Glossario

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LAKH

 
(San.) - 100.000 unità, di qualsiasi cosa.

LAKHMU

 
(Bab.) - Divinità della mitologia babilonese ed assira. Assieme a Lakhamu costituisce la coppia procreatrice di Anshar e Kishar ( il Mondo Celeste ed il Mondo Terrestre ), che danno a loro volta vita alla triade cosmica Anu, Enlil ed Ea.

LAKSHANA

 
(San.) - I trentadue segni sul corpo di un Buddha, per mezzo dei quali egli è riconosciuto. Filosoficamente significa "caratteristica delle cose", "implicazione".

LAKSHMI

 
(San.) - "Prosperità, fortuna, successo"; la Venere Indù. La dea della bellezza e della fortuna, moglie di Vishnu, o meglio, il suo aspetto femminile. La sua parte nera è la dea Durga Kali. È equivalente a Sri, Gauri, Sarasvati. Come consorte di Vishnu, è madre di Kama, il dio dello amore. Secondo una leggenda narrata nel Ramayana, e largamente diffusa, Lakshmi venne fuori, insieme con altre cose preziose, dalla spuma dell'oceano agitato dagli Dei e dai Demoni allo scopo di ottenere la ambrosia. Il suo attributo costante è il fiore di loto. Corrisponde alla greca Venere ed è in relazione con la luna e l'acqua, essendo una dea lunare. Nella letteratura vedica è la espressione della prosperità prodotta dal sacrificio. Era raffigurata come donna dal petto scoperto e dalle molte turgide mammelle. Attorno ad un braccio aveva infilato un corno dell'abbondanza. Questa immagine sarà poi ripresa dal greci con una Artemide coperta da mammelle, e dai Romani con la dea Cerere.

LALANG Joseph Jerome

 
(Fr.) - Astronomo francese vissuto nel XVIII secolo, autore di "Astronomia", opera in due volumi pubblicata a Parigi nel 1764.

LALITA VISTARA

 
(San.) - Una famosa biografia di Sakya Muni, il Signore Buddha, scritta da Dharmarakcha nel 308 d.C.

LAMA

 
(Tib.) - Si scrive "Bla ma" e significa "Maestro". Se correttamente applicato, negli ambienti religiosi, l'appellativo appartiene soltanto ai sacerdoti di grado superiore che possono officiare come guru nei monasteri. Essi hanno raggiunto un altissimo grado di santità e di dottrina. Purtroppo, qualsiasi membro comune del gedun (clero) chiama se stesso, o autorizza gli altri a chiamarlo, "Lama". Un vero Lama è un Gelong ordinato e tre volte consacrato. Dopo la riforma fatta da Tsong-ka-pa, molti abusi si sono nuovamente insinuati nella teocrazia di quella terra. Ci sono i "Lama-astrologi", i Chakhan o comuni Tsikhan (da tsigan, "zingaro"), e i "Lama-indovini", anche se possono sposarsi e non appartenere affatto al clero. Comunque, sono molto scarsi nel Tibet orientale, poiché appartengono principalmente al Tibet occidentale ed alle sette che non hanno nulla a che vedere con i Gelupka (berretti gialli). Sfortunatamente, gli Orientalisti che non conoscono niente o quasi della reale situazione del Tibet, confondono il Choichong della Lamaseria di Gurmakhaya (Lhassa) - gli Esoteristi Iniziati, con i ciarlatani ed i Dugpa (stregoni) delle sette Bhon. Nessuna meraviglia se - come dice Schlagintweit nel suo Buddismo nel Tibet - "sebbene le immagini del Re Choichong (il "dio dell'astrologia") siano nella maggior parte dei monasteri del Tibet e dell'Himalaya, i miei fratelli non hanno mai visti un Lama Choichong". Questo è naturale. Nè il Choichong nè il Kubilkhan scorazzano per il paese. Come per il "Dio" o il "Re Choichong", egli è un "Dio dell'astrologia" non più di quanto lo sia un qualsiasi altro Dhyan Chohan "Planetario" ! Lama-Oceano è il Lama riconosciuto come Oceano della Saggezza; Dalai Lama è il Capo Supremo della chiesa tibetana ed anche il detentore del massimo potere politico; Teshu Lama è la massima autorità amministrativa; Panchen Lama è il capo spirituale. I Lama vivono nei monasteri o in eremitaggio e, oltre ad esercitare le funzioni strettamente rituali, presenziano alle nascite, alle morti, ai matrimoni, alle malattie, fanno oroscopi ed incantesimi, fabbricano immagini sacre.

LAMAISMO

 
(Tib.) - Il Buddhismo tibetano, comunemente detto "lamaismo", raggiunse la sua forma definitiva alla fine del XV secolo, epoca in cui fu costruito il suo edificio dottrinario ed il suo rituale, rimasto immutato. Il suo sviluppo abbraccia diversi secoli e ad esso prendono parte tutte le scuole e tutte le correnti del buddhismo. Il Lamaismo accolse numerosi elementi rituali, propensioni magiche e numina che nel Paese delle Nevi erano presenti già prima dell'arrivo del buddhismo (Bon Po). Noi, oggi, lo conosciamo attraverso la sua letteratura, vastissima, e sulle biografie delle sue figure più significative. Gli indirizzi del Lamaismo sono molti, costituiscono scuole che si accostano per alcuni aspetti, si differenziano per altri, rappresentando per certi versi la storia stessa del Tibet, caratterizzata da una continua oscillazione fra forze centrifughe tendenti a disgregare e spinte unitarie. Il mondo del Lamaismo si può dividere in due aspetti, nettamente separati l'uno dall'altro : Il mondo religioso (monastico o eremitico) e quello laico, esterno al primo ma ad esso strettamente collegato. Pensare di riassumere in poche righe la dottrina, o le dottrine, del Lamaismo è impresa assolutamente impossibile. Esso si fonda essenzialmente sul clero, composto da monaci e lama. I testi fondamentali del Lamaismo sono il Kangyur (Canone) da 100 a 108 volumi, ed il Tangyur (Commentario), 225 volumi. Il Canone è diviso in tre sezioni : Disciplina monastica, Discorsi del Buddha e testi tantrici, Metafisica. I Commentari parlano di cerimonie, inni e preghiere. La mistica e lo yoga sono i canali principali attraversi i quali si perviene al samadhi.

LAMARCK Jean

 
-Baptiste (Fr.) - Bazentin 1744, Parigi 1829. Naturalista francese, nato da nobile famiglia, fu mandato in seminario. Morto il padre si arruolò nell'esercito distinguendosi per atti di valore. Ferito, andò a Parigi, dove nacque il lui l'amore per le osservazioni e gli studi scientifici. Il suo primo tentativo fu la classificazione di tutte le piante secondo un metodo dicotomico da lui inventato. Con l'opera "Flora francese" ottenne l'ammissione all'Accademia delle Scienze. Ebbe dal Governo l'incarico di redigere il Dizionario di Botanica e nel 1800 riorganizzò il Museo di storia naturale. Come zoologo si distinse per una ricerca sui vermi, cui seguì uno studio sui meccanismi e fattori della trasformazione della superficie terrestre. Come chimico ebbe grande influsso sulla teoria biologia, quale fautore della generazione spontanea. Egli attribuisce alla natura vivente una forza plastica che produce tutte le varietà del regno animale attraverso un duplice processo : progressivo differenziamento e perfezionamento strutturale. All'azione di questa forza plastica si oppone l'influenza dell'ambiente fisico, che incanala la creatività organica nelle singole specie e determina la discontinuità di un processo che, se fosse influenzato soltanto dalla forza plastica, sarebbe continuo. I mutamenti ambientali producono mutamenti di bisogni, questi, a loro volta, producono diversità di comportamento che determinano la trasformazione di particolari organi e dello stesso piano strutturale dell'organismo. L'azione causativa dell'ambiente è indiretta e si esplica attraverso la caratteristica vitale dell'organismo che risponde in modo ordinato e coerente alle esigenze poste dallo habitat. Nella "Filosofia zoologica", Lamarck espone le tesi che fanno di lui uno dei primi sostenitori dell'evoluzionismo. In una prospettiva completamente deistica, secondo la quale la natura costituisce una totalità regolata da leggi poste dal Creatore, ma funzionanti in modo rigoroso e conoscibili dalla scienza, egli muove dalla convinzione che le specie animali si sviluppano una dall'altra, da quelle più semplici a quelle più complesse. Sostiene anche la trasmissione ereditaria dei mutamenti favorevoli all'adattamento all'ambiente. Le sue teorie furono criticate da Cuvier, suo contemporaneo, ma in seguito anche da Darwin.

LAMASSU

 
(Ori.) - Spirito, o demone protettore benevolo, nell'antica religione mesopotamica; spesso fa coppia con Shedu. Il termine designa pure le statue colossali, sia di demoni che di animali, che si ponevano ai fianchi delle porte di entrata dei templi e dei palazzi.
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