Glossario

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SALVATORE

 
(Rel.) - La figura del "salvatore" è comune a tutte le religioni soteriologiche, come dire a tutte le religioni, o quasi. Le più soteriologiche, ovviamente, sono le religioni che si dicono universali, quelle, per intendersi, che offrono una soluzione per la salvezza (loro esclusiva) e che sovente personificano con una figura che, in un certo senso, indica la via da seguire. Nel Cristianesimo, ad esempio, il salvatore è Gesù Cristo il quale avrebbe lasciato un insegnamento che rappresenterebbe un messaggio di salvezza universale. Egli è il Messia, il prezzo del riscatto versato da Dio per la liberazione dell'umanità. A questo punto si potrebbero porre una infinità di quesiti, ma sarebbero inutili perchè o rimarrebbero senza risposta in quanto posti da atei, oppure avrebbero una risposta dogmatica da accettare sic et simpliciter. Meglio lasciar perdere.

SALVERTE Anne

 
-Joseph Eusebe (Fr.) - Parigi, 1771-1839. Uomo politico francese, scrittore di argomenti non molto ben visti dalla maggior parte degli intellettuali. Fu autore di "Scienze Occulte", un'opera nella quale egli espone numerosi saggi sulla magia, suoi prodigi ed i suoi miracoli.

SALVEZZA

 
(Rel.) - Termine usato nella storia delle religioni per indicare la completa e perfetta realizzazione dell'uomo; essa rappresenta il superamento della finitezza umana, del dolore e della morte. La salvezza non è qualcosa a portata di mano, non è nel presente, ma si offre come un premio futuro o un ritorno al passato. Nel primo caso si tratta di riacquisire le condizioni precedenti a quelle che hanno ridotto l'uomo a questo punto, nel secondo caso si tratta di meritarsi la felicità e l'immortalità attraverso la mortificazione della condizione umana. Qualcuno la offre come regalo di Dio, oppure come frutto di una mediazione compiuta da una figura intermedia fra Dio e l'uomo: il salvatore. L'ebraismo attende la salvezza, secondo la promessa di Dio, in un tempo messianico che si colloca in un futuro imprecisato. I cristiani sono più fortunati: basta credere in Cristo e la salvezza è assicurata. Ovviamente bisogna attendere la parusia; nel frattempo cosa si deve fare ? Obbedire alla Chiesa ! L'Islam chiede di credere in Allah ed in Maometto il suo profeta, ma anche di compiere alcuni atti concreti quotidiani che siano prova di tale credo. Le religioni orientali pongono il problema in un modo diverso e non offrono un bel nulla; esse chiedono all'uomo sacrifici, e poi sacrifici, ed ancora sacrifici, al termine dei quali si prospetta uno stato che non è uno stato, una felicità che non è felicità, un nulla pieno di tutto che è l'esatto contrario di ciò che noi crediamo tutto ed invece è nulla.

SALVIA

 
(Occ.) - Pianta il cui nome deriva da salvare ed è il simbolo della salute. Nell'antichità si attribuivano a questa pianta grandi virtù e la si teneva in grande considerazione. I Caldei la chiamavano "colorio" ed i Greci "clamor"; Si diceva che una pianta di salvia introdotta in una bottiglia di vetro e sepolta sotto lo sterco, generava un grosso baco o un uccello con la coda simile a quella di un merlo. E si poteva anestetizzare per brevi periodi un animale strofinandone la pancia con il sangue di tale volatile. E se si vuole uno scoppio, basta prendere i bachi nati nella bottiglia e gettarli nella cenere. Sarebbe molto facile ridere di tutto ciò, molto meno facile è comprenderne il vero significato.

SAM

 
-JNA (San.) - Secondo l'insegnamento di Yajnavalkya, con questo termine si individua una "concezione", una "idea distintiva", nonché la relativa conoscenza.

SAMA

 
(San.) - Una delle bhava pushpa o "fiori di santità". Sama è il quinto, o "rassegnazione". Di tali fiori ce ne sono otto e si chiamano: clemenza o carità, autocontrollo, affetto (o amore per gli altri), pazienza, rassegnazione, devozione, meditazione, veridicità. Sama è anche la repressione di ogni turbamento mentale, ed il nome di un tipo di versi sacri che andavano cantati.

SAMA VEDA

 
(San.) - Letteralmente, "la Scrittura, o Shastra, di pace". Uno dei quattro Veda.

SAMADHANA

 
(San.) - La condizione in cui uno Yogi non può più a lungo divergere dal sentiero del progresso spirituale, quando tutto ciò che è terreno, tranne il corpo visibile, ha cessato di esistere per lui.

SAMADHI

 
(San.) - Una condizione di trance estatica e completa. Il termine deriva dalla parola Samadha, "padronanza di sè stesso". Colui che possiede questo potere è capace di esercitare un controllo assoluto su tutte le sue facoltà, sia psichiche che mentali; è il più elevato stato di Yoga, quello che si raggiunge dopo aver attraversato tutti gli altri stadi di meditazione. Può essere inteso come il momento dell'illuminazione, la forma più alta del raccoglimento mistico, l'assorbimento estatico nell'Assoluto. Nel Samadhi si ha la perfetta unione di tutte le facoltà e si è in grado di accedere ad uno stato di estasi che confina con la coscienza Nirvanica. In questo stato la mente afferra l'essenza di un oggetto senza essere trattenuta dalle sue forme; nel Samadhi si raggiunge Bodhi, il culmine della conoscenza spirituale.

SAMADHINDRYA

 
(San.) - Letteralmente, "la radice della concentrazione"; la quarta delle cinque radici chiamate Pancha Indriyani, che nella filosofia sono considerate gli agenti nella produzione di una vita altamente morale, che conducono alla santità ed alla liberazione; quando questi sono conseguiti, le due radici spirituali che riposano latenti nel corpo (Atma-Buddhi) germoglieranno e fioriranno. Samadhindrya è l'organo della meditazione estatica nelle pratiche del Raja Yoga.
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