Pagine dalla letteratura teosofica

Pagine dalla letteratura teosofica
“Il potere del pensiero” di di A. Besant, (Edizioni Teosofiche Italiane, Vicenza, 2008), pagg. 30-32. Pubblicato sulla Rivista Italiana di Teosofia di agosto-settembre 2018.

La mente è il risultato del pensiero passato, ed è in processo di modificazione costante sotto l’azione del pensiero presente; è una cosa precisa e definita, con certi poteri e certe incapacità, con forze e debolezze, che sono il risultato di attività compiute in vite precedenti. Ḕ quale noi l’abbiamo fatta; non possiamo cambiarla che lentamente, non possiamo trascenderla con uno sforzo della volontà, non possiamo gettarla da parte né rimuoverne a un tratto le imperfezioni. Quale è, è nostra, è una parte del Non-Sé appropriata e foggiata per il nostro uso, e solo per mezzo di essa possiamo conoscere.
Tutti i risultati dei nostri pensieri passati sono presenti in noi come mente, e ogni mente ha la sua particolare rapidità e la sua particolare ampiezza di vibrazione, ed è uno stato di moto incessante, presentando una successione sempre mutevole di immagini. Ogni impressione proveniente dall’esterno giunge su questa sfera già in attività e la massa delle vibrazioni esistenti modifica la nuova giunta e ne è modificata. Perciò la risultante non sarà una riproduzione esatta delle nuove vibrazioni, ma una loro combinazione con le vibrazioni preesistenti. Prendiamo ancora un esempio dalla luce. Se attraverso un vetro rosso guardiamo degli oggetti verdi, questi ci appaiono neri; le vibrazioni che danno la sensazione del verde sono intercettate da quelle che danno la sensazione del rosso e l’occhio risulta soggetto all’illusione di vedere neri degli oggetti che non lo sono. Così pure se guardiamo un oggetto azzurro attraverso un vetro giallo, lo vediamo nero. In ogni caso il mezzo colorato produce l’impressione di un colore diverso da quello dell’oggetto osservato ad occhio nudo. Ma anche a occhio nudo diverse persone vedranno una stessa cosa in modi alquanto differenti, perché l’occhio medesimo modifica le vibrazioni che riceve più di quanto non si creda. L’influenza della mente, come mezzo per il quale il Conoscitore percepisce il mondo esterno, è molto simile a quella di un vetro colorato rispetto ai colori degli oggetti visti attraverso di esso. Il Conoscitore è inconscio di questa influenza della mente quanto un uomo che, non avendo mai guardato se non attraverso vetri rossi o azzurri, lo sarebbe dei cambiamenti da essi prodotti nei colori di un paesaggio.
È in questo senso superficiale e ovvio che la mente viene detta il creatore dell’illusione. Essa ci presenta solamente immagini deformate, una combinazione sua con gli oggetti esterni. Ma in un senso ben più profondo essa è il creatore dell’illusione, in quanto anche queste immagini deformate non sono che immagini di apparenze e non di cose reali: la mente ci dà unicamente ombre di ombre. Ma ci basti per ora considerare le illusioni causate dalla sua propria natura.