Glossario

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PAROLA

 
(Occ.) - Dal latino "parabola", poi paravula, paraula e quindi "parola". Originariamente era l'insegnamento, il discorso e, con l'avvento del Cristianesimo, la spiegazione domenicale del Vangelo. Lentamente divenne un motto, un detto, poi qualsiasi voce articolata che esprimeva un concetto, sostituendosi in tal modo al latino "verbum" il quale rimase solo come termine religioso. Genericamente, la parola è definita come un complesso di fonemi (suoni articolati), ma anche un singolo fonema (e relativa trascrizione in segni grafici), mediante i quali l'uomo esprime una nozione generica che si precisa e determina nel contesto di una frase. Nelle religioni primitive ed arcaiche, la parola equivale alla cosa che indica, in quanto ne evoca la realtà. Per tale motivo non si potevano pronunciare i nomi di determinate cose sacre o proibite. Nelle formule rituali, o magiche, l'efficacia deriva dalla parola in sè, per cui esse mantengono le stesse parole, malgrado i cambiamenti della lingua parlata. Questa è la ragione per cui le formule rituali sono oggi incomprensibili. Pronunciare una parola è evocare un pensiero e renderlo presente. La potenza magnetica della parola umana è il principio di ogni manifestazione del Mondo Occulto. Quando si nomina una cosa, mediante la parola, si pone la cosa sotto l'influsso di una o più Potenze Occulte. La parola può essere una benedizione o una maledizione, la sua potenza risiede nelle lettere che la compongono e nei numeri che ad esse corrispondono. Ogni lettera, infatti, ha il proprio significato occulto e la propria base logica; essa è causa ed effetto di una causa precedente e la combinazione delle lettere produce assai spesso potenti effetti magici. L'efficacia più occulta e formidabile risiede nelle vocali. Per gli Indù, la dea della parola è Sarasvati. Hermes è l'emblema della parola che crea ed interpreta tutto; Porfirio insegnava che la Parola di Hermes è il Principio seminale sparso per tutto l'Universo. Talvolta la parola viene paragonata al cubo perchè il suo potere può prevalere anche senza gambe e braccia (il cubo assomiglia al tronco umano). Le "cinque parole" di Brahma sono state riprese dagli Gnostici con le cinque parole: Zama, Zama Ozza Rachama Ozai. Maccheronicamente esse sono state tradotte "la veste, la gloriosa veste della mia forza", ma in realtà esse sono l'anagramma mascherato dei cinque Poteri mistici rappresentati sulla veste dell'Iniziato "risorto" dopo la sua ultima prova di tre giorni di trance. I cinque, poi, diventano sette dopo la sua "morte", ovvero quando l'Adepto entra nel Nirvana. Nei Salmi, la parola è definita "un coltello acuto", mentre S.Paolo dice che la parola di Dio è viva ed efficace ed è più acuta e penetrante di qualunque coltello a due tagli. In realtà, le ferite che si possono infliggere con la parola sono le più gravi e le più inguaribili. Dice Steiner che "fa più male ciò che esce dalla bocca che ciò che entra". Pitagora teneva quanti chiedevano di entrare alla sua scuola nel silenzio per cinque anni e definiva il parlare piacevole ed elegante "mettere il cibo nel pitale".

PAROLA PERDUTA

 
(Mas.) - Sta per "parole perdute" e segreti perduti, in generale, poiché quella che è definita "Parola" perduta non è affatto una parola, come nel caso del Nome Ineffabile. Il Grado dell'Arco Reale della Massoneria "l'ha sempre cercata" fin da quando fu fondato. Ma i "morti" - specialmente quelli assassinati - non parlano; e se perfino "il Figlio della Vedova" tornasse in vita "materializzato", difficilmente potrebbe rivelare ciò che non è mai esistito nella forma in cui ora è insegnato. Lo SHEMHAMPHORASH (il nome separato, attraverso il cui potere Jeshu Ben Pandira, secondo i suoi detrattori, avrebbe compiuto, a quanto si dice, i suoi miracoli, dopo averlo rubato dal Tempio), sia che derivi dalla "sostanza auto-esistente" del Tetragrammaton oppure no, non può mai essere un sostitutivo per il LOGOS perduto della magia divina.

PARROCO

 
(Rel.) - Nella religione cristiana è il Rettore di una Parrocchia, termine che deriva dal greco "paroikeo" che in italiano significa "abitare vicino". Parrocchia deriva certamente dalla Chiesa d'Oriente e sta ad indicare un aggregato di case che si trovano attorno, o in vicinanza della Chiesa.

PARRY William Edward

 
(Ing.) - Bath 1790, Ems 1855. Navigatore ed esploratore inglese, partecipò a varie campagne navali sulle coste della Francia, degli Stati Uniti e del Baltico. Profondo conoscitore di astronomia e di scienza nautica, nel 1818 seguì Ross alla scoperta del passaggio a Nord-Ovest. Ritentò da solo l'anno dopo, ma dopo molte peripezie dovette desistere. Tentò ancora altre volte e nella spedizione più fortunata (1827) raggiunse la latitudine massima di 82^45'. Lasciò in cinque volumi la storia dei suoi viaggi. La sua opera citata nella Dottrina Segreta, è "View of Levant".

PARSE

 
- Scritto anche Parsi. Il nome dei seguaci di Zoroastro, detti anche Magi, o Mazdei. Questo è il nome dato a ciò che resta della nazione Iraniana, un tempo potente, che rimase fedele alla religione dei suoi avi - gli adoratori del fuoco. Discendenti dagli Shaka-dvipa (senza peccato), essi erano adoratori del Sole e si dicevano "nati dal fuoco". Dopo la conquista della Persia ad opera dell'Islam, i Parsi migrarono verso oriente e si insediarono a Bombay circa alla fine del XVII secolo. Formarono una comunità omogenea, coltivando le loro tradizioni, tenendo alta la loro cultura. Fecero crescere notevolmente Bombay e diedero forte impulso all'industria. Questi discendenti dimorano ora in India, sono circa 100.000 e vivono per la maggior parte a Bombay ed a Guzerat.

PARSIFAL

 
(Sca.) - Perceval era un giovane semplice, cresciuto nei boschi. La madre cercò in tutti i modi di tenerlo lontano dalla cavalleria, nella quale aveva perso il marito ed altri figli. Ma un giorno Percival si imbattè in alcuni splendidi cavalieri, lucenti nelle loro armature; la sete di avventura lo affascinò ed a nulla valsero le lagrime della madre, che in seguito morirà di dolore. Entrato alla Corte di Re Artù, fu iniziato alle armi da Gornemanz, ed all'amore dalla sua amica Blanchefleur (Bianco Fiore). Diventato uomo, straziato dal rimorso di aver fatto soffrire la madre, decide di tornare da lei. Mentre viaggia verso casa, nel Castello del Re Pescatore, che giace colpito da insanabile ferita, ha la prima rivelazione del Santo Graal. Non osa fare domande ed il giorno dopo riparte; durante il viaggio apprende la morte della madre ed allora decide di cambiare direzione, andando alla ricerca del Santo Graal. Viene coinvolto in molte avventure e finisce con il dimenticare l'amica Blanchefleur. Un giorno, il sangue di un'oca colpita da un falco, gli ricorda sia l'amica che la lancia che aveva visto nel Castello del Re Pescatore. Viene rimproverato da una donna di aver fatto morire il Re; se, infatti, avesse chiesto subito notizie del Graal, il Re si sarebbe salvato. Per la prima volta nella sua vita Perceval piange e si reca dal Santo Eremita a confessare le sue pene. Il Santo gli rivela il segreto del Graal: è una semplice ostia con la quale il padre del Re Pescatore sostenta la vita. Egli avverte ancora più forte l'esigenza religiosa cavalleresca e comprende che non servono più le pene d'amore, ma si deve consacrare la vita alla ricerca della perfezione dello Spirito. Ciò è possibile solo attraverso l'immagine del Graal e della lancia, la stessa con la quale Longino aveva ferito Gesù sulla Croce. La leggenda di Parsifal è una delle più belle allegorie dell'anima che ricerca il senso vero della realtà della vita. Quando l'esistenza si svolge quieta, soddisfatta, appagata, nulla chiama l'uomo ai reali valori della vita. Quando le avverse procelle fanno traballare tutto, si avvertono le sofferenze del cuore e nasce Parsifal, il "folle puro", che dimentica la sapienza del mondo e va alla ricerca della vita superiore. Fino a quando l'uomo persegue i valori della vita mondana, esso viene giudicato assennato, valido, degno di fiducia; quando si volge alle cose spirituali, esso diventa ridicolo, decrepito, folle. La sofferenza per la morte della madre è il punto di svolta nella vita dell'eroe: fatta la svolta, la sofferenza cessa; ormai i dolori del mondo sono alle spalle, è importante compiere un dovere che non è più di questo mondo. Il dolore sviluppa la coscienza e rende più forti contro le tentazioni; la virtù non è assenza di tentazione (vedasi Adamo), ma capacità di vincere la tentazione per conservarsi puri, o rinascere dopo la caduta. Distinguere il bene dal male, non è distinguere il buono dal cattivo, bensì saper separare totalmente le cose del mondo da quelle che al mondo non appartengono. L'inoffensività è il primo requisito, indispensabile, per poter aiutare il prossimo; ed aiutare il prossimo in modo impersonale e disinteressato è amore, un sentimento ben diverso da quello che a questa parola solitamente si attribuisce. Fra l'amore puro e quello sensuale passa la stessa differenza che i credenti fanno fra il Paradiso e l'Inferno. Parsifal potrebbe abbattere molti cavalieri con la sua lancia, ma si rifiuta di farlo perchè la lancia deve servire solo a guarire, non a ferire. Questa lancia è il potere spirituale che può appartenere solo ad un cuore puro e non può essere usato altrimenti che per scopi altruistici.

PARSIS

 
(Ind.) - Nome di un antico persiano, saggio ed adoratore del fuoco che, dopo la sconfitta dell'ultimo re dei Parsi, Iezdegerd, si rifugiò nelle Indie. È più probabile che non si sia trattato di una singola persona, bensì di un gruppo, più o meno numeroso, di Parsi che portarono in India la religione dei Mazdei, quella di Zoroastro.

PARSISMO

 
(Iran) - La religione dei Parsi, i seguaci di Zoroastro. Gli aspetti più noti del parsismo sono: il culto del fuoco e le torri del silenzio, dove i corpi dei defunti sono esposti agli uccelli predatori. La loro fede riposa nel dio creatore Ahura Mazda (Ohrmazd), onnipresente, onnisciente, , onnipotente, la cui controparte, il principio del male, è Anra Mainyu (Ahriman), limitato in durata e potere, oltre che privo di conoscenza reale. Rifiutano il peccato originale ed il fatalismo, credono nel fravashi (il "doppio", una specie di angelo custode) e nella anima che, dopo la morte, viene assegnata allo stato che ha meritato. L'intero ciclo della creazione ha una finalità positiva ed al termine del ciclo si disintegrerà nel rinnovamento, con l'annientamento del male e la resurrezione corporea di tutti gli uomini per vivere un'esistenza eterna perfetta e felice.

PARTENOGENESI

 
(Sci.) - In biologia indica il tipo di riproduzione sessuale caratterizzato dal fatto che la cellula-uovo si sviluppa senza essere stata fecondata. Gli antichi la chiamavano "lucina sine concubitu". La partenogenesi può essere naturale quando è spontanea e sperimentale quando è provocata artificialmente.

PARTENONE

 
(Gr.) - Letteralmente significa "vergine" e proviene dalla stessa radice di "partorire". Con questo nome si designa il Tempio sull'Acropoli di Atene, consacrato a Minerva, che si venerava con il nome di "sempre-vergine". Ma vi era anche un uso privato del termine: nelle case degli antichi Greci, il partenone era una parte ritirata della casa, destinata alla dimora delle fanciulle.
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