita alla tradizione orale, accanto alla Legge scritta, Mishnah e Talmud, con l'aggiunta della dottrina e della giurisprudenza successive, assieme alla Torah ed al Pentateuco. Attraverso il rabbinismo, il Giudaismo controlla i rischi di deviazione insiti nel misticismo, nelle filosofie religiose, nei messianismi, nel pietismo, nell'assimilazione, curando la conservazione, l'adeguamento e la praticabilità delle norme etico religiose nei diversi contesti culturali in cui esso si trova a vivere.

RABBINO ABULAFIA Abraham

 
(Eb.) - Nato nel 1240, a Saragozza, formò una scuola di Kabbalah che porta il suo nome. Le sue opere principali furono "I Sette Sentieri della Legge" e "L'Epistola al Rabbino Solomone". Visse anche in Italia; la sua è una Cabala Profetica.

RABBINO AKIBA BEN YOSEF

 
(Eb.) - Nacque nel 50 d.C. e morì martire nel 135. Può essere considerato il fondatore dell'ebraismo rabbinico. La sua dottrina etica si fonda sul valore primario dello amore del prossimo. Autore di una famosa opera Cabalistica, lo "Alfabeto di R.A.", che tratta ogni lettera come simbolo di una idea e come emblema di un certo sentimento. Il Libro di Enoch era all'origine una parte di quest'opera, che apparve alla fine dello ottavo secolo. Era un trattato non puramente Cabalistico.

RABBINO AZARIEL BEN MENACHEM

 
(Eb.) - (1160 d.C.). Autore del Commentario ai Dieci Sefiroti, la più antica e pura opera Cabalistica esistente, a parte il Sepher Yetzirah che non concerne i Sefiroti Cabalistici. Fu allievo di Isaac il Cieco, reputato il padre della Cabala europea ed istruttore dell'altrettanto famoso R. Moses Nachmanides.

RABBINO GIKATILLA Josepf

 
(Sp.) - Nacque nel 1248 a Medinaceli, in Castiglia, e visse molti anni a Segovia. Studiò con Abraham Abulafia che lo elogiò come il suo migliore allievo. All'inizio fu fortemente influenzato dal sistema estatico e profetico, poi si spostò verso la filosofia. Scrisse libri famosi come "Il Giardino delle Noci", "Il Cancello dei Punti Vocali", "Il mistero del Metallo rilucente", "Le Porte della Rettitudine". Insistette sull'uso della Gematria, del Notaricon e della Temura Gikatilla, che morì verso il 1325, fece un tentativo originale di fornire un'esposizione dettagliata, lucida e sistematica della Cabala. Fu considerato da molti il principale esponente della dottrina che equipara l'infinito Ein Sof alla prima delle dieci Sephirot. La concezione fu respinta dalla maggioranza dei cabalisti a partire dal XVI secolo, ma le sue opere continuarono ad essere molto stimate.
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