Glossario

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FANTASIA

 
(Occ.) - Potenza immaginativa e rappresentativa dell'anima. Negli Atti degli Apostoli, questa parola è adoperata per fasto, pompa, arroganza; i Padri della Chiesa l'hanno usata come sinonimo di finta immagine di cose, spettro inganno del demonio. Da non confondere con fantasticheria, che ha un senso più basso ed è propria degli spiriti piccoli e ristretti.

FANTASMA

 
(Occ.) - Immagine, apparenza di qualcosa generata dalla fantasia. Immagine vana, illusoria, per lo più falsa e paurosa che appare per effetto di fantasia alterata. Per Freud è la scena immaginaria in cui il soggetto è presente come protagonista, o come osservatore, ed in cui si realizza l'appagamento dei suoi desideri inconsci. I fantasmi sono una componente fondamentale della vita psichica, tanto normale quanto patologica, e possiedono le medesime caratteristiche sia quando sono consci, sia quando preconsci o inconsci. Lo scopo costante dell'analisi è quello di scoprire l'attività fantasmatica che sottende le condotte manifeste del soggetto, determinandone la vita reale al di là di qualsiasi aspettativa. Il fantasma è luogo di processi difensivi, per lo più primitivi, come la proiezione e la conversione nell'opposto. I "fantasmi originari" sono schemi inconsci trasmessi per via ereditaria in tutti gli uomini, trascendenti le loro esperienze individuali, presumibilmente connessi con eventi arcaici.

FARA

 
(Ger.) - Voce di origine germanica che significava, letteralmente, "famiglia immigrata". Presso i Longobardi designava una famiglia, una schiatta, un luogo o fondo dove la famiglia abitava, o trasmigrava. Oggi in lombardo significa "piccolo podere", mentre nel centro Italia è stato usato per designare piccoli villaggi.

FARADAY

 
(Ing.) - Newington 1791, Hampton Court 1867. Di modestissime origini, a 13 anni faceva il rilegatore di libri. Divenuto fisico da autodidatta, arrivò tanto in alto da essere chiamato ad assistente da Davy nel 1813. Si occupò di elettrologia e di elettromagnetismo. Le sue teorie furono successivamente sviluppate da Maxwell. Enunciò le leggi fondamentali dell'elettrolisi; nel 1835 ebbe una pensione governativa e nel 1858 ebbe in dono una casa dalla Regina Vittoria. Le sue invenzioni più famose sono : il Disco di Faraday, l'Effetto magnetico-ottico di Faraday, il pozzo di Faraday. A suo nome è intitolata l'unita di misura della capacità elettrostatica.

FARAONE

 
(Eg.) - Il termine significava "casa elevata" ed indicava il Palazzo Reale. Solo in un secondo momento passò a designare la persona del sovrano e divenne il titolo dei re dello antico Egitto.

FARBAUTI

 
(Scand.) - Un gigante dell'Edda. Letteralmente, l'"uomo-orso"; il padre di Loky, la cui madre era la gigantessa Laufey (isola frondosa). Una genealogia fatta da W.S.W. Ansom in Asgard and the Gods riporta che, probabilmente l'uomo-orso, o Farbauti, "era il gigante che si salvò dal diluvio in una barca, e Laufey era l'isola verso la quale egli remò" - il che è una ulteriore versione del diluvio.

FARFALLA

 
(Occ.) - Nome comune a tutti gli insetti dell'ordine dei Lepidotteri, che hanno quattro ali membranose, coperte di minute squame quasi a modo di polvere, di colori svariati e talvolta vivacissimi. Nelle civiltà mesoamericane la farfalla era molto venerata poiché queste popolazioni credevano nella metempsicosi : l'uomo dopo la morte si trasformava in farfalla.

FARGARD

 
(Zend) - Una sezione, o capitolo, in versi del Vendidad dei Parsi. È l'opera in cui Ahura Mazda impartisce il sapere a Zaratustra.

FARISEI

 
(Eb.) - Membri di un antico partito religioso e politico ebraico. Il nome, che secondo l'opinione più comune significa "separati", fu dato loro in origine dagli avversari, ma divenne poi la denominazione corrente del gruppo. Emersero come movimento distinto nel secolo II a.C., al tempo della rivolta dei Maccabei, staccandosi dagli Asidei (Pii), a loro volta dissociati dai Maccabei. Erano il partito della tradizione e dell'ortodossia ebraica : l'ebraismo non era contenuto soltanto nei libri, ma anche nella tradizione orale, anch'essa ricevuta sul Sinai da Mosè. Credevano nella resurrezione dei morti, nel giudizio finale e nella retribuzione, nell'esistenza degli angeli, nella provvidenza, nella libertà del volere, nella responsabilità individuale. Insistevano sull'osservanza di ogni precetto e di ogni uso tradizionale in tutte le circostanze della vita, che veniva in tal modo consacrata e collegata al ricordo dell'alleanza. Nel I secolo d.C. essi appaiono come gli unici rappresentanti della maggioranza degli Ebrei, identificandosi con l'ebraismo. Sopravvissero alla guerra giudaica ed alla distruzione del tempio rappresentando l'elemento di continuità con il giudaismo posteriore. I Farisei appresero i loro dogma dai Babilonesi. Con il loro cieco fanatismo, la leggenda racconta che condannarono Gesù come Diavolo, ma ciò, probabilmente, è frutto dei tempi in cui i Vangeli furono scritti. In realtà, Gesù era più vicino ai Farisei di quanto non sia scritto, e la sua polemica rientrava in un dibattito interno che coinvolgeva anche molti altri. Le origini del farisaismo risalgono forse al periodo successivo ad Esdra, e sono caratterizzati da un notevole influsso della civiltà greca e dei costumi ellenistici. Vi fu un conflitto fra ellenizzanti ed ortodossi, vinto dagli Asmonei che costituirono il partito dei Sadducei. Contro di loro sorsero i Farisei, come sostenitori della Legge e delle tradizioni. Credevano in un Dio creatore ed unico signore dell'Universo, che egli guida con giustizia ed amore. Sostenevano l'amore di Dio e del prossimo l'osservanza della legge e la responsabilità individuale che scaturisce dalle scelte personali. Il loro sistema, più che religioso, era un sistema di vita. Avevano feste e riti ben codificati.

FARRAR Frederic William

 
(Ing.) - Bombay 1831, Canterbury 1903. Figlio di un missionario, fu educato al College di Casteltown, nell'isola di Mann. Si trasferì poi al King's College di Londra ed al Trinity College di Cambridge. Fu fortemente influenzato dagli scritti di Coleridge. Nominato Cappellano ordinario della Regina nel 1872, divenne Canonico di Westminster nel 1876, Arcidiacono di Westminster nel 1883, Cappellano della Casa dei Comuni nel 1890 e Decano di Canterbury nel 1895. Eminente scrittore in campo educativo, di mente aperta e liberale, esercitò a sua volta un notevole influsso su molti lettori. Prese parte a varie imprese filantropiche, scrisse molte opere su vari argomenti, fra le quali : Il Mondo della Scuola, La Vita di Cristo, La Vita e l'Opera di S.Paolo, I primi giorni della Cristianità.
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