Glossario

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LAURENZIANO

 
(Geo.) - Periodo geologico che nelle carte europee non ricorre con questo nome, ripetutamente citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta. Poiché l'autrice lo colloca prima del Cambriano e del Siluriano, pensiamo debba trattarsi dell'Era Archeozoica, che si divide in due periodi : Algonchiano e Archeano.Lattanzio era convinto che il cristianesimo, per ottenere la vittoria finale, doveva conquistare gli ambienti intellettuali dell'impero ed assimilare al meglio la cultura pagana. Nei suoi scritti si sforzò di imitare Cicerone, anche se con sca - De Opificio Dei, una apologia della Provvidenza; - Divinae Institutiones, sintesi dell'insegnamento cristiano in sette libri; - Epitome, compendio delle Divinae Institutiones; - De Ira Dei, contro la dottrina stoica; - De Mortibus Persecutorum, sull'ira divina che cade sui persecutori dei cristiani; In molte sue affermazioni non era obiettivo, come quando affermò che il sistema eliocentrico era una dottrina eretica e quella degli antipodi "una menzogna inventata dal diavolo".

LAURO

 
(Occ.) - Albero celebre presso gli antichi, usato in ogni tempo per ricompensare gloriose gesta, sia militari che sportive, oppure sublimi opere dell'ingegno. I Greci cingevano con le sue foglie la fronte dei valorosi che tornavano vincitori dai giuochi Olimpici, i Romani facevano lo stesso con i benemeriti Capitani cui concedevano l'onore del trionfo. Gli antichi credevano che il lauro fosse inaccessibile al fulmine e per questa ragione lo piantavano sulla porta dei palazzi degli imperatori, ed anche attorno al palazzo. Tiberio, uomo vile e timoroso, se ne cingeva la fronte durante i temporali. I medici consideravano il lauro una panacea universale, ragion per cui lo troviamo sulle statue di Esculapio. La tradizione continua nei paesi che pongono sulla testa dei laureati in medicina una corona di lauro. D'Altra parte baccellieri deriva da baccalauri che, in modo chiaro, significa bacca di lauro. Le fronde di lauro entravano pure nel santuario, in molte cerimonie religiose, soprattutto nei misteri dell'arte divinatoria. Ad esempio, se le foglie poste sul fuoco crepitavano, se ne deducevano auspici favorevoli. Per avere sogni veritieri, poi, bastava mettere alcune foglie di lauro sotto il capezzale.

LAVATER Johann Caspar

 
(Sv.) - Zurigo 1741, 1801. Teologo, poeta e predicatore svizzero, frequentò il ginnasio di Zurigo. Avviatosi allo stato ecclesiastico, aderì alla fede di Zwingli, derivando l'esigenza di conciliare il molteplice ed il diverso nell'armonica unità del tutto. Da Rousseau trasse l'amore per la libertà e la giustizia, nonché il disdegno per il razionalismo. Nel 1763 venne a contatto con rappresentanti del pensiero razionalistico, ma non perdette il suo battagliero misticismo. La sua concezione teologica riecheggiava i temi neoplatonici del Rinascimento. In questo periodo, a Barth, compose i Canti Svizzeri. Tornato a Zurigo prese gli ordini nel 1769 e cominciò ad esplicare il fascino della sua oratoria come diacono, o pastore, in molte chiese della sua città natale. Questo fervore oratorio e la profondità delle sue convinzioni gli conferirono una straordinaria influenza personale, per cui fu consultato da centinaia di persone, tedesche e svizzere, come consigliere spirituale. Scrittore fecondo, ma debole pensatore, fu sempre in lotta con le gelide astrazioni del deismo e sempre in cerca di possibili conversioni. Nel Ponzio Pilato intese riassumere l'altezza e la viltà dell'uomo. Si entusiasmò alla teoria del Bonnet (corpo etereo indissolubile dall'anima) e scrisse Frammenti Fisiognomici. Per incitamento di Goethe riprese l'antica ricerca di un'unica occulta radice degli aspetti fisici e psichici. Si entusiasmò anche per la Rivoluzione, ma fu sospettato di spionaggio, deportato a Basilea ed ivi liberato. Colpito casualmente da una palla nemica mentre passeggiava a Zurigo, morì dopo un anno di atroci sofferenze.

LAVOISIER

 
(???) - Un missionario citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta che, nel suo Giornale delle Colonie, scrive della superstizione dei pagani.

LAVORO

 
(Gr.) - Questa nobile attività, regalata da Jehovah all'uomo, secondo la Bibbia, quale punizione per il Peccato originale (Genesi, 1, 17), era personificata presso i Greci da una figura muscolosa che tiene in mano strumenti per operare; egli è figlio di Erebo e della Notte. Ma il lavoro era da sempre per l'uomo una necessità, l'unico modo per procurarsi i mezzi di sostentamento e di sviluppo. Ed il lavoro, proprio perchè necessità, è stato spesso mezzo per asservire individui, famiglie, interi popoli. In Grecia, la classe intellettuale riserva il lavoro umile alla povera gente; a Roma, i lavori agricoli ed artigianali vengono via via screditati. La Chiesa Cattolica accetta il lavoro come mezzo per servire il prossimo mentre non gradisce il lavoro come soddisfacimento dei bisogni materiali. Lutero conferisce dignità al lavoro, mentre Calvino ne fa un'ossessione. Il lavoro come base per scalare il successo, aumentare i consumi, acquistare prestigio, è il valore del giorno d'oggi. Considerato in un modo a sinistra, in un'altro a destra, esso è ridiventato un bene raro, anche quando permette appena la sopravvivenza. Lo sviluppo capitalistico ha stravolto il vero significato del lavoro, creando una massa enorme di emarginati, Per una nuova dignità umana e sociale è assolutamente necessario che il lavoro torni ad essere una attività attraverso la quale l'uomo, in spirito di eguaglianza e di solidarietà, mette le sue capacità al servizio della comunità, traendone il giusto compenso.

LAWRENCE

 
(Ing.) - Arcivescovo citato da H.P.B. nella Dottrina Segreta quale traduttore del Libro di Enoc dalla lingua etiopica a quella inglese. Scrisse anche un'opera di altro genere "Evoluzione della Cristianità".

LAYA

 
(San.) - O Layam. Dalla radice Li, "dissolvere, disintegrare". Un punto di equilibrio (o punto zero), in fisica ed in chimica; in occultismo è quel punto in cui la sostanza diventa omogenea ed è incapace di agire o di differenziarsi. I Punti Laya, o Centri Laya, sono i Centri Imperituri, il punto zero di una condizione; essi non sono punti matematici nè fisici. Un centro laya, ad esempio, contiene i principi animatori di un pianeta morto, ha in sè un'enorme energia potenziale, ma latente. Essa si risveglia alla vita quando si forma un corpo siderale nuovo, e si sviluppa per dare ad esso il supporto necessario. Il Laya è ciò che la scienza chiamerebbe "punto zero", o "linea zero", il regno della negatività assoluta (o meglio, della neutralità assoluta), la radice e la base di tutti gli stati di oggettività ed anche di soggettività : l'asse neutro. È Fohat a produrre i sette Centri Laya : il Grande Soffio scava attraverso lo Spazio sette fori nel Laya per farli ruotare durante il Manvantara. Per certi aspetti è anche lo stato finale di quiete, il Nirvana del Settimo Principio.

LAYAM

 
(San.) - In teosofia è qualcosa che assomiglia a ciò che la scienza chiama protile. Equivale a laya, il punto zero.

LAYARD Austen Henry

 
(Ing.) - Parigi 1817, Londra 1894. Scrittore, diplomatico, archeologo inglese, studiò in patria, ma anche in Continente. Nel 1842 diplomatico a Costantinopoli, nel 1845 esplorò le rovine in Assiria, dopo di che fece scavi a Nimrud e Kuyunjik, e studiò varie tribù, come quella degli Yezidi. Ritornato in Inghilterra nel 1848, pubblicò "Ninive e le sue Rovine", seguita dal volume "Illustrazioni dei Monumenti di Ninive". Nel 1849 intraprese la sua seconda spedizione, durante la quale identificò Kuyunjik come il sito attuale dell'antica Ninive; registrò tutti i suoi lavori nell'opera "Scoperta delle Rovine di Ninive e di Babilonia". È merito suo tutto il materiale che oggi, in Inghilterra, forma la maggior parte delle antichità Assire presso il British Museum. Dal 1852 al 1869 fu uomo politico, membro del Parlamento, Ambasciatore, Sottosegretario agli Affari Esteri e Curatore del British Museum. Nel 1878 si ritirò a Venezia per dedicare tutto il suo tempo all'arte di quella città e scrivere le sue opere.

LAYCOCK

 
(???) - Autore citato nella Dottrina Segreta per i suoi studi sulla periodicità dei fenomeni vitali riferita alla vita dell'uomo ed alle sue fasi più significative. Egli suddivise la vita umana in tre periodi : il primo di 21 anni suddiviso in tre sotto periodi di sette anni ciascuno; il secondo di 28 anni, suddiviso in quattro periodi di sette anni ciascuno; ed il terzo di 21 anni ancora, suddiviso in tre periodi di sette anni ciascuno. È interessante notare l'assunzione del ciclo base in sette anni di durata, e la vita complessiva in un tempo di 70 anni, molto vicino a quello di 72 asserito da altri studiosi sulla base di diversi parametri. La divisione della vita in cicli di sette anni, ciascuno collegato ad uno dei sette pianeti sacri, è comune anche ad altre correnti esoteriche.
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