Glossario

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FELICE

 
(Padre) (Fr.) - Predicatore francese, citato nella Dottrina Segreta, a proposito del rapporto fra scienza e religione.

FELICITÀ

 
(Fil.) - I Romani la personificarono come una donna seduta sopra un bel seggio, con il caduceo nella mano destra e la cornucopia nella sinistra : la virtù e l'abbondanza. Ma è troppo poco. Innanzitutto bisogna chiedersi di quale felicità si sta parlando : privata, pubblica, passeggera, delle anime, suprema, materiale, ecc. Solitamente si confonde gratificazione con felicità, ma non è così. La felicità non è in vendita, non la si può acquistare, non la si consegue, anche se ci si sforza in tutti i modi di essere felici, si perde non appena si ha coscienza di possederla. Nessuno ha coscienza della felicità, nel momento in cui è felice, nè la felicità può essere ristretta nel concetto di "assenza di dolore", essendo essa un valore positivo e non un prodotto del segno negativo. La felicità è una condizione derivata, prodotto secondario di qualcos'altro. Questo qualcosa non è la fede, nè lo sforzo, nè la ragione, ma il vuoto di sè riempito d'amore.

FENI

 
(Sca.) - Con questo nome si designavano le antiche popolazioni Irlandesi.

FENICE

 
(Mit.) - Nome del più celebre fra gli animali favolosi dell'antichità, che gli Arabi dicevano "creatura di cui non si conosce il nome e si ignora il corpo". La si immaginò grande come un'aquila, con cresta o ciuffo luminoso, penne del collo dorate, penne del corpo color porpora, coda bianca, occhi scintillanti. Si pensava che fosse esemplare unico, vivesse nel deserto per diversi secoli, ed al momento della morte rinascesse da sè. La sua leggenda è riconosciuta da Greci e Romani, Egizi ed Arabi, Rabbini e Padri della Chiesa. È libera da morte perchè è l'unica a non aver mangiato il frutto proibito del Giardino dell'Eden. Garuda, mezzo uomo e mezzo uccello, Vahana di Vishnu come Kala (Tempo), è la versione indù della Fenice, emblema del tempo ciclico e periodico. La Fenice, infatti, è un essere che muore e rinasce dalle sue ceneri, un susseguirsi di cicli. Essa è connessa con il ciclo solare di 600 anni (ciclo occidentale dei Greci e di altre nazioni), ma talvolta anche con altri, nel qual caso si aggiungono o si tolgono zeri in modo appropriato. Gli Ebrei la chiamavano Onech; i Fenici, Enoc; i Turchi, Kerkes. Vive mille anni, dopo di che, accesa una fiamma, ne rimane consunta. Rinata dalle ceneri, vive altri mille anni, fino a sette volte sette, quando arriva il Giorno del Giudizio. Sette volte sette è un'allegoria dei 49 Manu, delle sette Ronde con sette Cicli ciascuna per ogni Globo della Catena Planetaria. Kerkes, Onech, Enoc sono il Ciclo di una Razza, l'Albero Ababele, l'Albero Padre del Corano. Il Giorno del Giudizio significa un Pralaya minore. La Fenice è il Simorgh del racconto persiano la cui morte e ritorno alla vita rappresenta la distruzione e la rinascita del mondo.

FENICI

 
(St.) - Nome greco di una popolazione semitica, abitatrice nell'età antica della regione omonima. Popolo di navigatori, probabilmente discendeva dai Copti. Si presume abbiano circumnavigato il globo, diffondendo la civiltà in zone oggi deserte. Si attribuisce a loro l'invenzione della scrittura, quella del sistema numerico decimale, nonché molte osservazioni astronomiche. Le loro radici vanno certamente oltre i Greci e gli Egizi, e si possono ricondurre al regno di Saturno, o Lemuria. La Fenicia è la zona costiera del Mediterraneo orientale compresa fra il Gebel Akra ed il Carmelo, limitata all'interno dai Monti Nusairi, dal Libano e dai Monti di Galilea. Divisa fin dalle origini in città stato, era dedita ai commerci marittimi. Biblo, Acco, Tiro, Sidone, Berito, sono le città più famose di cui si ha documentazione. La religione dei Fenici è un aspetto della religione dei Cananei. Prevale la figura di El, o Hel (dio supremo il cui nome è composto di tre lettere ed era tenuto segreto), la cui consorte è Asherah. La divinità più attiva è Baal, dio della pioggia e della vegetazione, la cui sposa è Astarte, talvolta 'Anat, entrambe personificazione della "grande terra madre". Adone è il dio che rappresenta il ciclo annuo vegetativo, che muore e risorge con il succedersi delle stagioni. Altre divinità sono Melqart (re della città) e Bàalat (signora della città). Vi era un sacerdozio ben organizzato, diviso in varie categorie, fra i quali notevole era la figura del "profeta" che sarà ripresa da Israele. I santuari erano frequentemente all'aperto, costituiti da stele o pilastri, circondati da recinti sacri, all'interno dei quali era presente la divinità. Nelle città più importanti vi erano anche dei grandi templi chiusi. Largamente diffusi i sacrifici umani, strettamente collegati alla credenza nella sopravvivenza delle anime.

FENOMENI

 
(Gr.) - In realtà "un'apparenza", qualcosa in precedenza non visibile, e sconcertante quando la sua causa è sconosciuta. Lasciando da parte i diversi tipi di fenomeni come quelli cosmici, elettrici, chimici, ecc., e tenendo presenti solo i fenomeni spiritici, dobbiamo ricordare che, teosoficamente ed esotericamente, ogni "miracolo" - dal biblico al taumaturgico - è semplicemente un fenomeno, ma che nessun fenomeno è mai un "miracolo", cioè qualcosa di soprannaturale o al di fuori della legge della natura, dato che tali cose, in natura, sono impossibili.

FENOMENISMO

 
(Fil.) - Qualsiasi dottrina filosofica per la quale la realtà non esiste in sè stessa, ma solo come fenomeno situato nello spazio e nel tempo. Il fenomenismo può essere sia una teoria della conoscenza che una dottrina ontologica; nel primo caso troviamo Kant affermare che le forme a priori della sensibilità si riferiscono agli oggetti solo in quanto questi sono considerati fenomeni, ma non rappresentano cose in sè; nel secondo troviamo l'empirismo inglese per il quale i fenomeni percepiti dal soggetto sono non solo gli unici dati conoscibili ma anche le sole cose esistenti. Il fenomenismo subirà ulteriori sviluppi con Mach (non esiste alcuna realtà all'infuori dei fenomeni), Russell ( i percepibili), Carnap (gli oggetti sono costruiti a partire dai dati della mente), ed altri.

FENOMENO

 
(Fil.) - Ciò che si manifesta, o appare. Per Aristotele è qualsiasi cosa si manifesta direttamente ai sensi, in particolare i dati dell'osservazione empirica. Per Platone è il modo di essere difettivo delle cose sensibili nei confronti delle specie ideali, cioè la mera apparenza opposta alla realtà o verità dell'ente. Per i Dogmatici la cosa sensibile è il soggetto esterno della sensazione, mentre per gli Scettici il fenomeno è la pura affezione involontaria. Hume considera il carattere fenomenico della realtà direttamente connesso con la tendenza associativa della mente umana. Per Hegel il fenomeno è la manifestazione della vita spirituale nelle sue figure storico-dialettiche; per Husserl si tratta degli oggetti e delle strutture intenzionali della coscienza trascendentale. Per Heidegger, la fenomenologia è esibizione ed interpretazione dell'essere dell'ente. Il termine "phainomenon", in greco, significa mostrarsi, apparire, pertanto per fenomeno deve intendersi un evento suscettibile di osservazione, diretta o indiretta, provocato o no dallo uomo. Per Kant, fenomeno è opposto di noumeno, ed è ciò che si conosce nella esperienza. Esso è il risultato della cooperazione fra Soggetto ed Oggetto o, come dicono gli Idealisti, l'oggetto dei sensi. Sul nostro piano, infatti, i fenomeni sono la creazione dell'Ego percipiente, stati di materia che rappresentano gli aggregati degli oggetti percepiti. Il fenomeno è materia, il noumeno è sostanza.

FENOMENOLOGIA

 
(Fil.) - Nella sua opera "Nuovo Organo", Lambert fa seguire alla dottrina della verità la dottrina della parvenza (fenomenologia), alla quale assegna il compito di scoprire le cause soggettive ed oggettive del carattere illusorio degli oggetti della sensibilità. E Kant, scrivendo a Lambert, dice che la metafisica dev'essere preceduta ed introdotta da una scienza del tutto particolare, ancorché solo negativa, nella quale vengano determinati la validità ed i limiti dei principi della sensibilità. Hegel allarga il significato del termine intendendo per fenomenologia la scienza dell'esperienza della coscienza, ovvero il cammino della coscienza naturale verso il sapere. I fenomeni, quindi, non sono più mere parvenze del conoscere sensibile, ma concrete manifestazioni storiche dello sviluppo del sapere umano, reso oggetto di una complessiva scienza dello spirito. Il significato moderno di fenomenologia è diverso da tali precedenti e si riferisce in particolare alla dottrina di Husserl e dei suoi seguaci, la quale afferma che la fenomenologia è un ritorno alle cose stesse, che poi sono i fenomeni, non come apparenze contrapposte ad ipotetiche cose in sè, ma come manifestarsi originario della realtà nella coscienza.

FENRIS

 
(Sca.) - Nome del figlio di Loke; ha un ruolo molto importante nel Crepuscolo degli Dei.
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