Glossario

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EBREI

 
(Eb.) - Non esiste una razza ebraica in senso proprio, mentre è dimostrato che essi hanno assimilato i caratteri dei paesi presso i quali sono emigrati. Si possono separare caratteri di tipo armenoide, iraniano, nord-europei, ecc., che portano ad una conclusione di popolo morfologicamente eterogeneo, ma con una direzione di provenienza da Nord-est, come del resto narra la stessa Bibbia. La storia di questo popolo è certamente la più travagliata e la più sofferta di tutti i popoli che in ogni tempo abbiano vissuto sul nostro pianeta. Esuli in Egitto, fanno ritorno alla loro terra guidati da Mosè in un viaggio di ben quarant'anni ed attraverso la lotta contro molti popoli incontrati sul cammino. Conquistano la Palestina, ma vengono compressi dai popoli confinanti e si difendono fino a quando, dopo Salomone, il regno si divide in due. Crisi religiosa, conflitto fra potere e religione, invasioni (Assiri e Babilonesi), creano debolezza e poi deportazione. Ritornano in Patria, si riorganizzano, si riaccendono le lotte intestine e cadono sotto il dominio romano. Nel 70 d.C. scompaiono come unità politica, dopo che Tito conquista Gerusalemme e la dà alle fiamme. Sparsi per il mondo, perseguitati dall'Inquisizione, sono largamente presenti in Italia e Spagna. Monopolizzano il commercio, fanno gli usurai, vengono appena tollerati, finchè non sono scacciati dalla Francia nel 1394 e poi anche dall'Italia e dalla Spagna. Si rifugiano in Germania dove vengono in gran parte asserviti. Perseguiti e massacrati in Austria, tornano in Spagna dove hanno un periodo di tranquillità. Espulsi per opera dell'Inquisizione, perseguitati in Germania, si rifugiano in Russia. Vanno a finire ovunque nei ghetti. La storia recente è fin troppo tristemente nota, con l'Olocausto prima, la riconquista della Palestina e le lotte per la sopravvivenza poi. Ma Israele è il popolo eletto, la conseguenza del patto fra Dio ed Abramo. Come il loro Dio nazionale, Yahweh, nomade e turbolento, così gli Ebrei vagano per il mondo, protetti solo dalla benevolenza del loro Dio che, però, non si astiene dal punire implacabilmente le loro prevaricazioni. Mantengono la loro Pasqua ricca dei riti pagani antichi, il riposo del sabato, il digiuno del kippur, la circoncisione. I Leviti esercitano il sacerdozio. La lingua ebraica appartiene al gruppo nord-occidentale delle lingue semitiche, presenta affinità con il fenicio, con il moabitico ed altre viciniori. La scrittura quadrata è di epoca successiva, mentre le vocali sono opera ancora più tarda dei Masoreti.

EBREO ERRANTE

 
(Eb.) - Antica leggenda del Medioevo, ancora viva tra il popolo, che ha avuto grande influenza nella letteratura europea. Narra di un ebreo che schernì Gesù sulla via del Calvario e per castigo fu condannato ad errare senza tregua fino alla fine del mondo, con pochi soldi (cinque) per vivere.

ECATE

 
(Gr.) - Divinità lunare ed infernale, figlia del Titano Perseo e di Asteria, secondo Esiodo, di Giove e Latona secondo altri. In origine era molto simile ad Artemide. Ebbe santuari famosi in Egina ed in Argo, e culto in Atene come protettrice dell'ingresso alla rocca. Come divinità delle strade e dei crocicchi aveva l'epiteto di Enodia e di Trioditis; per le vie vi erano le edicole dove mensilmente venivano deposte le offerte di fiori e di cibi per i poveri. Come Artemide, dea della luna, Ecate fu considerata signora delle ombre e dei fantasmi notturni. Fu venerata anche come guida delle anime dei morti. Ha un triplice aspetto : terrestre, lunare e ctonia. Era la Dea degli incantesimi, delle apparizioni notturne e degli spettri, e di notte si aggirava insieme con le anime dei morti per i trivi ed intorno ai sepolcri : al suo avvicinarsi i cani ululavano e guaivano. Essa faceva stare al di là del fiume Stige per cento anni l'ombra di coloro che non erano stati sepolti. Veniva rappresentata coronata di quercia, con fiaccole in mano, le spalle inviluppate di serpenti; la sua statua veniva posta davanti alla porta delle case per scongiurare gli incanti. Talvolta è rappresentata con tre teste e sei mani, ed anche con tre corpi, ciascuno diversamente vestito. Nel Museo Capitolino si trova una statuetta di bronzo di Ecate, composta di tre figure : una con berretto frigio, diadema di sette raggi, un coltello nella mano destra ed una coda di serpente nella mano sinistra; un'altra ha una fiaccola per ogni mano, una mezzaluna e fiore di loto sulla fronte; la terza ha una chiave ed una fune, con un disco sulla testa. Si tratta di una simbologia abbastanza chiara che ognuno può studiare da sè. Ad Ecate venivano sacrificati cani neri davanti alle porte per fare espiazione a favore dei morti, ed anche pecore nere. A lei era consacrato il numero TRE.

ECBATANA

 
- Una famosa città della Media (antico nome dello Iran settentrionale ), degna di avere un posto fra le sette meraviglie del mondo. Essa è stata così descritta da Draper, nel suo Conflitti fra la Religione e la Scienza, Cap. I: " ... Il fresco ritiro estivo dei Re Persiani era difeso da sette muraglie di blocchi tagliati e levigati; quelli interni andavano progressivamente aumentando di altezza, e tutti erano di colori diversi corrispondenti a quelli dei sette pianeti. Il palazzo era coperto con tegole di argento; le sue travi erano placcate d'oro. In piena notte, nella sua sala centrale, la luce emanata da molte colonne di nafta crepitante rivaleggiava con quella del sole. Questo lussuoso edificio dei Monarchi Orientali, era un paradiso piantato in mezzo alla città. L'Impero Persiano era veramente il giardino del mondo".

ECCLESIASTE

 
(Eb.) - Libro biblico dell'Antico Testamento, noto anche con il titolo ebraico Qohelet, colui che tiene la parola nell'assemblea. È costituito da un prologo e da alcune raccolte di detti sapienzali sulla vanità della realtà terrena, il tutto completato da un epilogo. Non presenta rigorosa organicità ma si presenta come una raccolta di appunti nella quale confluiscono, insieme a massime ispirate alla sapienza tradizionale, altre caratterizzate da un cupo pessimismo, talvolta in contraddizione con le prime. L'opera, attribuita a Re Salomone, in realtà fu scritta probabilmente da un ebreo-palestinese, nel III sec. d.C. Non si esclude che l'opera sia stata redatta da scrittori diversi, il che spiegherebbe le contraddizioni. La vita umana è presentata come uno sforzo vano teso al raggiungimento della felicità, che rimane sempre lontana. La ricerca del piacere non accontenta il cuore e la morte tronca ogni speranza. Conviene allora godere dei piccoli piaceri quotidiani che Dio ci manda, senza orgoglio nè superbia. L'uomo deve vivere contento la propria mediocritas.

ECFANTO

 
(Gr.) - Filosofo pitagorico, di cui poco o nulla si sa, la cui esistenza è stata da taluni messa in dubbio. Forse contemporaneo di Archita di Taranto (IV sec. a.C.), tentò di unire le dottrine pitagoriche, democritee ed anassagoree, considerando quale base di tutta la realtà un numero infinito di particelle materiali, separate dallo spazio vuoto, mosse non dal loro peso, bensì da una forza di natura divina, che egli chiamava "anima" o "intelletto". È molto importante, però, perchè nelle sue teorie si intravede la sua credenza nella rotazione della terra attorno al sole.

ECHAD

 
(Eb.) - L'"Uno" maschile.

ECHATH

 
(Eb.) - Uguale a Echod, l'"Uno", ma femminile.

ECHOD

 
(Eb.) - L'"Uno" maschile, applicato a Jehovah.

ECKART Johaness

 
(Ger.) - Gotha 1260, Colonia 1327. Filosofo e mistico tedesco, nominato dottore da Bonifacio VIII, insegnò a Roma, Parigi, Strasburgo ed infine a Colonia. Ricoperse importanti cariche nel suo ordine (domenicano) e fece il predicatore; fu anche un fecondo scrittore in latino e tedesco. Subì una condanna da parte di Giovanni XXII per alcune affermazioni ritenute eretiche. Il primo problema che occupò la mente di Maestro Eckart fu la giustificazione della fede, per la quale sostenne l'unità essenziale dell'uomo e di Dio. Fu l'iniziatore del grande movimento della mistica tedesca, caratterizzata dalla ripresa della tradizione neoplatonica di Proclo e dalla teologia negativa di Dionigi Aeropagita. Egli rivendica l'autonomia della fede, ma nega alla ragione la possibilità di pervenire ad una concezione positiva di Dio. Alcune delle sue tesi, giudicate eretiche, preannunziano il protestantesimo. Sostenne il carattere interiore della fede, sminuendo la funzione carismatica e mediatrice della chiesa.
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