Glossario

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DADOUCHOS

 
(Gr.) - Il portatore di torcia, uno dei quattro celebranti nei misteri Eleusini. Alcuni erano addetti ai templi ed apparivano in pubblico solo durante i Giochi Panatenaici di Atene, per presiedere la cosiddetta "gara delle torce". (Vedi Mackenzie, R.M. Cyclopedia). Detti anche Daduchi, erano sacerdoti di Cerere che, durante le feste ed i sacrifici, correvano con delle torce in mano. Le torce venivano prese dall'altare e scambiate di mano in mano in una determinata successione.

DAENAM

 
(Pal.) - Letteralmente, "Conoscenza", il principio della facoltà intellettiva nell'uomo; secondo l'Avesta, l'Anima razionale nell'uomo, o Manas.

DAEVA

 
(Ind.) - Deva, Dio.

DAG, DAGON

 
(Cal.) - "Pesce" ed anche "Messia". Dagon era Oannes, l'uomo-pesce dei Caldei, l'essere misterioso che sorgeva quotidianamente dalle profondità del mare per insegnare agli uomini ogni scienza utile. Era chiamato anche Annedotus. Si tratta di una divinità Semitica, nominata nella Bibbia come la maggiore di quelle venerate dai Filistei; a Ràs Shamra è la divinità suprema insieme alla sua paredra, Asherat. In origine era strettamente connessa con il grano; oscuri sono i suoi rapporti con il Dio che i Babilonesi chiamavano Dagan, adorato segnatamente a Mari. Beroso, nel suo racconto, lo chiama anche Oannes. Dagon, pesce e messia fra i Babilonesi, equivale all'Avatara Vishnu dei Brahmani. Egli è il Dio della Saggezza e della Profondità, il Demiurgo Creatore. Emerge dal Golfo Persico per insegnare la Sapienza agli esseri umani. Ad esso erano consacrati due templi : uno ad Azot, l'altro a Gaza.

DAGDA

 
(Cel.) - Dio supremo presso i Celti insulari. È un Dio buono che la tradizione colloca vicino a Zeus greco ed a Giove romano. Esso presiede ai giuramenti ed ha come elementi una clava, un'arpa ed un calderone. Ha due figli : Brigit, dea della poesia, e Oengus Mac ind Oc, dio dell'amore.

DAGOBA

 
(San.) - O Stupa. Letteralmente: una torre o un tumulo sacro per le sante reliquie Buddhiste. Questi tumuli sembrano delle piramidi e sono sparsi per tutta l'India e i paesi Buddhisti, come Ceylon, Burmah, Asia Centrale, ecc. Hanno varie misure, in genere contengono alcune piccole reliquie di Santi o quelle che si crede siano appartenute a Gautama, il Buddha. Dato che si suppone il corpo umano sia formato da 84.000 dhatus (cellule organiche aventi precise funzioni vitali), si dice che per tale motivo il Re Asoka abbia costruito 84.000 dhatu-gopas, o Dagoba, in onore di ogni cellula del corpo di Buddha, ognuna delle quali è ora diventata un dharmadhatu, o santa reliquia. A Ceylon vi è un Dhatu-goba dedicato ad Anuradhapura che si dice risalga a 160 anni prima di Cristo. Ora si costruiscono in forma di piramide, ma i Dagoba primitivi avevano tutti la forma di torri con una cupola e un tchhatra (ombrello) al di sopra. Eitel dice che i Dagoba cinesi hanno tutti dai 7 ai 14 tchhatra sopra di loro, un numero che è simbolico per il corpo umano.

DAGUN

 
(Azt.) - Divinità del Pegù alla quale la tradizione commetteva il compito di ricostruire il mondo distrutto dal dio Chiachiac.

DAHMAN

 
(Ind.) - Raffigurazione indiana dell'angelo che, raccogliendo dalle mani dell'altro angelo Serose le anime dei giusti le guidava in cielo.

DAHPIKE

 
(Ame.) - Era il nome che gli Hidatsa davano alla Danza del Sole.

DAIBOT

 
(Giap.) - Idolo dell'antico Giappone, rappresentato in figura di donna circonfusa da nimbi d'oro, brulicante di infinite divinità minori, armate. L'idolo ha una corona sul capo coperto da capelli neri, lanosi, grandi orecchie, petto femminile e grosse mani. È senza piedi, dorata, seduta sopra un altare, all'interno di una pagoda.
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