Glossario

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NANNA

 
(Sca.) - La bella sposa di Baldur, nell'Edda di Snorri, madre di Forseti, che lottò contro il cieco Hodur ("colui che regna sulle tenebre") e morì di dolore quando questi le uccise il marito, a seguito di una macchinazione di Loki. Baldur è la personificazione del Giorno, Hodur della Notte e la bella Nanna dell'Aurora. È anche considerata Dea della fertilità.

NANSOSUELTA

 
(Cel.) - Divinità celtica, identificabile con la Proserpina dei Romani.

NAPEE

 
(Mit.) - Nome delle Ninfe che presiedevano ai prati ed ai boschetti.

NAPIR

 
(Ori.) - Presso gli Elamiti, popolazione sita alla foce dell'Eufrate, era il nome di una divinità lunare.

NARA

 
(San.) - (1), "Uomo"; l'uomo originale, eterno. (2), Le acque dello Spazio o il Grande Abisso, da cui deriva il nome Narayana o Vishnu. (3) Il punto centrale del loto che spunta dall'ombelico di Vishnu. Kulluka Bhatta usa questo nome per designare lo Spirito di Dio, Parabrahman, l'Anima Suprema. Nel Mahabharata, Vishnu dice: "Io, nei tempi antichi, ho dato all'acqua il nome Nara, perciò sono chiamato Narayana, ovvero il mezzo in cui mi muovo (ayana)". Secondo Beroso, Nara era il nome dato ai Centauri, mostri primordiali, che avevano corpo di uomo ed estremità di cavallo.

NARA SINHA

 
(San.) - Letteralmente, "Uomo-leone"; un Avatar di Vishnu, citato nei Purana.

NARADA

 
(San.) - Uno dei Sette grandi Rishi, un Figlio di Brahma. Questo "Progenitore" è uno dei personaggi più misteriosi nella simbologia sacra Brahmanica. Esotericamente, Narada è il Governatore degli eventi durante i vari cicli Karmici e, in un certo senso, la personificazione del grande ciclo umano; un Dhyan Chohan. Egli gioca un grande ruolo nel Brahmanesimo che attribuisce a lui alcuni degli inni più occulti del Rig Veda, un'opera sacra nella quale lo si descrive come appartenente alla "famiglia dei Kanwa". È chiamato Deva-Brahma ma, come tale, ha un carattere distinto da quello che assume sulla terra - o Patala. Daksha lo maledice per la sua interferenza nella condotta dei suoi 5.000 e 10.000 figli che egli convinse a rimanere Yogi e celibi e a rinascere moltissime volte su questa terra (Mahabharata). Ma questa è un'allegoria. Egli fu l'inventore della Vina, una specie di liuto, e fu un grande "legislatore". La sua storia è troppo lunga per essere narrata qui. Troviamo Narada anche nell'Anugita. È un grande Rishi e Yoghi, detto "il Creatore di contese". È un figlio di Brahma e, nell'occultismo cishimalayano, è chiamato Pesh-hun, ossia il Messaggero, l'Anghelos dei Greci, unico confidente ed esecutore dei decreti universali del Karma e di Adi Budha. Esso è una specie di Logos attivo, sempre incarnato, che conduce e dirige gli affari umani dall'inizio alla fine del Kalpa. Come già accennato prima, è quasi impossibile dire tutto di Narada, e forse è abbastanza sapere che assomiglia tanto a Jehovah. Narada ha appreso la sua conoscenza da Shesha dalle mille teste; a lui sono affidati il nostro progresso e la nostra buona sorte; è lui a provocare le guerre, ma è sempre lui che pone fine alle belligeranze. È un Kumara, un asceta, un vergine; convince i figli di Daksha a non procreare e, per tale motivo, viene condannato da Brahma a rinascere sempre come uomo. Quale capo degli Angeli (i figli di Daksha: Haryashva e Shabalashva), mentre invitava i figli di Daksha a non procreare, per non continuare a nascere dall'utero, istruiva gli uomini e li guidava a diventare Dei. Narada è uno dei più incomprensibili Rishi vedici, perchè è intimamente connesso con le Dottrine Occulte, i Cicli ed i Kalpa segreti. Nel Narada-Pancha-Ratra è chiamato un Prajapati; il Naradiya Purana, a lui dedicato, è composto di oltre 25.000 stanze. Narada è il Deva Rishi dell'occultismo per eccellenza; l'occultista che non lo medita, lo analizza e lo studia in tutti i suoi sette aspetti esoterici, non sarà mai in gradi di capire certi misteri antropologici, cronologici e cosmici.

NARAKA

 
(San.) - Nella concezione popolare è un inferno, "una prigione sotto terra". Gli inferni caldi e freddi, sempre in numero di otto, sono semplicemente emblemi dei globi della nostra catena settenaria, con in più "l'ottava sfera", che si suppone sia collocata nella luna. Questo è un velo trasparente poiché questi "inferni" sono chiamati inferni vivificanti dato che, come viene spiegato, ogni essere che muore in uno di essi nasce immediatamente nel secondo, poi nel terzo, e così via; in ognuno, la vita ha una durata di 500 anni (questo è un velo sul numero dei cicli e delle reincarnazioni). Siccome questi inferni costituiscono uno dei sei gati (condizioni di esistenza senziente) e siccome si dice che le persone rinascono in uno o in altro di essi secondo i loro meriti o demeriti Karmici, il velo diventa auto-esplicativo. Comunque, questi Naraka sono più dei purgatori che degli inferni, poiché è possibile liberarsi da ognuno di essi con un pò di soldi, grazie alle preghiere ed alle intercessioni dei preti; esattamente come nella Chiesa Cattolica Romana che sembra aver copiato abbastanza accuratamente il rituale Cinese. Come già detto, la filosofia esoterica colloca ogni inferno della vita sulla terra, in una forma o nell'altra dell'esistenza senziente. Exotericamente è il Patala.

NARAM

 
-SIN (Acc.) - Figlio di Sargon di Accadia, fondatore del primo Tempio di Babilonia, aveva conquistato le terre su cui governava nel 3200 a.C. Fu il quarto Re della dinastia Accadica, figlio di Manishtushu, e venne immortalato in una stele trionfale che oggi si trova al Museo Louvre di Parigi.

NARAYANA

 
(San.) - Da Nara=acqua e Ayana=che si muove, è colui "che si muove sulle Acque" dello spazio; un appellativo di Vishnu nel suo aspetto di Spirito Santo che si muove sulle Acque della Creazione (Manu, Libro II), o come forma di dio addormentato sul serpente Shesha e sull'oceano primordiale, durante la notte cosmica. Nella simbologia esoterica sta per la manifestazione primordiale del principio vitale che si propaga nello Spazio infinito. È uno dei 20 epiteti dell'Atman. Si tratta di Vishnu, considerato il Motore delle Acque eterne, lo Spirito che è fiamma invisibile, che non si brucia mai ma che accende tutto ciò che tocca e gli dà vita e generazione. Narayana è colui che è immerso nell'Abisso ed abita le Acque della Sapienza. Da sempre le Acque sono il simbolo della Sapienza e dell'Insegnamento Occulto. Talvolta è rappresentato da un triangolo con il vertice in basso, Vishnu come Dio del principio umido e dell'acqua. Il triangolo con il vertice in alto è Shiva, il Principio del Fuoco. Narayana è detto anche Idas-Pati (Maestro delle Acque), ed è stato ripreso dai Greci sotto l'aspetto di Nettuno, o Poseidone. Nel Mahabharata appare come figura mitica: un fanciullo incontrato nell'oceano dall'asceta Markandeya, in condizioni di dormiente. In Narayana è contenuto il mondo intero e Markandeya lo esplora e lo riconosce. Il simbolo può essere letto come una chiara figura di fanciullo divino che rappresenta il cosmo. Veniva talvolta rappresentato da una statua, color del mare, che lo raffigurava sdraiato sul lido.
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